GERMANIA, costi crisi energetica. L’azione unilaterale di Berlino e l’ira di Draghi

Ad avviso del Presidente del Consiglio uscente «occorre una risposta comune e compatta dell’Unione europea alla crisi energetica»; per Giorgia Meloni, suo probabile successore, «la crisi va affrontata tutti assieme», ma non è del tutto d’accordo il suo alleato di coalizione leghista, infatti, per Matteo Salvini «Urge intervenire anche in Italia come hanno fatto i tedeschi, altrimenti le nostre aziende non potranno più competere e lavorare».

La dura presa di posizione del Presidente del Consiglio uscente italiano al provvedimento varato dal governo di Berlino non si è fatta attendere, infatti Mario Draghi ha pubblicamente dichiarato che in Europa «non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali» e «nei prossimi Consigli europei dobbiamo mostrarci compatti, determinati e solidali».

BERLINO NON PERDE TEMPO

La Germania non perde tempo e vara un provvedimento dall’ammontare di 200 miliardi di euro per sostenere famiglie e imprese nei confronti del caro-bollette, tuttavia, la manovra ha suscitato le reazioni di chi avrebbe voluto che azioni del genere fossero state poste in essere nel quadro europeo, non fosse altro che il giorno seguente (cioè oggi, 30 settembre 2022) a Bruxelles avrebbe avuto luogo il Consiglio straordinario sull’energia. «La crisi energetica richiede da parte dell’Europa una risposta che permetta di ridurre i costi per famiglie e imprese, di limitare i guadagni eccezionali fatti da produttori e importatori, di evitare pericolose e ingiustificate distorsioni del mercato interno e di tenere ancora una volta unita l’Europa di fronte all’emergenza», così si è espresso Draghi.

FERMA POSIZIONE DI MARIO DRAGHI

«Davanti alle minacce comuni dei nostri tempi, non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali. Nei prossimi Consigli europei dobbiamo mostrarci compatti, determinati, solidali – proprio come lo siamo stati nel sostenere l’Ucraina», ha poi aggiunto il Presidente del Consiglio. Insomma, se vuole sopravvivere a questa pericolosa fase di guerre e recessioni, l’Unione europea deve rispondere in maniera compatta alla crisi energetica, evitando divisioni al suo interno. Essa dovrebbe infatti addivenire unita alle indefettibili misure in grado di contrastare l’aumento eccezionale dei prezzi di materie prime energetiche ed elettricità. Una posizione fatta propria anche da Giorgia Meloni, che dovrebbe avvicendarlo a Palazzo Chigi: «Mi pare che sia una questione che va affrontata tutti insieme», ha ella dichiarato nel pomeriggio dopo avere contattato lo stesso Draghi.

IL SOSTEGNO DELLA MELONI E LA FRONDA DI SALVINI

Parrebbe però che l’unità desiderata per l’Unione europea non sia poi così solida nella coalizione di destra che ha vinto le elezioni, che rinviene la Meloni nella posizione di leadership, ma un altro attore, il segretario federale della Lega, in dissenso riguardo alle critiche mosse al governo del cancelliere Scholz. Alla notizia del provvedimento tedesco Matteo Salvini ha immediatamente twittato in sostegno, ponendosi su una posizione opposta a quella assunta da Draghi e dalla sua alleata Meloni: «Urge intervenire anche in Italia, altrimenti le nostre aziende non potranno più competere e lavorare». Un altro elemento in grado di alimentare i contrasti nella compagine conservatrice-sovranista in un momento estremamente  delicato nel quale si sta formando il nuovo esecutivo. Un ovvio appiglio strumentale utile al “capitano” leghista per evidenziare e far pesare la sue diversità in vista dell’assegnazione delle titolarità dei dicasteri.

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