Celebrato questo pomeriggio, davanti a monumento eretto di fronte alla breccia di Porta Pia, il CLIII anniversario della presa di Roma da parte dei bersaglieri dell’esercito dei Savoia. Era il 20 settembre del 1870 quando l’Italia venne unificata con la fine dell’ultimo lembo di terra sul quale esercitava il potere temporale un pontefice.
MASSONI E RADICALI ALLA BRECCIA
Alle cinque del pomeriggio di oggi, sotto una leggera pioggia, un gruppo di massoni facenti capo al Grande Oriente d’Italia, guidati dal loro gran maestro Stefano Bisi, hanno reso omaggio labari alla mano ai caduti di quel breve ma significativo fatto d’arme, «coronamento – per riprendere le parole pronunciate nell’occasione dallo stesso Bisi – di un sogno risorgimentale di un’Italia finalmente unita». Il Grande Oriente d’Italia è membro della Confederazione massonica interamericana (CMI), organizzazione che conta all’incirca 400.000 membri e riunisce ottantaquattro “Grandi Potenze Massoniche” ammesse quali membri e presenti in ventisei paesi del Sud, Centro e Nord America, Caraibi ed Europa.
«LO STATO CLERICO-FASCISTA DI OGGI CELEBRA IL CONCORDATO DEL 1929»
Con loro anche alcuni militanti del Partito Radicale, che hanno accompagnato alla celebrazione il segretario della loro formazione politica, Maurizio Turco. Quest’ultimo ha avuto modo di rendere delle dichiarazioni caustiche nei confronti delle figure istituzionali, poiché esse «dimenticano la liberazione dallo Stato pontificio e quindi l’unità d’Italia, ma ricordano l’11 febbraio, data della firma del Concordato clerico-fascista tra la Chiesa e il regime. Noi crediamo che manifestazioni con la massoneria, come quella di oggi – ha egli aggiunto -, siano il baluardo dello Stato laico in uno Stato che è sempre più chiaramente clerico-fascista nelle sue manifestazioni e nelle sue scelte, nelle sue decisioni e nelle sue dimenticanze, continuando quindi a voler, non celebrare il passato, ma a voler ricordare che c’è un appuntamento con la storia, che è quello della laicizzazione del nostro paese. Qualcosa di vivo che dobbiamo continuare a far vivere e dobbiamo conquistare».
L’ASSENZA DI AUTORITÀ CIVILI E POLITICI ALLA CELEBRAZIONE
Turco ha inoltre sottolineato l’assenza alla cerimonia di Autorità civili e di rappresentanti dello Stato che, a suo avviso, «simbolicamente dovrebbero essere i continuatori di quella storia, la dice lunga sulla volontà di cancellare un passaggio storico fondamentale per l’unità d’Italia. Continueremo anche nei prossimi anni sperando che prima o poi si trovi un Parlamento attento soprattutto a quella che è la storia vera di questo paese». Richiesto dall’inviato di insidertrend.it dell’opinione riguardo a possibili celebrazioni ufficiali parallele a quella di Porta Pia, il segretario del Partito Radicale ha replicato che le Autorità civili e i politici italiani non conferiscono «la rilevanza pari a quella che invece danno all’11 febbraio quando devono festeggiare qualcosa di antistorico, cioè il Concordato tra la Chiesa cattolica e Benito Mussolini. La continuità storica si vede in queste cose: anziché essere qui continuano a essere in continuità con il regime fascista».
A PORTA PIA IL CONCERTO DELLA FANFARE DEI BERSAGLIERI
In seguito, alle ore diciotto, in onore ai caduti della breccia, presso il Museo storico della Specialità dell’Esercito italiano a Portaa Pia ha avuto luogo il concerto della Fanfara dei Bersaglieri Nulli secundus di Roma Capitale, un evento organizzato dall’Associazione nazionale Bersaglieri