CINA POPOLARE, controversia con Taiwan. Pechino chiude alle «due Cine», tuttavia prende tempo

Lunedì scorso Chen Binhua, portavoce dell'Ufficio per gli Affari di Taiwan del Consiglio di Stato della Repubblica popolare cinese, è intervenuto pubblicamente per sottolineare come «la Cina continentale sia disposta a creare un ampio spazio per la riunificazione pacifica attraverso lo stretto di Taiwan, tuttavia non lascerà spazio ad attività separatiste mirate all’indipendenza dell’isola»

Lo riferisce la newsletter dell’Ambasciata della Repubblica popolare cinese a Roma – https://news.cgtn.com/news/2023-11-27/China-says-no-room-for-Taiwan-independence-separatist-activities-1p4rGvxQyc0/index.html -, che, riprendendo un lancio dell’agenzia di stampa sinopopoalre Xinhua, rende noto come mediante la sua presa di posizione ufficiale, Chen Binhua, abbia inteso replicare a nome della «Cina continentale» ai recenti commenti espressi da Lai Ching-te e Hsiao Bi-khim, esponenti politici del Partito Democratico Progressista taiwanese, che erano intervenuti in ordite al tema delle relazioni tra le due sponde dello Stretto. «Secondo quanto riferito dai media – prosegue la nota della newsletter dell’Ambasciata a Roma -, essi sono del parere che non vi sia alcun calendario da parte della parte continentale per attaccare con la forza la regione di Taiwan».

«L’INDIPENDENZA SIGNIFICA GUERRA»

Chen ha inoltre aggiunto che «il Continente non tollererebbe, né mostrerebbe clemenza nei confronti delle forze dell’indipendenza di Taiwan» qualora esse «osassero correre rischi e istigare incidenti in grado di promuovere l’indipendenza di Taiwan». Egli ha quindi fatto riferimento alla Legge anti-secessione in vigore nella Cina Popolare allo scopo di riaffermare che «lo Stato dovrà impiegare mezzi non pacifici e altre misure necessarie per proteggere la sovranità e l’integrità territoriale della Cina». «Voglio sottolineare che “indipendenza di Taiwan” significherebbe guerra», queste le parole usate dal portavoce dell’Ufficio per gli Affari di Taiwan del Consiglio di Stato della Repubblica popolare.

IN ATTESA DELLE ELEZIONI A TAIWAN

«Lai e Hsiao – ha concluso Chen -, entrambi separatisti dell’indipendenza di Taiwan, hanno distorto i fatti e minimizzato la nocività e il pericolo di queste loro attività allo scopo di ingannare gli elettori che voteranno alle prossime consultazioni per il rinnovo della leadership dell’isola, in calendario nel 2024». Il portavoce ha infine invitato i residenti di Taiwan a opporsi all’indipendenza e a promuovere il ripristino delle relazioni tra le due sponde dello Stretto sulla via dello sviluppo pacifico.

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