MODA, calzaturiero. False griffe, Roma: la Guardia di Finanza sequestra 40.000 paia di scarpe contraffatte

Il magazzino di stoccaggio era situato al di fuori del sedime aeroportuale, i brand falsificati sono tra i più noti: Nike, Adidas, Saucony e Balenciaga. Denunciati tre cittadini stranieri per i reati di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione. Qualora introdotti in commercio i manufatti recanti marchi falsi avrebbero fruttato all’organizzazione più di 500.000 euro

I militari in servizio presso il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma, nel quadro di indagini delegate dalla Procura della Repubblica della Capitale che hanno interessato anche parte del territorio limitrofo alla città, stamani hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari mediante la quale il Giudice per le indagini preliminari (Gip) aveva l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di alcune persone gravemente indiziate dei reati di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.) e ricettazione (art. 648 c.p.). Su di esse pende l’accusa di avere introdotto, stoccato e commercializzato scarpe recanti marchi contraffatti.

UNA COLLAUDATA ORGANIZZAZIONE

Dalle prime evidenze emerse e successivamente rese note dalle Fiamme gialle, si tratterebbe di un’organizzazione collaudata e specializzata nello specifico ramo di illecito, infatti, le attività investigative poste in essere dal Gruppo di Fiumicino hanno condotto alla definizione dei contorni di un vera e proprio sistema, imprenditoriale avente la padronanza delle varie fasi della dinamica che, al suo terminale, si concretizzava nella commercializzazione di migliaia di paia di calzature recanti marchi contraffatti, riconducibili a noti brand quali Nike, Adidas, Saucony e Balenciaga. Sia le scarpe che il packaging erano stati realizzati in maniera del tutto simile a quelli autentici grazie all’impiego di macchinari professionali, attrezzature industriali e operai qualificati, risultando in tal modo ingannevoli anche per i consumatori dall’occhio più esperto.

L’OTTIMA FINITURA NE INCREMENTA IL PREZZO

Non solo allo scopo di eludere i controlli delle Autorità italiane alla dogana, alle scarpe venivano apposte delle coperture ai marchi allo scopo di farle apparire “non di marca”, dunque non contraffatte. Si tratta di manufatti prodotti probabilmente nel Sudest asiatico e successivamente esportati attraverso il territorio della Repubblica popolare cinese, oltre 40.000 paia di calzature rinvenute stoccate all’interno di un magazzino gestito da un cittadino bengalese pronte a essere immesse sul mercato parallelo romano. Data la loro buona fattura, calzature del genere solitamente vengono vendute fino a quasi la metà del prezzo di mercato di quelle originali, poiché il prezzo applicato da coloro i quali commercializzano false griffe adeguano ovviamente il prezzo alla rifinitura dell’articolo contraffatto.

INGENTI RICAVI DERIVANTI DALLA CONTRAFFAZIONE

Questi articoli, qualora introdotti in commercio, avrebbero fruttato all’organizzazione 500.000 euro. Il provvedimento è stato emesso nell’ambito della fase delle indagini preliminari, dunque, allo stato delle attuali acquisizioni probatorie e, in attesa di giudizio definitivo, nei confronti del citato magazziniere dell’organizzazione nonché delle altre due persone, due cittadine cinesi (madre e figlia) titolari di un esercizio commerciale in Italia, vale la presunzione di non colpevolezza degli indagati.

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