CINEMA, eventi. Roma: Festival di Film Villa Medici 2023

Oggi la domanda ontologica del cinema non è più «che cosa è un'immagine giusta?», bensì «che cosa è un'immagine reale?», poiché le immagini generate dalle macchine si incastrano letteralmente nella mente umana modificando conseguentemente il rapporto di realtà che con esso viene intrattenuto; il risultato è la creazione di un “territorio terzo” nel quale lo sguardo del cineasta deve reinventarsi per esistere e affermare un punto di vista sul mondo

Nell’ambito della terza edizione del Festival di Film di Villa Medici, che si terrà a Roma da mercoledì 13 a domenica 17 settembre 2023, saranno presentati dodici film in competizione internazionale. Tra queste produzioni, di tutte le durate e i generi, anche due film presentati in prima mondiale e dieci in prima italiana. Parallelamente ai dodici film della competizione internazionale, nella sezione Focus saranno presentati alcuni film fuori concorso con carta bianca da parte dei membri della giuria. Infine, cinque proiezioni all’aperto sul piazzale di Villa Medici, scandiranno le serate del festival.

SETTEMBRE A VILLA MEDICI

Il prossimo settembre registi e pensatori di tutti i continenti si ritroveranno a Villa Medici per celebrare la vitalità delle pratiche cinematografiche contemporanee attraverso una selezione di proposte (film d’autore, cinema d’essai, fiction o documentari) che si distinguono per l’originalità del discorso o della forma. La giuria del festival, composta da Alice Diop, Cyprien Gaillard e Chiara Parisi, svelerà il suo palmarès durante la grande serata di sabato 16 settembre. Assegnerà due premi: il Premio Villa Medici per il miglior film e il Premio della Giuria per un film particolarmente apprezzato dalla commissione. Questi premi, che prevedono compensi in denaro, offriranno l’opportunità ai due registi di soggiornare presso Villa Medici a fini creativi o di ricerca.

DODICI FILM IN CONCORSO INTERNAZIONALE

18.000 Worlds, di Saodat Ismailova (2023, Uzbekistan, Paesi Bassi, 30′), prima mondiale. Secondo il mistico del XII secolo Shihab al-Din Yahya al-Suhrawardi, il mondo in cui viviamo è solo uno dei 18.000 che compongono l’universo; il film 18.000 Worlds è concepito come un racconto video che richiama l’attenzione su un mondo che perde il contatto con gli antenati, e dove il pericolo di perdere forme di conoscenza è reale.

Abattoir U.S.A.!, di Aria Dean (2023, Stati Uniti d’America, 10′), prima mondiale. Abattoir, U.S.A.! esamina l’interno di un mattatoio vuoto progettato utilizzando un motore di tecnologia 3D per videogiochi (unreal engine), presentandolo come un luogo in cui viene prodotto il confine tra l’uomo, l’animale e la macchina e in cui viene messa a nudo l’intimità del modernismo con la morte.

Banel & Adama, di Ramata-Toulaye Sy (2023, Francia, Senegal, Mali, 87′), prima italiana. Banel e Adama sono perdutamente innamorati. Questa giovane coppia sposata vive in un villaggio isolato del Senegal, tuttavia, il loro amore perfetto si scontra con i costumi della loro comunità, poiché in questo mondo non c’è posto per la passione, tanto meno per il caos.

Capital, di Basma al-Sharif (2023, Egitto, Italia, Germania, 17′), prima italiana. Un ventriloquo, canzoni e spot pubblicitari ritraggono un periodo fascista apparentemente passato.

El auge del humano 3 (The human suerge 3), di Eduardo Williams (2023, Argentina, Portogallo, Brasile, Paesi Bassi, Taiwan, Hong Kong, Sri Lanka, Perù, 121′), prima italiana. Diversi gruppi di amici vagano in un universo buio, piovoso e ventoso. Trascorrono del tempo insieme, cercando di sfuggire ai loro deprimenti lavori e di imboccare la strada verso nuovi orizzonti.

How I became a communist, di Declan Clarke (2023, Irlanda, 55′), prima italiana. Con un racconto popolare europeo, il film evoca la scomparsa del movimento politico della sinistra unificata. Descrive anche la vita quotidiana di una donna anziana che gestisce una fattoria al confine tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda.

La imatage permanent (The permanent picture), di Laura Ferrés (2023, Spagna, Francia, 94′), prima italiana. Antonia, madre adolescente, scompare nel cuore della notte, abbandonando il suo neonato. Cinquant’anni dopo, Carmen, introversa direttrice di casting, è alla ricerca di persone che condividano le loro esperienze. Nella sua ricerca, Carmen incontrerà Antonia.

Mast-del, di Maryam Tafakory (2023, Iran, Regno Unito, 17′), prima italiana. Canzone d’amore che non supererebbe mai la censura, Mast-del parla di corpi e desideri proibiti, sia all’interno che all’esterno del cinema iraniano del dopo rivoluzione.

Mon pire ennemi, di Mehran Tamadon (2023, Francia, 81′), prima italiana. Mojtaba, Hamzeh, Zar e altri hanno subito interrogatori ideologici in Iran, in diversi periodi della loro vita. Mehran Tamadon, il regista, chiede loro di sottoporlo a un interrogatorio nel modo in cui potrebbe condurlo un agente della polizia della Repubblica islamica.

Nafura, di Paul Heintz (2023, Francia, 27′), prima italiana. Un road movie che si svolge una sera d’inverno in un luogo non meglio precisato della Penisola arabica. Tre amiche, per ingannare la noia, si lanciano in una lotta verbale che porta a una riflessione sul potere e sui divieti.

Pacific Club, di Valentin Noujaïm (2022, Francia, 16′), prima italiana. Nel 1979 viene inaugurato il Pacific Club nei sotterranei de La Défense a Parigi, e diventa il primo nightclub ad accogliere gli arabi della periferia. Azedine, che all’epoca aveva diciotto anni, ci racconta la storia dimenticata di questo club.

Revolution der augen (Revolution of the eyes), di Friederike Pezold (Pezoldo) (2022, Austria, 75′), prima italiana. Immagini, troppo numerose, troppo rapide, troppo forti, che disperdono il nostro sguardo, silurano la percezione e accendono il cervello. Revolution of the Eyes prescrive dei “look-pauses” per contrastare il «sovradosaggio di immagini digitali di merda»: concentrazione dello sguardo attraverso immagini ridotte all’essenziale, immagini celebrate per il loro stile e la loro durata.

SEI APPUNTAMENTI «FOCUS»

La sezione Focus presenta invece film di artisti fuori concorso e carte bianche che invitano a esplorazioni cinematografiche singolari e permettono di condividere momenti speciali con i membri della giuria, gli artisti e i registi.

Tre carte bianche ai membri della giuria: Alice Diop, Cyprien Gaillard e Chiara Parisi; le carte bianche propongono al pubblico di entrare nell’universo cinematografico e artistico dei membri della giuria Alice Diop, Cyprien Gaillard e Chiara Parisi, durante una sessione inedita, fatta di film scelti nel proprio corpus, altri che li hanno ispirati o che vogliono farci (ri)scoprire. La cineasta Alice Diop presenta una selezione della Cinémathèque des banlieues: L’Amour existe (Maurice Pialat, 1960), La voix des autres (Fatima Kaci, 2023) con il suo Vers la tendresse (2016). L’artista Cyprien Gaillard proietta in sala due dei suoi film: Cities of Gold and Mirrors (2009) e Ocean II Ocean (2019) in dialogo con il sorprendente L’Ordre di Jean-Daniel Pollet (1973). La direttrice del Centre Pompidou-Metz, Chiara Parisi, propone al pubblico di scoprire Strates (Bintou Dembélé, 2016), Sue (Elisabetta Larosa, 2021) e All-in (Mohamed Bourouissa, 2012).

Contrechamp Ismaïl Bahri / Marguerite Duras / Francis Alÿs. L’artista Ismaïl Bahri, borsista 2023-2024 di Villa Medici, propone una riflessione sull’apparizione dell’immagine e una traversata di Tunisi a tentoni, Apparition (2020) e Orientations (2010) a confronto con i film Les mains négatives (1979) di Marguerite Duras e Reel-Unreel di Francis Alÿs (2011) che tentano entrambi una traversata della città, Parigi all’alba e Kabul.

Contrechamp Madison Bycroft / Suzan Pitt. L’artista Madison Bycroft, borsista 2023-2024 di Villa Medici, interpreta nel suo film Charlotte (2023) la confusione dei generi e delle specie, in una rivisitazione di un personaggio del XVIIIesimo secolo, il cavaliere d’Eon, diplomatico appassionato di botanica, ma anche enigma storico. Il film dialoga con Asparagus (1979), sorprendente animazione realizzata dall’americana Suzan Pitt.

Contrechamp Mali Arun. La Maison (2019), è un film documentario della cineasta Mali Arun, borsista 2023-2024 di Villa Medici, che ha piazzato la sua cinepresa in una casa singolare, aperta alla gente, ai vivi, ai saggi e ai pazzi, ma anche al vento, alla pioggia.

CINQUE SERATE DEL PIAZZALE

Parallelamente alla competizione ufficiale dei film proiettati durante la giornata, il pubblico del festival si riunisce ogni sera sul Piazzale, davanti alla facciata storica e ai giardini di Villa Medici, per proiezioni all’aperto di film recenti che includono numerose anteprime, ma anche classici del cinema in versione restaurata. Per questa terza edizione del festival, il film Mauvais Sang di Leos Carax, restaurato grazie al contributo di Chanel, sarà oggetto di una proiezione speciale giovedì 14 settembre in presenza del regista. Un incontro eccezionale sarà anche organizzato con lui durante la settimana del festival; i programma completo sarà disponibile su www.villamedici.it

IL FESTIVAL IN CIFRE

Proiezioni eccezionali dal 13 al 17 settembre 2023; cinque giorni di festival negli spazi storici di Villa Medici; tre sale, delle quali una a schermo all’aperto, in grado di accogliere fino a cinquecento spettatori a serata; quaranta proiezioni di film internazionali; due premi assegnati al termine del Festival; masterclass e incontri con i registi, tremilacinquecento ingressi in occasione del Festival 2022; selezione di libri sul cinema della Librairie 7L.

 FESTIVAL FILM DI VILLA MEDICI 2023: COMITATO ORGANIZZATIVO

Il comitato organizzativo del Festival di Film di Villa Medici è composto da Alizée Alexandre (responsabile della programmazione culturale dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici), Lili Hinstin (programmatrice e direttrice artistica di festival), Laurent Perreau (autore e regista), Sam Stourdzé (direttore dell’Accademia di Francia a Roma Villa Medici) e Véronique Terrier Hermann (storica dell’arte e programmatrice).

COMITATO DI SELEZIONE 2023

Ogni anno viene nominato un comitato di selezione per scegliere i film in concorso. Leonardo Bigazzi è curatore del Festival “Lo Schermo dell’Arte” dal 2008 e di VISIO European Programme on Artists’ Moving Images dal 2012. Dal 2020 lavora anche come curatore presso la Fondazione In Between Art Film, dove è responsabile della commissione e della produzione di film d’artista.

Mathilde Henrot è produttrice di film d’arte (in particolare dei film d’arte dell’artista Camille Henrot) e curatrice, in particolare dei festival di Locarno e Sarajevo. È anche fondatrice dei siti web Festival Scope e Festival Scope Pro, insieme ad Alessandro Raja.

Lili Hinstin è programmatrice di festival e direttrice artistica. È stata responsabile del cinema a Villa Medici tra il 2005 e il 2009, per poi diventare programmatrice del festival Cinéma du Réel dal 2010 al 2013. Lili Hinstin è poi diventata direttrice artistica del Belfort Film Festival (2013-2018), del Locarno International Film Festival (2018-2020). È direttrice della programmazione del Festival Internazionale di Biarritz – Nouvelles Vagues.

Valentine Umansky in passato ha collaborato con diverse istituzioni dedicate alle arti visive e attualmente è curatrice presso la Tate Modern di Londra. Tra il 2015 e il 2020 ha ricoperto incarichi negli Stati Uniti presso l’International Center of Photography, il Museum of Modern Art e il Contemporary Arts Center di Cincinnati. È anche curatrice e autrice.

film.festival@villamedici.it

CHANEL E IL CINEMA

Chanel è fiera di sostenere il Festival di Film di Villa Medici per il secondo anno consecutivo. Questo evento dedicato alla settima arte rientra nella continuità dei legami di Chanel con la creazione cinematografica e in particolare con il cinema italiano, avviati dall’inizio del XX secolo da Gabrielle Chanel, la quale coltivava amicizie creative con i più importanti registi del suo tempo e vestiva le attrici (tanto sullo schermo quanto nella vita quotidiana), tra cui Romy Schneider in Il lavoro di Luchino Visconti, terzo episodio del film Boccaccio ’70, e Jeanne Moreau quando recitava con l’attrice italiana Monica Vitti nel La Notte di Michelangelo Antonioni. Chanel promuove la creazione, la conservazione e il restauro di capolavori cinematografici. Infatti, la versione restaurata, grazie al sostegno di Chanel, di Mauvais Sang di Leos Carax sarà oggetto di una proiezione alla presenza del regista il 14 settembre, nell’ambito del festival. La maison ha anche patrocinato la produzione di Annette (2021) e il restauro di Boy Meets Girl (2022) dello stesso autore.

ACCADEMIA DI FRANCIA A ROMA

Fondata nel 1666 per volontà di Luigi XIV, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici è un’istituzione francese che dal 1803 ha sede a Villa Medici, un edificio risalente al XV secolo circondato da un parco di sette ettari sul colle Pincio, nel cuore di Roma. Si tratta di un’istituzione pubblica nazionale sotto la tutela del Ministero della Cultura francese che persegue oggi tre missioni principali: accogliere in residenza artisti, creatori e creatrici e storici dell’arte di spicco per soggiorni brevi o annuali; promuovere programmi culturali e artistici rivolti al grande pubblico, in grado di integrare tutte le forme dell’arte e i campi della creazione artistica; conservare, restaurare, studiare e valorizzare le sue collezioni e il suo patrimonio architettonico e paesaggistico. È diretta da Sam Stourdzé.

CINEMA A VILLA MEDICI

Dal 1974, l’Accademia di Francia a Roma ospita cineasti, sceneggiatori e artisti visivi che realizzano film. Tra questi, Théodora Barat, Éric Baudelaire, Xavier Beauvois, Yasmina Benabderrahmane, Clément Cogitore, Benjamin Crotty, Caroline Deruas, Mitra Farahani, Lola Gonzàlez, Evangelia Kranioti, Nora Martirosyan, Valérie Mréjen e Thomas Salvador. Dal 2021, Villa Medici ha stretto una partnership con la piattaforma di video-on-demand Tënk per creare le Residenze Documentarie Villa Medici x Tënk per sostenere la produzione di documentari contemporanei.

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