IMMOBILIARE, affitti brevi. Il senato all’Ue: «Riconoscere figura property manager»; per AIGAB è una «giornata storica»

Accolta la richiesta dell’Associazione italiana gestori affitti brevi (AIGAB), nata due anni e mezzo fa per dare rappresentanza istituzionale alla figura del «property manager», chiedendone il riconoscimento quale gestore professionale e persona giuridica che svolge, anche in qualità di intermediario per conto del locatore, servizi di locazione di alloggi a breve termine che includono le attività di promozione online mediante una o più piattaforme, incasso dei corrispettivi, accoglienza degli ospiti, gestione delle pulizie dell’unità immobiliare e altri servizi connessi all’accoglienza e alla manutenzione. È la prima volta che la figura del property manager viene citata in un atto del Parlamento, che, di fatto, interviene sul progetto di legge europeo segnalando i punti e i temi che dovranno essere oggetto di emendamento

Roma, 30 marzo 2023 – La IV Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato ha approvato nelle ultime ore la Risoluzione XVIII-bis, n. 4 sulla proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla raccolta e alla condivisione dei dati riguardanti i servizi di locazione di alloggi a breve termine, esprimendo sostanzalmente parere positivo riguardo al fatto che l’Unione europea proceda a regolamentare il settore.

REGOLAMENTARE IL SETTORE

Risoluzione evidenzia alcune questioni e riporta nero su bianco le indicazioni prodotte dal Senato della Repubblica, che verranno trasmesse, tra gli altri, al Governo, al Consiglio dell’Unione europea, al Parlamento europeo e alla Commissione europea, tutti interlocutori privilegiati nell’iter legislativo della proposta che dovranno tenere conto della posizione assunta sulla materia da Palazzo Madama. Tra le indicazioni giunte da quest’ultimo si rinviene un passaggio su di un tema che è tra i cavalli di battaglia di AIGAB, ovvero l’indicazione esplicita, quindi il riconoscimento, della figura del property manager o “gestore professionale”. Si legge infatti nelle varie richieste di emendamento presenti nella memoria depositata da AIGAB in Senato dopo l’audizione del presidente Marco Celani (che ha avuto luogo il 9 marzo scorso), che «si tratta di una persona giuridica che svolge, anche come intermediario per conto del locatore, servizi di locazione di alloggi a breve termine che comprendono le attività di promozione online mediante una o più piattaforme online, incasso dei corrispettivi, accoglienza degli ospiti, gestione delle attività di pulizia dell’unità e altri servizi connessi all’accoglienza e alla manutenzione dell’unità».

LA FIGURA DEL PROPERTY MANAGER

Ebbene, la risoluzione approvata dalla IV Commissione del Senato ha fatto propria la richiesta di AIGAB, ponendola nero su bianco nelle sue indicazioni al Governo e alle Istituzioni europee, riportando altresì che «altro aspetto importante è quello di considerare anche la figura dell’intermediario a cui molto spesso i proprietari affidano la gestione dei propri appartamenti, per la loro inserzione nelle piattaforme online, ai fini della locazione a breve termine. Sarebbe opportuno disciplinare ciò che rappresenta oggi la realtà più diffusa, ovvero l’intermediazione di piccole società di servizi che prendono in carico l’unità e provvedono a tutti gli adempimenti di legge previsti in capo ai proprietari, spesso con grandi difficoltà dovute all’assenza di facilitazioni operative. Peraltro tali intermediari, o “property manager” sono quelli che hanno contezza dell’intera gestione degli immobili, che spesso sono locati direttamente dal proprietario o dall’intermediario stesso, senza passare per le piattaforme online. In tal modo si garantirebbe un quadro più completo e preciso dei dati relativi al settore delle locazioni brevi».

È L’INIZIO DI UN PERCORSO

Ad avviso dello stesso Celani «è un passaggio storico per gli imprenditori che rappresentiamo e per tutti i gestori professionali che si riconoscono nella categoria dei property manager che finalmente siamo riusciti a porre al centro del dibattito politico nazionale e internazionale, perché venga riconosciuta in quanto figura fondamentale di raccordo tra le Istituzioni, i proprietari degli immobili messi a reddito con gli affitti brevi e i viaggiatori. Certo, siamo solo all’inizio di un percorso che sarà lungo e difficile ma siamo determinati e non ci tireremo indietro confidando in questo anche nel supporto del Governo e gli europarlamentari italiani tutti». Associazione italiana gestori affitti brevi (AIGAB, www.aigab.it), si è costituita nell’ottobre 2020 su impulso degli amministratori delegati delle principali imprese italiane che operano sul mercato del turismo professionale in appartamento, i cosiddetti affitti brevi. Si tratta di Marco Celani, amministratore delegato di Italianway e presidente di AIGAB, Michele Ridolfo amministratore delegato di Wonderful Italy e vicepresidente di AIGAB, Francesco Zorgno, CEO di CleanBnB, Davide Ravalli con Altido e Rocco Lomazzi con Sweetguest, tutti consiglieri di AIGAB.

QUANTO VALE IL VACATION RENTAL IN ITALIA

AIGAB rappresenta circa 220 operatori professionali del settore, società con migliaia di dipendenti, circa 20.000 case in gestione in tutta Italia e 300 milioni di euro di prodotto interno lordo (Pil) prodotto per il Paese, sentiamo il dovere di chiarire, dati alla mano, il perimetro del mercato degli affitti brevi in Italia. Rispetto all’asset delle seconde case degli italiani non utilizzate, circa 6,3 milioni, quelle immesse nel circuito del vacation rental sono solo 600.000. Di queste circa 200mila sono gestite da aziende. Complessivamente, gli operatori professionali sono tra i 20.000 e i 30.000, con un indotto nel mondo del lavoro oscillante tra le 120.000 e 150.000 persone. Il vacation rental vale circa 10 miliardi di euro, dei quali quasi 7 intermediati da Online Travel Agencies straniere (Booking.com, Airbnb, Expedia, ecc.) con 600.000 alloggi online; un raddoppio dimensionale guidato dall’aumento degli immobili online può incrementare il Pil senza investimenti pubblici, solo grazie a interventi normativi.

CEDOLARE SECCA E IVA

Secondo le stime del Centro studi AIGAB, lo Stato dovrebbe essere in grado di raccogliere già oggi circa un miliardo all’anno da cedolare secca e 300.000 dall’Iva sulle commissioni di gestione. L’esecutivo può porsi l’obiettivo di facilitare l’immissione di case già esistenti online, semplificando la normativa, puntando al raddoppio in tre anni, ottenendo 20 miliardi di valore del comparto che possono valerne 50 di Pil complessivo, dei quali 2,6 a titolo di cedolare secca e Iva su commissioni (senza contare la tassa di soggiorno, i maggiori introiti per fiscalità da nuovi contributi, Irpef, Irap, Ires). Le persone impiegate nel settore possono arrivare al numero di 300.000, sempre più stabili con l’allungamento delle stagionalità e professionalizzati grazie alla digitalizzazione.

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