ALLEVAMENTO, illeciti. Mafia dei pascoli, Santoianni (Aic) plaude a “Operazione Transumanza”: «Importante è vigilare»

L’intervento dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica de L'Aquila e dalla Guardia di Finanza di Pescara, effettuato sull’intero territorio nazionale, ha portato al sequestro di cinque milioni di euro a ventiquattro imprese agricole; trentotto persone sono state accusate del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato

«L’operazione portata avanti con tenacia e determinazione dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica de L’Aquila e dalla Guardia di Finanza di Pescara dimostra come i tentacoli della criminalità organizzata si insinuino da anni nei terreni agricoli da nord a sud della Penisola, con la finalità di lucrare accaparrandosi fondi dell’Unione europea erogati per i giovani che decidono di investire sull’agricoltura conferendo energie nuove nel comparto, oltreché per i piccoli e medi agricoltori, che con sacrificio portano avanti un’attività agricola famigliare», queste le parole di Giuseppino Santoianni, presidente dell’Associazione italiana coltivatori (Aic), a commento della maxi operazione denominata in codice «Transumanza», effettuata sull’intero territorio italiano, che ha portato al sequestro di circa cinque milioni di euro a ventiquattro imprese agricole, mentre trentotto persone sono state accusate del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.

RICETTAZIONE, TRUFFA AGGRAVATA, AUTORICICLAGGIO

«Emergono così – ha quindi proseguito Santoianni – non solo imprese fittizie, ma anche associazioni temporanee d’impresa che si appropriano illecitamente di migliaia di ettari di terreni messi a bando, un vero schiaffo alla legalità, al sacrificio di imprenditrici e imprenditori che affrontano questa concorrenza sleale, ad associazioni del comparto che da decenni lavorano per migliorare le politiche e i servizi all’agricoltura. Al riguardo l’Aic ringrazia e sostiene con forza l’operato della Direzione distrettuale antimafia dell’Aquila e dalla Guardia di Finanza di Pescara, esortando tutti gli organismi competenti a vigilare e prevenire le frodi in un settore che sappiamo risulti fare gola alle organizzazioni mafiose».

OPERAZIONE «TRANSUMANZA»

Truffe all’Unione europea per intascare milioni di euro di fondi pubblici per pascoli inesistenti. All’alba di ieri è scattata l’operazione su vasta scala eseguita dalla Guardia di Finanza di Pescara, diretta e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia de L’Aquila. Sono settantacinque le persone e gli enti coinvolti per complessive venticinque misure cautelari personali, sedici perquisizioni e sequestri preventivi in esecuzione, anche grazie ai mezzi aerei del Reparto operativo aeronavale di Pescara, effettuate in tutta Italia, tra Abruzzo, Puglia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Campania, per un giro di affari illecito su cui si sospetta anche la mano della «mafia foggiana», visto il coinvolgimento di affiliati alle organizzazioni criminali del Gargano.

COINVOLTE LE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI DEL GARGANO

Le indagini, svolte in collaborazione con il Gruppo investigativo criminalità organizzata del Nucleo di polizia economico-finanziaria de L’Aquila e il Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie, sono durate due anni. I militari della Guardia di Finanza hanno effettuato acquisizioni documentali, intercettazioni di oltre centomila conversazioni, ottomila interrogazioni alle banche dati ed accertamenti bancari su più di duecentosettanta conti correnti. Il pool investigativo è così riuscito a tratteggiare l’esistenza di un sodalizio criminale dedito alla perpetrazione, con l’aggravante mafiosa, di frodi a danno del bilancio nazionale e comunitario, che sarebbe stata attuata mediante indebite richieste di contributi per il Fondo europeo agricolo di garanzia (F.E.A.GA) nel settore della Politica agricola comune (Pac).

PASCOLI INESISTENTI

Per truffare Bruxelles, l’associazione per delinquere, che era attiva dal 2014 e della quale farebbero parte tredici persone, avrebbe simulato il possesso dei requisiti necessari per ottenere la disponibilità di terreni e di corrispondenti titoli Pac, rilasciati gratuitamente dalla Riserva nazionale dei titoli ai nuovi giovani imprenditori agricoli. Ad avviso degli investigatori, le nuove imprese agricole fittizie sarebbero state in combutta con altrettante società cooperative agricole o associazioni temporanee di imprese, costituite per fare incetta di migliaia di ettari di terreni la cui concessione ad uso civico veniva messa a bando dai Comuni. Le frodi accertate ammonterebbero a cinque milioni di euro, somme sequestrate a ventiquattro imprese agricole e trentotto persone accusate a vario titolo di autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, truffa aggravata ai danni dello Stato e per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

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