AFGHANISTAN, profughi all’estero. Entro la fine di novembre i richiedenti asilo dovranno lasciare il Pakistan

A seguito dell’intensificarsi degli attacchi armati lungo il confine tra Pakistan e Afghanistan la tensione ha conosciuto un incremento tale da indurre il governo di Islamabad ad accanirsi contro la massa di immigrati illegali dal paese confinante in mano ai talebani. Ad avviso dei pakistani il giro di vite sarebbe una diretta conseguenza delle azioni terroristiche e della guerriglia compiute in modo particolare nella provincia settentrionale del Balocistan (Belucistan), la cui paternità viene attribuita da Islamabad ad «agenti operativi residenti in Afghanistan».

MILIZIE ATTIVE A CAVALLO DELLA FRONTIERA

Da Kabul i talebani hanno successivamente esortato il governo pakistano a riconsiderare la sua decisione definendola come «inaccettabile», negando altresì, come per altro ripetuto in passato di fornire rifugio e santuari ai militanti delle formazioni che colpiscono in territorio pakistano. La settimana scorsa, un attentato dinamitardo compiuto in una moschea della città di Mastung, centro urbano situato presso la frontiera afghana, ha provocato la morte di almeno cinquanta persone che partecipavano a una funzione religiosa, tuttavia, il ministro dell’interno di Islamabad, Sarfraz Bugti, non ha ufficialmente collegato questo e altri attacchi terroristici perpetrati nella provincia del Balochistan alla decisione relativa alla repressione degli immigrati illegali afghani.

L’ESPULSIONE DEI PROFUGHI

Nei decenni di guerra che hanno dilaniato l’Afghanistan, soprattutto dal momento del ritorno al potere dei talebani a Kabul nel 2021, il Pakistan ha accolto sul proprio territorio centinaia di migliaia di rifugiati provenuti dall’Afghanistan. Le stime elaborate dall’Onu indicano in circa 1,3 milioni il numero degli afghani registrati come rifugiati, a fronte di altri 880.000 che hanno ricevuto un permesso di soggiorno, sono però 1,7 milioni di persone quelle presenti illegalmente in Pakistan. Si tratta di quella massa di profughi che il governo di Islamabad si appresta a espellere dal proprio territorio o attraverso un allontanamento consensuale oppure una vera e propria deportazione forzata.

I PRIMI CONCENTRAMENTI DI PROFUGHI SENZA SPERANZA

Le autorità di sicurezza di Islamabad non hanno reso noti ulteriori dettagli sulle possibili modalità dell’operazione di ordine pubblico, ma hanno annunciato la costituzione di un’unità che verrà impiegata nell’azione di identificazione e confisca dei beni e delle imprese private facenti capo agli afghani illegalmente presenti sul territorio pakistano. Filtrano notizie relative ai primi concentramenti forzati di cittadini afghani da espellere, tra i quali però figurerebbero anche persone in possesso di uno status legale di rifugiato che gli consentirebbe di rimanere.

IL TURBOLENTO BALOCHISTAN

Il Balochistan, provincia pakistana confinante con l’Afghanistan e l’Iran, area depressa dal punto di vista economico e perdurante teatro di tensioni e frizioni indipendentiste con il centro pakistano, negli ultimi anni è stato interessato dalle attività di diversi gruppi e organizzazioni armate, tra le quali quella jihadista del Tehrik-e Taliban Pakistan (TTP), o talebani pakistani, formazione terroristica affiliata a Islamic State. Il ministero dell’interno di Islamabad ha reso noto che dallo scorso mese di gennaio nella zona a ridosso della frontiera con l’Afghanistan sono stati compiuti ventiquattro attentati suicidi, dei quali oltre la metà attribuiti a terroristi provenienti da santuari in Afghanistan.

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