CULTURA, futuristi. Vita di un sovversivo: Rachele Ferrario, in dialogo con Gabriella Belli, racconta Umberto Boccioni

Atteso appuntamento al Teatrino di Palazzo Maffei, oggi, sabato 11 marzo alle ore 16:00, con l’autrice di una coinvolgente biografia sul capofila del Futurismo, ricca di nuovi spunti. La storica e critica d’arte, mostrandone la straordinaria forza sovversiva, ripercorrerà infatti la vita e l’opera dell'artista, spentosi a Verona nel 1916 a seguito di una caduta da cavallo. Ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili

Non ci può essere contesto migliore di Palazzo Maffei Casa Museo a Verona, con la preziosa sezione dedicata all’arte futurista della collezione Carlon, per ripercorre la vita e la figura di Umberto Boccioni insieme a Rachele Ferrario, storica e critica d’arte, insegnante all’Accademia di Brera, curatrice di mostre e autrice dell’appassionante biografia pubblicata nel novembre 2022 (Mondadori, Le scie) Umberto Boccioni. Vita di un sovversivo. Rachele Ferrario ci ha abituati a intense opere biografiche e ritratti di artisti, di cui sa essere coinvolgente narratrice, e sabato alle ore 16:00 (nel quadro degli appuntamenti promossi dalla Casa Museo nel Teatrino di Palazzo Maffei) sarà lei a ripercorrere la breve ma intensa esistenza di Boccioni, in dialogo con Gabriella Belli, storica dell’arte e grande esperta di futurismo nonché presidente del comitato scientifico di Palazzo Maffei Casa Museo.

LA BREVE MA INTENSA VITA DI UMBERTO BOCCIONI

«Morto a soli trentatré anni – afferma l’autrice -, Boccioni è l’antesignano dell’artista contemporaneo. Avrebbe potuto dipingere altri capolavori straordinari, ma ha fatto comunque in tempo a lasciare una grande traccia di sé e della sua ricca esperienza di vita. Ho scritto la sua biografia partendo dalle opere realizzate che testimoniano il pensiero e la modernità di questo artista e ho cercato di restituire il suo piglio sovversivo nel contesto del tempo: un atteggiamento che poco ha a che fare con le vicende politiche del fascismo, perché Boccioni è un uomo libero che sovverte le regole nell’arte e nella vita; perché è artista d’avanguardia e per l’avanguardia l’arte coincide con la vita».

STORIA BURRASCOSA DI UN FUTURISTA

Il volume ricostruisce la storia burrascosa e per molti aspetti poco nota del grande artista capofila del Futurismo. Dall’infanzia tra Morciano di Romagna e Padova, all’apprendistato romano con Balla, l’amicizia con Sironi e Severini, il legame con Marinetti, l’amore con Margherita Sarfatti, i viaggi nella Russia degli zar e nella Parigi di Picasso, l’arresto, le risse nella Milano incandescente d’inizio secolo. «Boccioni vive con trasporto ed entusiasmo le trasformazioni di inizio secolo – spiega Gabriella Belli -, il movimento, la luce elettrica, i treni in corsa, l’effervescenza e l’energia che si respirava nelle città più dinamiche. Con Tommaso Marinetti collabora alla stesura del Manifesto tecnico del movimento futurista e poi insieme a Carrà, Russolo, Balla e Severini scrive il Manifesto dei pittori futuristi. La sua arte condensa gli stimoli, le novità e le tensioni di questo nuovo sentire».

MORTE A VERONA

Per un fatto totalmente casuale, Verona conserva la tomba di Boccioni nel suo Cimitero monumentale: l’artista, arruolatosi volontario allo scoppio della Prima guerra mondiale, morì per una caduta di cavallo all’ospedale militare della città scaligera. In questo modo, tuttavia, Verona divenne meta negli anni seguenti di tanti artisti che guardarono all’esempio dell’arte di Boccioni. Quasi un senso di riconoscenza verso un assoluto precursore, analogo a quello che pervade il cartone esposto a Palazzo Maffei Casa Museo, “Linea forza del pugno di Boccioni”, con cui Giacomo Balla ricorda il colpo sferrato dall’amico defunto “al passatismo e al ventre molle della borghesia”, a riprova di quanto Boccioni nel breve percorso compiuto abbia influito sugli sviluppi futuri.

LE OPERE DELLA COLLEZIONE CARLON

Le opere dell’artista conservate in Collezione Carlon, che pure sono lavori giovanili datati 1906 e 1907 – una notissima veduta de “Il Canal Grande a Venezia” e una “Figura seduta di donna” – mostrano un momento cruciale di questo percorso, con una reinterpretazione di modelli passati in chiave assolutamente innovativa e il passaggio da un linguaggio prettamente divisionista “a una tavolozza frammentata, fatta di pennellate a segmenti che mirano a restituire il dinamismo dei raggi di luce sui corpi e sugli oggetti”. In quegli stessi anni Boccioni scriveva: “Tutto il passato, meravigliosamente grande, m’opprime io voglio del nuovo!”. Arriveranno di lì a poco opere chiave come “La città che sale” oggi al MoMA di New York, “Idolo moderno” e “Forme uniche della continuità nello spazio”.

RACHELE FERRARIO

Rachele Ferrario, storica e critica d’arte, insegna all’Accademia di Belle Arti di Brera. Cura mostre e dirige l’Archivio Paresce di cui ha pubblicato la biografia (Lo scrittore che dipinse l’atomo. Vita di René Paresce da Palermo a Parigi, Sellerio, 2005) e il catalogo generale (Skira, 2012). Ha scritto Les Italiens. Sette artisti alla conquista di Parigi (Utet, 2017). Dal 2010 è autrice Mondadori per cui ha scritto Regina di quadri. Vita e passioni di Palma Bucarelli (2010, 2020), Margherita Sarfatti. La regina dell’arte nell’Italia fascista (2015) e Le signore dell’arte. Quattro artiste italiane che hanno cambiato il nostro modo di raffigurare il mondo (2012), con i ritratti di Carol Rama, Carla Accardi, Giosetta Fioroni e Marisa Merz. Collabora con il «Corriere della Sera» e Rai Storia.

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