DIFESA, Aeronautica militare italiana. Torino Caselle, incidente frecce tricolori: la magistratura indaga sulle cause

Due le ipotesi: «bird strike» e guasto meccanico: la magistratura ha aperto un’inchiesta per i reati di disastro aereo e omicidio colposo; il pilota delle Frecce Tricolore che era ai comandi dell’Aermacchi MB-339 precipitato si dice sgomento: «Penso solo alla piccola Laura»

Sulle cause dell’incidente sta indagando la Procura della Repubblica di Ivrea (i reati sono quelli di disastro aereo e omicidio colposo), tuttavia sono due le ipotesi maggiormente accreditate: l’inghiottimento di un uccello in volo da parte del propulsore dell’Aermacchi MB-339 e il guasto meccanico. Ad avvalorare maggiormente la prima di queste ipotesi deporrebbe la registrazione audio delle comunicazioni radio trasmesse dal pilota del Pony 4 delle Frecce tricolori con la torre di controllo, dal quale è emerso come il primo abbia lanciato un allarme: «problema al motore, bird strike».

LE DUE IPOTESI SULLE CAUSE DELL’INCIDENTE

Il pilota ai comandi del velivolo che si è schiantato sull’autovettura in transito sulla strada che costeggiava il muro perimetrale dell’aeroporto di Caselle, provocando la morte di una bambina di cinque anni (Laura Origliasso) e il ferimento dei tre membri della sua famiglia, è il maggiore trentacinquenne Oscar Del Dò, da quattro anni terzo gregario sinistro delle Frecce tricolori e con alle spalle oltre duemila ore di volo. Il militare ha fornito una sua prima versione dei fatti: «Ho tenuto finché ho potuto – ha dichiarato al riguardo -, poi ho dovuto lanciarmi altrimenti mi sarei schianto con l’aereo».

LA VERSIONE RESA DAL PILOTA

Egli ha affermato inoltre di non aver visto l’autovettura  in transito, ma di essersi reso conto dell’incendio soltanto una volta presa terra con il paracadute. «Sono corso verso il fuoco – ha aggiunto -, ma un uomo mi ha fermato e mi ha detto che avevo ucciso una bambina». Dal Ministero della Difesa il capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare italiana, generale Aerea Luca Goretti, mediante un comunicato stampa diffuso nel tardo pomeriggio di ieri ha fatto pervenire a nome di tutta la Forza armata lo «sgomento» per quanto accaduto presso l’aeroporto di Torino, affermando che l’Aeronautica militare «si stringe alla famiglia della bambina rimasta vittima dell’incidente aereo».

IL COMUNICATO DELL’AERONAUTICA MILITARE

Egli ha altresì aggiunto che sono attesi «con speranza e fiducia gli aggiornamenti sulle condizioni del secondo bambino e dei genitori». La formazione delle Frecce tricolori era appena decollata dalla pista di Caselle per dirigersi su Vercelli, dove avrebbe dovuto effettuare un’esibizione aerea, quando il velivolo Pony 4 pilotato ha perso quota ed è precipitato al suolo. Il pilota, immediatamente prima dell’impatto è riuscito ad eseguire la manovra di eiezione dall’abitacolo del velivolo, salvandosi col paracadute.

LA VERSIONE RESA DALLA FORZA ARMATA

Intervenendo in diretta a Sky TG24, il responsabile della comunicazione dell’Aeronautica militare italiana, Urbano Floreani, ha dichiarato che «quello che si è osservato in volo e che è stato riportato è un impatto con volatili. Purtroppo questo è successo nella fase di decollo dove la quota è minima, quindi gli aeroplani sono in fase di decollo e la velocità anche». Riferendosi poi alla condotta del pilota del Pony 4, egli ha sottolineato come questi abbia «provato tutte le manovre per la riaccensione del motore, ma non sono andate a buon fine; ha pilotato l’aeroplano in una zona disabitata all’interno del recinto aeroportuale, ma purtroppo l’impatto ha fatto in modo che alcuni resti del velivolo superassero la recinzione e si è verificata una tragica fatalità. Se guardiamo le immagini dell’alto e della dinamica, comprendiamo come effettivamente sia stata proprio una coincidenza. Sì, è stato riportato un impatto con volatili, questo è corretto».

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