AMBIENTE, rifiuti. Roma, termovalorizzatore: le ragioni del sì, ieri l’incontro pubblico con l’assessore Alfonsi

Dopo gli annunci il fronte dei favorevoli serra i ranghi: “Daje!”, il comitato che promuove la realizzazione dell’impianto ha organizzato un incontro pubblico al quale, oltre alla rappresentante della giunta Gualtieri, hanno partecipato Chicco Testa, Rosa Filippini e Patrizia Feletig. La «monnezza»: cifre di un’emergenza aggravata dall’incendio di Malagrotta e cronoprogramma per iniziare a porre mano al problema; su insidertrend.it è disponibile la registrazione audio dell’evento

Affermava un vecchio saggio cinese di molto tempo fa che «se un problema non è risolvibile non è più un problema, quindi ci si dovrà convivere», un fine adagio che i romani di oggi hanno forse iniziato a considerare seriamente, poiché la disastrosa situazione della città per quanto concerne i rifiuti è sotto gli occhi di tutti.

FARE CULTURA SUL CICLO DEI RIFIUTI

Tuttavia, l’80% dei romani non si sarebbe del tutto rassegnato alla catastrofe e, anche perché stanco di pagare ogni anno la Tari più alta d’Italia, si dice favorevole alla realizzazione di un termovalorizzatore all’interno del territorio comunale. Un argomento certamente delicato e oltremodo divisivo, pronto a innescare i detonatori del not in my back yard e parte del mondo ambientalista, ma che proprio per questo necessità di venire compreso nel miglior modo possibile dalla gente. Ed è quello che, impostando tutto sulla logica, si sono riproposti i promotori di “Daje!”, il comitato per il termovalorizzatore a Roma, che nel pomeriggio di ieri ha organizzato un incontro pubblico presso The Hub, in via Marsala.

TUTTI I DATI SUL PROGETTO

Tutto quello che vorresti sapere sul progetto del termovalorizzatore a Roma, fare cultura sul ciclo dei rifiuti nella Capitale mediante una campagna informativa che possa rendere edotti i cittadini sul controverso tema. Quelli di Daje! Ci tengono a sottolineare che la loro sigla non cela ambizioni di natura politica né, meno che mai, velleità movimentistiche. Si tratta di una unione di diverse anime per un unico scopo: dotare la città di un impianto adeguato in grado di recepire 680.000 tonnellate all’anno di rifiuti indifferenziati, dalle quali si ricaverà energia e calore, conferendone una rimanenza pari a sole 60.000 tonnellate (a fronte delle 450.000 attuali) nella discarica di servizio.

FARE PACE CON I PROPRI RIFIUTI E CON L’AMA

Insomma, come ha affermato l’assessore ad Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti, Sabrina Alfonsi, per i romani il termovalorizzatore sarebbe un’opportunità di «fare pace con i propri rifiuti e con l’azienda municipalizzata che li raccoglie», nonché, ha ella aggiunto, «con gli amministratori della città». Già, quell’AMA che, deficitaria sul lato dell’impiantistica concentra le sue attività prevalentemente a monte del ciclo dei rifiuti, cioè nella raccolta. I nodi di questa critica situazione erano venuti al pettine ormai da tempo e l’incendio di Malagrotta ha aggravato ulteriormente la situazione.

DECENNI DI RITARDO

«Roma sconta venti anni di ritardi – ha aggiunto la Alfonsi -, quindi ora non può più permettersi sperimentazioni su soluzioni alternative, dato che quel tipo di termovalorizzatore è un impianto già sperimentato e collaudato». Se le considerazioni dell’assessore al ciclo dei rifiuti si spalmano su un ventennio quelle di Rosa Filippini, degli Amici della Terra, si estendono oltre di dici anni ancora: «Scontiamo trenta anni di tabù – afferma l’esponente ambientalista -, di difficoltà di natura politica, ma non si possono continuare a riempire e rendere obsolete le discariche dei paesi del Lazio con le enormi quantità di rifiuti indifferenziati conferiti da Roma».

INQUINANO PIÙ I PULLMAN O I TERMOVALORIZZATORI?

Trasferire quotidianamente masse di rifiuti dalla capitale ai luoghi di smaltimento non è soltanto onerosa dal punto di vista economico, ma anche complesso (le autorizzazioni per il transito e i contratti con le imprese) e inquinante (le emissioni delle colonne di autoarticolati carichi di immondizia), questo mentre un moderno termovalorizzatore come quello di Copenaghen emette inquinanti quanto i motori accesi di alcune decine di pullman in un unico parcheggio di una città. L’assessore della giunta Raggi ha reso noto il cronoprogramma relativo alla realizzazione dell’impianto.

IL CRONOPROGRAMMA

È in scadenza il contratto di servizio di AMA, tuttavia il Comune di Roma lo ha prorogato fino a dicembre. Nel frattempo si dovrà necessariamente varare un piano transitorio che traghetti al 2025, anno previsto di consegna del termovalorizzatore, anche a fronte dell’incendio del TMB di Malagrotta. A luglio, invece, il sindaco Roberto Gualtieri presenterà il piano concettuale dell’opera, preludio delle progettazioni esecutive e, quindi, dalle gare per la cantierizzazione. Sempre entro il mese di luglio, ma prima della presentazione del piano concettuale, la Giunta capitolina dovrà presentare il Piano comunale sui rifiuti che sostituirà sostanzialmente quello regionale, evitando così a Zingaretti di modificarlo.

Di seguito è possibile ascoltare la registrazione audio integrale dell’incontro pubblico che ha avuto luogo il 20 giugno 2022 presso The Hub a Roma (A457)

A457 – AMBIENTE, RIFIUTI. ROMA, TERMOVALORIZZATORE: PERCHÉ LA CITTÀ NE HA BISOGNO. Le ragioni del sì esposte nel corso di un incontro pubblico con l’assessore ad Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti SABRINA ALFONSI, evento che ha avuto luogo presso The Hub, nella capitale.
Oltre alla rappresentante della giunta Gualtieri, hanno partecipato al dibattito CHICCO TESTA (Assoambiente), ROSA FILIPPINI (Amici della Terra) e PATRIZIA FELETIG (Daje!, comitato per il termovalorizzatore a Roma). Dopo gli annunci il fronte dei favorevoli serra i ranghi: “Daje!”, il comitato che promuove la realizzazione dell’impianto organizzando un incontro pubblico nella capitale nel corso del quale sono state esaminate le cifre dell’emergenza rifiuti, aggravata dall’incendio di Malagrotta, e reso noto il cronoprogramma della realizzazione dell’impianto di Santa Palomba.
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