AUTOMOTIVE, imprese. Tra riconversione all’elettrico e bollette impazzite

Bisogna attirare in Italia le attività legate alle batterie come i trattamenti chimici e termici. Le preoccupazioni vanno gestite: la trasformazione è stata spinta è c’è bisogno di consapevolezza su come affrontarla

Ha aperto i lavori Gianmarco Giorda (direttore generale di ANFIA): «Stiamo lavorando affinché nel 2035 anche le fuel cell diventino completamente a impatto zero. In Italia viviamo una situazione ancora più complicata dal punto di vista della produzione di veicoli. Chiediamo che questo governo lavori assieme ai produttori italiani per garantire la competitività anche sul territorio. Bisogna attirare in Italia le attività legate alle batterie come i trattamenti chimici e termici». Corrado La Forgia (vicepresidente Federmeccanica con delega alla transizione tecnologica ed ecologica) ha replicato: «Le preoccupazioni vanno gestite. La trasformazione dell’automotive è stata spinta è c’è bisogno di consapevolezza su come stiamo affrontando la transizione. Va scelta in maniera unitaria, in Italia, quale strada vogliamo intraprendere senza interventi a pioggia o a progetto che tamponano, ma non risolvono il problema».

LA PAROLA AI SINDACATI

La parola è poi passata ai sindacati, con Rocco Palombella (segretario generale Uilm: «I lavoratori hanno buoni motivi per preoccuparsi. Oggi la necessità di ridurre la CO² viene perseguita come fosse una moda. Negli ultimi anni l’industria manufatturiera e meccanica generale ha ridotto di molto le emissioni, diventando, soprattutto in Italia, uno dei minori punti di emissione. L’Euro 7 necessita di investimenti più importanti rispetto all’Euro 6, ma il problema riguarda la poca vita stimata di 8 anni, a causa dei limiti di legge per la transizione». Sulla necessità di affrontare il tema nella sua complessità, si è espresso Edi Lazzi (segretario generale Fiom Cgil Torino): «Penso che questo sia uno tsunami che va cavalcato, indirizzandolo. Partendo da un’idea precisa, che riprenda gli investimenti pubblici da scegliere per arrivare a un punto.  Bisogna concentrarsi molto sulla transizione ecologica proprio per colmare le mancanze, come l’esempio delle colonnine di ricarica. Allo stesso tempo creare posti di lavoro».

INTERVENGONO GLI OPERAI DI STELLANTIS

Ha completato il punto di vista dei rappresentanti sindacali, Ferdinando Uliano (segretario nazionale Fim Cisl): «Veniamo da incontri di analisi con Federmeccanica che hanno consentito di condividere soluzioni comuni. Bisogna però affrontare il tema della sostenibilità sociale, che non è stato garantito con la stessa determinazione con cui si sono fissate le date. Bisogna prevedere ammortizzatori sociali che aiutino i lavoratori che saranno vittime della transizione». La sessione ha visto collegamenti in diretta con due operai di Stellantis (Gianluca Rindone e Marco Laviano, rispettivamente di Mirafiori e Termoli) e un impiegato (Fabio Di Gioia, di Mirafiori) sempre di Stellantis, impegnati in impianti della filiera automotive situati sul territorio nazionale, che hanno espresso timori connessi alla svolta elettrica nel medio periodo in Italia.

NUOVI STANDARD DI SICUREZZA

In chiusura di evento, Toni Purcaro (Chairman DEKRA Italia, Executive Vice President DEKRA Group e Head of Region CEEME), intervistato da Pierluigi Bonora, ha presentato la certificazione “Safe and Secure Truck Park Areas”, volta allo sviluppo e al miglioramento della rete nazionale di parcheggi sicuri e protetti per i mezzi pesanti. Proposta nel 2018 dalla Commissione europea e anche dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, la certificazione rappresenta un nuovo standard di sicurezza che ha il fine di rendere più sicure le aree di parcheggio dei camion, spesso luogo di furto di merci. DEKRA, unico ente in Europa accreditato per il rilascio della certificazione, punta a garantire una maggiore sicurezza per i conducenti, le merci e i veicoli e ha avviato la sua attività anche in Italia, consegnando il primo certificato all’area di sosta di Brescia Est dell’autostrada A4. Presenti aziende, concessionarie autostradali ed enti e associazioni di categoria che puntano a consolidare una nuova sostenibilità del lavoro degli autotrasportatori.

Condividi: