GIUSTIZIA, carceri e detenzione. Un’argomento scomodo: la realtà dietro le sbarre

Prima della riforma Madia sul turn-over il personale di polizia penitenziaria in servizio ammontava a 44.000 unità, ma da allora sono aumentati i padiglioni e le tipologie carcerarie. Oggi, distribuiti su vari turni di servizio e incaricati di diverse mansioni, ci sono 36.000 elementi della Polizia penitenziaria a fornte dei 43.000 che sarebbero invece necessari. I detenuti astretti in celle sovraffollate sono 57.000, a fronte di una capienza regolamentare (ma alcune sezioni dei carceri sono chiuse per ristrutturazione o perché inagibili) pari a 51.000 posti, una popolazione carceraria alla quale vanno poi aggiunte 60.000 persone condannate a misure alternative al carcere

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Il Fronte delle carceri è il titolo della trasmissione de “Le Interviste”, serie televisiva curata dal giornalista Giuseppe Castellini, direttore del “Nuovo Giornale Nazionale”. Questa volta ai suoi microfoni sono intervenuti Mattia d’Ambrosio e Riccardo Laureti, rispettivamente segretario generale aggiunto della Federazione Nazionale Sicurezza della Cisl (Fns Cisl) e segretario regionale dell’Umbria della stessa sigla sindacale del comparto Sicurezza.

UNA SPIETATA FOTOGRAFIA DELLA REALTÀ

Forse non è noto a tutta l’opinione pubblica quale sia il livello di degrado e criticità nel quale versa ormai da anni l’universo della detenzione in Italia. Si tratta infatti di un argomento scomodo, al pari di qualsiasi altro concernente servizi della Pubblica amministrazione che tutti vorrebbero relegati lontano dai propri contesti esistenziali, oltre quell’ideale pomerio dove confinare ciò che genera fastidi, sia fisici che psicologici. Ed ecco quindi le discariche sociali costituite da molti istituti di prevenzione e pena, così come un tempo lo erano i manicomi, collocati sempre fuori dalle città. Tuttavia la situazione, a un certo punto e a certe condizioni, esplode. Come si è verificato nel vecchio carcere romano di Regina Coeli alcuni giorni fa, dove, se la tensione e le violenze (che sono comunque quotidiane) non sono degenerate è stato in primo luogo per la capacità del personale della Polizia penitenziaria in servizio che è intervenuto per sedare lo scontro e la rivolta, personale per altro perennemente sotto organico.

CARCERI SOVRAFFOLLATE

Dalle loro testimonianze emerge un quadro puntuale della situazione delle carceri italiane, nelle quali viene registrata la carenza di 6.000 agenti nelle piante organiche (200 in Umbria), cioè almeno il 20% in meno di quanto sarebbe necessario, a fronte di un sovraffollamento carcerario pari al 12%, ma con picchi più elevati in alcune (non poche) strutture, una popolazione di detenuti formata al 30% da stranieri. Dall’analisi delle attuali realtà delle quattro carceri umbre (Orvieto, Perugia, Spoleto e Terni) emerge comunque un quadro indicativo dell’intera situazione italiana, caratterizzata dalla carenza di tipologie carcerarie specifiche, a partire da quelle per i detenuti che hanno seri problemi di salute mentale, che dovrebbero venire ricoverati in strutture dedicate (le Rems) che sono frequentemente protagonisti delle aggressioni agli altri detenuti e al personale della Polizia penitenziaria, quando non di episodi di autolesionismo.

LA CARENZA DI ORGANICO

Affermano i sindacalisti intervenuti nella trasmissione condotta da Castellini che prima della riforma Madia sul turn-over il personale di polizia penitenziaria in servizio ammontava a 44.000 unità, ma da allora sono aumentati i padiglioni e le tipologie carcerarie. Oggi, distribuiti su vari turni di servizio e incaricati di diverse mansioni, ci sono 36.000 elementi della Polizia penitenziaria a fornte dei 43.000 che sarebbero invece necessari. I detenuti astretti in celle sovraffollate sono 57.000, a fronte di una capienza regolamentare (ma alcune sezioni dei carceri sono chiuse per ristrutturazione o perché inagibili) pari a 51.000 posti, una popolazione carceraria alla quale vanno poi aggiunte 60.000 persone condannate a misure alternative al carcere. La trasmissione “Le Interviste”, di Giuseppe Castellini, è stata prodotta dal “Nuovo Giornale Nazionale” e realizzata grazie all’assistenza tecnica fornita da Gamma Multimedia Italia.

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