COMMEMORAZIONI, carabinieri a Nassiriya. Il sacrificio del dovere: Dino Alìas in ricordo dell’amico Enzo

Dalla strage di quel lontano 12 novembre sono ormai trascorsi diciannove anni. Nella tremenda esplosione perirono numerose persone, non soltanto militari italiani, ma anche povera gente, iracheni che si trovavano a passare lì per caso. Le immagini successive furono terribili: il corpo di un uomo fu addirittura oggetto di «pirulizzazione», cioè le sue membra carbonizzate per il grande calore sviluppatosi divennero un tutt’uno con le lamiere della sua autovettura. È il terrorismo. Mortifero e cinico. Un collega, Dino Alìas, ha voluto ricordare un suo amico che quel giorno in quella città dell’Iraq meridionale morì. Lo ha fatto con un componimento. Di solito insidertrend.it non pubblica questo genere di contenuti, tuttavia, questa volta ha ritenuto doveroso farlo

a cura del sottotenente di complemento Dino Alìas – Che buio quel martedì mattina a Nassiriya!

Un vile attentato ha dilaniato l’immobile che ospitava il contingente dei Carabinieri. Sulle ali d’un gufo solitario l’amara novella s’espande, rapida. E subito è pianto corale nel nostro Paese.

Quegli Eroi del tempo di pace, quei Pilastri di solidarietà umana, sono spariti d’improvviso dalla scena del mondo.

Ancora un atto di sangue sulla macabra scena dell’Iraq ancora percorso dalla violenza e dall’odio.

S’avverte in ogni dove, agghiacciante, un segno di paura… chissà cosa succederà ancora ai nostri militari che operano oltre i confini nazionali al servizio della pace e per la sicurezza dei popoli inermi?

Ora, le autorità di Stato tentano di tergere il pianto convulso delle coscienze in tumulto dopo questo grave evento doloroso. Tra i virgulti recisi, in una pozza di sangue grumito, nel silenzio di Nassirya giace l’Ardito mio amico Enzo Fregosi, Luogotenente dei Carabinieri, veterano di tante missioni difficili in varie parti del mondo, nonché di ardimentose operazioni contro il crimine e l’eversione.

Enzo come poteva immaginare che la sua vita finisse nel sangue tra le rovine d’un edificio iracheno adibito a caserma?

Chissà, se di fronte a tante ipotesi e a tante spiegazioni, non ci sia la mano di Bin Laden, di Saddam Hussein o di qualche altro demone?

…il buio della storia beffarda rimane inchiodato ai primi bagliori dell’alba.

E si volta pagina, ancora con agghiaccianti lutti di forze anglo-americane e d’innocenti cittadini iracheni, come si leggesse in poltrona l’oroscopo del giorno.

Ora, è là, tra le rovine di un fatiscente edificio, il triste ricordo di Enzo, oltre il confine del tempo!

…perché, mi chiedo smarrito, quei meravigliosi Eroi del tempo di pace, che portavano un sorriso dolce di pura solidarietà a popolazioni sofferenti e provate da eventi drammatici, si sono dissolti nel nulla?

Dacci una mano, o Signore, perché questi nostri Fratelli, che Tu hai voluto chiamare a Te, possano godere, nel Tuo Regno, la felicità eterna!

Sul cippo di marmo rimane, profondo, scolpito nel tempo, il segmento breve d’una vita: due date! L’alfa e l’omega e, poi, parole di fuoco pensate e scritte da un poeta in pianto.

In memoria di un Amico…, Carabiniere per vocazione, che scelse una missione difficile e delicata e non la comoda poltrona d’un ufficio.

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