SOCIETÀ, omosessualità. Due iniziative a Roma per parlare di carcere e diritti civili

“Qui non finisce tutto”, in Campidoglio ogggi terzo appuntamento della serie di conferenze sul tema della comunità transgender nella Capitale organizzate dalla consigliera Flavia De Gregorio, capogruppo di Azione. Stavolta focus sulle carceri e i diritti delle minoranze che vi sono astrette a detenzione, sui loro bisogni e le loro necessità. Quindi, sempre restando alla comunità LGBTQI+, un’altra iniziativa a cavallo tra cultura e sociale che prenderà avvio martedì 8 novembre al Caffè Letterario in Via Ostiense. Si tratta della rassegna multidisciplinare “Liberi di essere”, ciclo di dieci appuntamenti di letteratura, musica, teatro, cinema e dibattiti

Roma, 6 novembre 2023 – “Qui finisce tutto”, con questa semplice frase affidata al blog che a lungo ne ha raccontato il doloroso vissuto, Cloe Bianco, l’ex professoressa transgender vittima della transfobia, ha scelto di dire addio alla vita. È il giugno del 2022. A poco più di un anno di distanza da allora, proprio prendendo spunto da quelle parole, è iniziato in Campidoglio un ciclo di incontri, voluto da Flavia De Gregorio e organizzato dal gruppo capitolino di Azione, che, puntando sull’idea che «qui non finisce tutto», tenta di tracciare un percorso capace di contribuire alla realizzazione di una società più giusta e inclusiva.

UNA SOCIETÀ PIÙ GIUSTA E INCLUSIVA

Dopo quelli che hanno avuto luogo in marzo e in maggio, il terzo appuntamento, di “Qui NON finisce tutto: più diritti nelle carceri”, è stato oggi nella Sala della Protomoteca in Campidoglio. All’evento hanno preso parte Flavia De Gregorio (capogruppo capitolino di Azione e membro della Commissione Politiche sociali di Roma Capitale), Valentina Calderone (Garante comunale delle persone private della libertà personale), Maria Brucale (avvocato penalista e componente del Direttivo di Nessuno Tocchi Caino), Francesca Tricarico (direttrice di Le Donne dal Muro Alto e regista dell’associazione culturale Per Ananke), Asia Cione (coordinatrice Transgender Day of Visibility Roma), Leila Pereira (presidente Libellula APS), Simona Ciaffone (funzionario dell’Ufficio per il processo presso il Tribunale Penale di Roma) e Marilena Grassadonia (coordinatrice dell’Ufficio Diritti LGBTQI+ di Roma Capitale); a introdurre il dibattito è stata Carlotta Desario (autrice di Ortica e membro del gruppo D&I dello US Youth Council a Rom), mentre a moderare è stato Valerio D’Angeli (coordinatore delle Politiche sociali Roma in Azione).

UNA IDENTITÀ NON RICONOSCIUTA

Anche nel corso di questo incontro, come accaduto in precedenza, si è tornati ad ascoltare la comunità transgender romana. A venire affrontata stavolta è stata la spinosa questione dei diritti delle persone LGBTQI+ detenute nelle carceri, con particolare riferimento alle persone transgender, costrette a scontare una pena dettata, oltre che dai crimini commessi, da un’identità non riconosciuta. Sulla base dei dati dell’ultimo rapporto redatto dall’associazione Antigone, che dalla fine degli anni Ottanta si occupa di diritti e garanzie nel sistema penale, soltanto 6 dei 189 istituti penitenziari presenti sul nostro territorio accolgono le 72 persone transgender attualmente detenute. «Per loro – ha dichiarato al riguardo il capogruppo capitolino di Azione Flavia De Gregorio – la reclusione diviene l’espiazione di una colpa verso una società che, a oggi, non si è ancora rivelata capace di tutelare i loro diritti. Malgrado le convenzioni internazionali impongano alle autorità penitenziari la tutela della salute dei detenuti, sono infatti ancora troppe oggi le mancanze oggettive e assolutamente insufficienti le soluzioni messe in atto per compensarle. Il risultato è la discriminazione di questi detenuti, nonostante la Costituzione disegni per tutti un carcere che mira alla rieducazione ed esclude trattamenti disumani».

UN CODICE BINARIO FORTEMENTE SESSUALIZZATO

Ancora oggi il codice culturale delle carceri è binario e fortemente sessualizzato, pensato esclusivamente per maschi e femmine, ma questa arretratezza significa ghettizzazioni e criminalizzazioni, pesanti anche nella quotidianità detentiva. Per la maggior parte delle persone transessuali e transgender la disponibilità a essere ospitati in case di accoglienza o comunità terapeutiche alternative alla detenzione è molto limitata, così come la possibilità di trovare un’occupazione ultimato il proprio percorso. La difficoltà ad accedere a occasioni riabilitative in campo sociale o a diverse attività di istituto, quali scolarizzazione, formazione, lavoro, sport, ore d’aria concesse, nonché il diritto alla salute e alla somministrazione della terapia ormonale, in alcuni luoghi detentivi ristretta ad un solo ormone, poi genera fin da subito un enorme disagio nei reclusi transgender.

SOGGETTI «NON PREVISTI»

«Avere meno di tutto rispetto agli altri in ragione dell’identità sessuale e di genere crea molta sofferenza e comportamenti che spesso finiscono per mettere a rischio la stessa sopravvivenza di queste persone – prosegue la De Gregorio -, tanto che autolesionismo e automutilazione diventano un modo per denunciare la mancanza di riconoscimento al proprio diritto di autodeterminazione». Sottolineano gli organizzatori del convegno del Campidoglio, che in Italia, in particolare nelle carceri, le persone trans subiscono un continuum di violenza di genere per tutto l’arco della loro vita, in quanto, all’interno di queste strutture, risultano soggetti non previsti e finiscono per essere inseriti spesso in reparti precauzionali insieme a detenuti reclusi per reati di natura sessuale o isolati in sezioni ghetto. «Nel nostro paese, la realtà delle persone transgender nelle carceri, non è stata ancora adeguatamente affrontata a livello statale, ma rimettendo a ciascun istituto penitenziario l’organizzazione idonea di spazi già di per sé molto angusti. Tutto questo è assurdo. Abbiamo solo un modo per far sì che i diritti delle persone transgender condannate a scontare una pena vengano rispettati ed è quello di affrontare quanto prima la questione, inserendola nell’agenda politica italiana», ha concluso la capogruppo di Azione.

ROMA E LA SUA COMUNITÀ LGBTQI+

Contestualmente, va segnalata un’altra iniziativa, stavolta a cavallo tra cultura e sociale che vedrà protagonista la comunità LGBTQI+, che prenderà avvio martedì 8 novembre nella splendida cornice del Caffè Letterario di Via Ostiense n.95, per concludersi domenica 12 novembre. Si tratta della rassegna multidisciplinare “Liberi di essere”, un ciclo di dieci appuntamenti che tra letteratura, musica, teatro, cinema e dibattiti proporranno un racconto totalizzante della comunità LGBTQI+ romana. Si parte mercoledì 8 novembre alle ore 18:00 con l’evento dedicato alle famiglie arcobaleno e la proiezione del corto di Margherita Fiengo Pardi “Chiedimi se…”; a seguire dibattito con Alessia Crocini, presidente dell’Associazione famiglie arcobaleno e gli assessori del Municipio VIII Maya Vetri e Alessandra Aluigi. Dalle ore 21:00, sarà la volta della milonga queer: danzare senza stereotipi di genere per riaffermare l’idea che tutti debbano sempre avere le stesse possibilità e libertà.

L’ALTRA METÀ DEL CIELO: DONNE

Giovedì 9 alle ore 18:00 verrà presentato il libro e il documentario di Maria Laura Annibali “L’altra metà del cielo: donne”, opera che raccoglie le testimonianze dirette di omosessuali che si sono dichiarate tali e che vivono apertamente la propria diversità. Alle ore 21:00 andrà in scena lo spettacolo teatrale “Elle come donna cento st(R)ati di incastro lesbico”, il primo dj set teatral lesbico musicale con la partecipazione di Luana Voice. Il cinema sarà poi il protagonista degli appuntamenti di venerdì 10: alle ore 18:00 in programma la proiezione del lungometraggio “Amaremente”, che vedrà la presenza del regista Emanuele Di Leo e il protagonista del film Massimo Previtero; dalle ore 21:00 il critico e giornalista Stefano Coccia introdurrà la visione di quattro cortometraggi che illustreranno, ognuno da un punto di vista differente, il mondo arcobaleno.

DIRITTI CIVILI, MUSICA E SPETTACOLO

Sabato 11 alle ore 18:00 il presidente e gli attivisti del circolo Mario Mieli incontreranno il pubblico e testimonieranno loro quarant’anni di lotte, battaglie e iniziative per difendere e affermare i diritti delle persone omosessuali. Alle ore 21:00 si esibirà la Scoppiati diversamente Band, una formazione musicale composta da ragazzi normodotati e diversamente abili, accomunati da una grande passione per la musica. Il programma di domenica 12 prevede alle ore 17:00 la presentazione del libro “Ti prometto il giro del mondo”, di Fabio Bo, l’amore tra Thomas e Fabrizio negli anni Novanta; a seguire, l’associazione Plus Roma presenterà il progetto “Checkpoint”, inerente l’esecuzione di test rapidi e counseling sulla salute sessuale.  Alle ore 19:00 chiuderà la kermesse “L’arte drag, dalla storia al palco”. Stefania Marra presenterà il suo libro “Drag Queen: dalle Sorelle Bandiera alla Drag Race” e alle ore 21:00 Chantal Cheri, Michelle Vega e Angelille de la Garbatelle si esibiranno in uno spettacolare drag show.

LIBERI DI ESSERE

“Liberi di essere” promosso dalla Associazione socio culturale ambientale Ponte Milvio, è realizzato con il contributo del Comune di Roma grazie ai contributi dell’Ufficio dell’Assemblea capitolina. Tutti gli eventi in programma sono ad ingresso gratuito.

info: 0657302842

info@caffeletterarioroma.it

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