VATICANO, dinamiche curiali e diritto canonico. Dopo la rinunzia al pontificato di Benedetto XVI dentro le Mura leonine si teme che il precedente divenga prassi

Il canone 332 è divenuto lo spettro che alimenta le inquietudini di parte della Curia romana e dei fedeli, poiché oltre Tevere è divenuto fondato il timore che il prossimo pontefice a lasciare lo scranno petrino possa essere Bergoglio. Joseph Aloisius Ratzinger è morto: la Chiesa cattolica supera dunque la lunga fase di ambiguità segnata dalla coesistenza di due papi, dei quali uno «attivo» e l’altro «contemplativo». Ma lo sconvolgimento ormai c’è stato. Nella unica, fisica, persona del Papa coincidono formalmente il Sommo Pontefice della Chiesa universale, l’Arcivescovo metropolita della Provincia romana e il sovrano dello Stato della Città del Vaticano: ruoli, prerogative, protocollo e simbologie a esso attinenti sono stati argomento di discussione nel corso della presentazione del saggio “Papa, non più papa”, evento che ha avuto luogo a Roma presso la Società Dante Alighieri; insidertrend.it era presente con i suoi microfoni (A499)

Il protocollo pontificio assume un’importanza fondamentale nella comunicazione, soprattutto in tempi caratterizzati da ambiguità spesso fuorvianti. Infatti, ogni gesto e simbolo esprimono il primato del romano pontefice, la sua autorappresentazione in funzione della effettiva piramide del potere clericale.

SIMBOLI FORTI E INCERTE PROSPETTIVE

Si tratta di elementi che sovente (forse necessariamente) stampa e commentatori riducono a immagini al limite del folcloristico e dell’oleografico, ma in fondo essi sono chiamati a svolgere l’indefettibile duplice ruolo di mediatori e persuasori, in una società come quella attuale che è della comunicazione, dell’immagine e della sensazione a scapito del ragionamento. Ed ecco, allora, l’accendersi dei riflettori sulla mozzetta candida indossata sulle spalle da Papa Francesco in occasione del suo ultimo incontro con il suo predecessore, il rinunziatario Benedetto XVI; due papi vestiti di bianco, simbolo di innocenza e carità, e il rosso, invece evocativo del sangue di Cristo, ma soltanto Bergoglio coperto dalla simbolica mantellina pontificia. O, ancora, sempre per restare a un Bergoglio dato per precario sullo scranno petrino, le marcate sottolineature del fatto che un pontefice «non guida la Chiesa con il ginocchio malato, bensì con il cuore e con la mente».

LA PAURA CHE LA RINUNZIA DIVENGA PRASSI

C’è dell’altro di sostanziale a giustificare questa prolusione alla cronaca della presentazione di un libro sui papi e il diritto canonico, poiché quello che ha avuto recentemente luogo a Roma, presso la sede della Società Dante Alighieri, è sì, stato un evento certamente di interesse, tuttavia anche molto di più: la puntualizzazione dettagliata di un potere e di una situazione, una interpretazione autentica, si direbbe, dei fondamenti canonici alla base della rinunzia al pontificato, una sottolineatura vigorosa che ha preso strumentalmente spunto dai pochi (e diversi tra loro) casi del genere verificatisi concretamente nella storia di questa istituzione bimillenaria. Lo spunto è stato l’ultimo di essi, quello che ha visto protagonista Joseph Aloisius Ratzinger e la sua cerchia più stretta di collaboratori, un evento dirompente che ha alimentato grandi timori oltre Tevere, poiché nessuno è in grado di escludere che possa essersi trattato del precedente che potrebbe dare avvio a un prassi, che la rinunzia divenga una regola. E il prossimo «papa stanco» potrebbe essere il gesuita Francesco.

PAPA, NON PIÙ PAPA: GLI ATTUALI LIMITI DEL CANONE 332

Effettivamente, il titolo del libro curato Amedeo Feniello e Mario Prignano, edito per i tipi di Viella, evoca richiami poi neanche così lontanamente apocalittici: Papa, non più papa: la rinuncia pontificia nella storia e nel diritto canonico. Il volume raccoglie gli atti di una convegno svoltosi nel dicembre del 2021 a L’Aquila (città di Papa Celestino V), un testo che affronta un tema molto scomodo e divisivo, oltreché estremamente attuale, poiché partendo dalla vicenda ratzingeriana risulta possibile prefigurare tutta una serie di dinamiche che potrebbero avviarsi e compiersi nei prossimi anni. Quello della rinunzia è un aspetto che non ha trovato mai una completa regolamentazione, dato che il canone 332 si limita a prevedere che il romano pontefice possa rinunciare al suo ufficio, senza tuttavia precisarne i termini concreti della condizione successiva a tale grave scelta; non definisce le prerogative e l’autorità del pontefice rinunziatario, come egli debba abbigliarsi, insomma, su cosa egli diventa (…)

Di seguito è possibile ascoltare la registrazione audio integrale del convegno di presentazione del volume “Papa, non più papa” (A499)                                                  

A499 – VATICANO, LA RINUNZIA DI RATZINGER AL PONTIFICATO: ALCUNE PUNTUALIZZAZIONI. A pochi giorni dalla scomparsa di Joseph Aloisius Ratzinger una parte della Curia romana interviene con decisione e precisione sul controverso tema della fine anticipata del pontificato. Il timore, neanche troppo celato, è che Bergoglio segua la medesima strada di Benedetto XVI.
L’occasione per discuterne (e ribadire fermamente alcuni concetti all’esterno) è stata la presentazione del volume dal titolo apocalittico “Papa, non più papa: la rinuncia pontificia nella storia e nel diritto canonico”, a cura di Amedeo Feniello e Mario Prignano ed edito per i tipi di Viella, evento che ha avuto luogo a Roma per iniziativa della Società Dante Alighieri, presso Palazzo Firenze, martedì 10 gennaio 2023. Sono intervenuti al dibattito: MASSIMO FRANCO (giornalista, moderatore), MARIO PRIGNANO (giornalista, curatore del volume), GERHARD LUDWIG MÜLLER (cardinale, già Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede), ANDREA RICCARDI (storico, Presidente della Società Dante Alighieri e fondatore della Comunità di Sant’Egidio), GIANFRANCO GHIRLANDA (cardinale, già rettore della Pontificia Università Gregoriana di Roma) e AMEDEO FENIELLO (curatore del volume).
Condividi: