STRATEGIA, Alleanza atlantica. NATO 2030, si rivedono i concetti: come proteggersi da cinesi e russi?

Secondo gli analisti occidentali oggi per «contenere» Pechino e Mosca è necessaria una deterrenza credibile «basata – essi affermano – su quattro pilastri» che includono la mobilità delle forze armate e armi nucleari adeguate

A cura del generale Giuseppe Morabito, membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation – La scorsa settimana il Segretario Generale della NATO Stoltenberg è stato a Roma  per festeggiare i settanta anni dalla fondazione del NATO Defence College. Nel suo discorso pronunziato per l’occasione egli ha sottolineato come «Russia e Cina stanno attuando un’azione autoritaria contro l’ordine internazionale che si basa sulle regole» e che «il terrorismo brutale persiste, altre minacce stanno trasformando la nostra sicurezza (attacchi informatici e tecnologie dirompenti) senza dimenticare la sfida del cambiamento climatico»; inoltre, ha aggiunto che «queste sono sfide diverse, minacce diverse che hanno una cosa in comune che è la necessità per l’Europa e il Nord America di stare insieme».

I MONITI DI PECHINO E MOSCA

In questi giorni, quasi in contemporanea con le dichiarazioni rese a Roma, la Cina Popolare e la Russia hanno condannato, in maniera separata, quelle che considerano attività militari destabilizzanti degli Stati Uniti nei pressi dei rispettivi confini e si sono, congiuntamente, proposte di aumentare la loro, già crescente, partnership strategica.

In una dichiarazione pubblicata del ministero della Difesa di Pechino, il portavoce dell’Eastern Theatre Command dell’Esercito Popolare di Liberazione, Shi Yi, ha criticato il passaggio di un cacciatorpediniere missilistico della US Navy attraverso lo stretto di Taiwan. Lo stretto separa con le sue circa ottanta miglia la Cina Popolare dalla democratica isola della Repubblica di Cina-Taiwan.

«Questa azione degli Stati Uniti ha creato rischi per la sicurezza e minato la stabilità regionale – ha affermato Shi, aggiungendo che – le unità del Comando del teatro orientale cinese adotteranno tutte le misure necessarie per contrastare con determinazione tutte le minacce e le provocazioni e salvaguardare la sovranità nazionale e l’integrità territoriale della Cina Popolare».

WASHINGTON E TAIPEI, LE «DISCRETE» RELAZIONI

Come noto, Washington ha interrotto le relazioni ufficiali con il governo di Taiwan nel 1979, muovendo  a favore di Pechino, ma ha mantenuto legami non ufficiali con il governo dell’isola e gli stessi si sono riscaldati negli ultimi anni quando le relazioni degli Usa con la Cina Popolare si sono deteriorate.

La V Flotta americana ha reso noto come il cacciatorpediniere  fosse  transitato nelle acque internazionali in conformità con il diritto internazionale e che la Difesa di Pechino era  pienamente consapevole del passaggio della nave militare statunitense attraverso lo Stretto in nome della «libertà di navigazione».

Fonti di Pechino hanno dichiarato che «la Cina Popolare è fermamente decisa a sostenere la sovranità nazionale e l’integrità territoriale», esortando altresì Washington corregga «immediatamente i suoi errori», smettendo di «fare provocazioni, giocare con il fuoco e svolgere un ruolo più costruttivo per la pace e stabilità regionali».

ALLARME RUSSO

Negli stessi giorni, lo Stato maggiore della Difesa  russo ha identificato quelle che considera mosse pericolose degli Stati Uniti vicino ai  suoi confini nazionali. «Notiamo una significativa intensificazione delle azioni dei bombardieri strategici americani vicino ai confini della Russia», ha dichiarato il ministro della Difesa di Mosca Sergei Shoigu nel corso di  una videoconferenza con il suo omologo cinese. «Nell’ultimo mese, sono state effettuate circa trenta sortite ai confini della Federazione Russa, una quantità di sortite che è due volte e mezzo maggiore rispetto al corrispondente periodo dell’anno scorso».

Queste azioni includevano l’esercitazione di prontezza nucleare americana “Global Thunder”, durante la quale – sempre secondo Shoigu – «dieci bombardieri strategici hanno sperimentato come  utilizzare armi nucleari contro la Russia agendo contemporaneamente dalle direttrici occidentale e orientale».

Il funzionario russo ha osservato che tali azioni rappresentano anche una minaccia per la Cina, sottolineando come il rapporto tra Mosca e Pechino sia divenuto ancora più cruciale alla luce «dell’aumento delle turbolenze geopolitiche e l’aumento del potenziale di conflittualità in diverse aree del mondo».

MOSCA E PECHINO: VENTI ANNI DI BUON VICINATO

Importante ricordare che quest’anno ricorre il XX anniversario del Trattato di buon vicinato e cooperazione amichevole tra la Federazione Russa e la Repubblica Popolare cinese, un patto che è stato consolidato e prolungato durante l’estate scorsa dai presidenti da Xi Jinping e Vladimir Putin.

L’importanza della relazione è stata anche ribadita dal governo di Pechino, nella dichiarazione secondo la quale: «I ministri della Difesa dei due Paesi hanno concordato che, sotto la guida strategica del presidente Xi Jinping e del presidente Vladimir Putin, il Partenariato strategico globale di coordinamento Cina-Russia nella nuova era manterrà un alto livello di sviluppo», aggiungendo che «quest’anno è stata intensificata la cooperazione pragmatica tra le forze armate cinesi e russe in vari campi comprese le esercitazioni congiunte».

Inoltre, al di là dell’area tecnico-militare, sta avanzando l’ipotesi di una stazione lunare congiunta.

Gli analisti ritengono che tale avvicinamento potrebbe portare al primo incontro di persona dei due presidenti dopo l’inizio della pandemia da «Virus di Wuhan», infatti Xi ha invitato Putin ala cerimonia inaugurale dei  prossimi Giochi olimpici invernali che inizieranno in febbraio in Cina.

TAIWAN E UCRAINA: VEDUTE COMUNI

I due paesi hanno anche un atteggiamento similare per quanto ha tratto le minacce a Taiwan e Ucraina. I due presidenti considerano i due paesi parte del loro stato e ne minacciano l’integrità con diverse sfumature. Più aggressiva Pechino di Mosca ma allo stesso tempo ambedue usano  con toni non accettabili dalle grandi democrazie mondiali.

L’amministrazione Biden ha criticato Xi Jinping per aver inviato insistentemente aerei da guerra attraverso la zona di identificazione della difesa aerea di Taiwan e aver minacciato di riconquistare l’isola con la forza, e ha espresso preoccupazione per la concentrazione di forze russe vicino al confine con l’Ucraina, dove gli insorti ucraini allineati con Mosca hanno dichiarato la formazione di due repubbliche separatiste.

La Cina non ha mai rinunciato all’opzione di intraprendere un’azione militare per portare Taiwan sotto controllo di Pechino, e la situazione è diventata tesa dopo le notizie secondo cui gli Stati Uniti hanno aumentato la loro presenza di truppe sull’isola. La Russia, da parte sua, ha negato qualsiasi piano per attaccare l’Ucraina, ma ha fatto sapere di percepire segnali che le forze di Kiev e quelle dei paesi della NATO si stiano organizzando sul territorio ucraino per agire contro Mosca.

NATO: VERSO IL NUOVO CONCETTO STRATEGICO

A livello NATO proseguono nel frattempo le riunioni per discutere la riformulazione dell’Alleanza del suo concetto strategico con un’agenda carica di impegni, come dichiarato da Stoltenberg, relativamente nuovi. La protezione contro gli attacchi informatici, la guerra ibrida, la sfida cinese e russa, il terrorismo e il riscaldamento globale devono infatti far parte della missione in espansione della NATO. Ma la tradizionale difesa collettiva rimane la priorità assoluta e ciò deve riflettersi nel nuovo concetto strategico “NATO 2030” che sarà redatto il prossimo anno.

La necessità di dare la priorità a questo compito fondamentale è stata proprio evidenziata dalle recenti provocazioni del presidente russo Putin lungo il confine orientale della NATO, tra cui un, già citato, massiccio dispiegamento di forze vicino al confine dell’Ucraina, la crisi dei rifugiati in Bielorussia lungo il confine polacco, con la complicità della compagnia aerea di bandiera turca, voli di bombardieri nucleari vicino ai confini della NATO e un incremento dello spiegamento navale nel Mar Nero.

Il rischio di conflitto per “errore di calcolo” o per “escalation di un incidente” è oggi maggiore che in qualsiasi altro momento dalla fine della Guerra Fredda e tale problema è valido sia intorno all’ Ucraina e Mar Baltico ma anche nell’area di Taiwan.

QUATTRO ELEMENTI ALLA BASE DELLA DETERRENZA

Secondo gli esperti sono necessari quattro elementi per avere una maggiore deterrenza con il nuovo concetto strategico NATO ma ciò richiederà uno sforzo notevole per un’Europa che, al momento, non di dichiarerebbe disposta a spendere ciò che è necessario per la difesa soprattutto a cavallo della pandemia provocata dal virus cinese.

Il primo elemento è che la NATO,  comprese forze americane, si deve rischierare ‘”in avanti” con un importante numero di unità a ridosso del confine russo per proteggere prontamente i tre paesi Stati Baltici e la Polonia. È complesso e costoso ma sarebbe necessario per negare alla Russia la capacità di occupare alcuni o tutti gli stati baltici in un rapido attacco. Ad esempio, la NATO potrebbe schierare alcune difese aeree, artiglieria a lungo raggio, equipaggiamenti anticarro, droni armati e forze speciali aggiuntive negli Stati Baltici e gli Stati Uniti potrebbero anche rendere persistenti i loro schieramenti periodici e attuare una presenza navale con maggiore capacità deterrente nel Mar Nero.Il secondo elemento è  quello di disporre in Europa di forze pronte adeguate a sostenere rapidamente le  truppe schierate in avanti.

MOBILITÀ DELLE FORZE ARMATE E NUCLEARE CREDIBILE

Il terzo pilastro della deterrenza della NATO si basa sull’attuale iniziativa di mobilità militare progettata per ridurre la burocrazia per le truppe in transito attraverso i confini nazionali e per ridurre gli ostacoli logistici. L’elemento finale di questa struttura di deterrenza sarebbe la possibilità di disporre di un apparato nucleare credibile. Le armi nucleari strategiche americane, britanniche e francesi sono artefici della deterrenza nucleare della NATO, ma il dominio della Russia nelle armi nucleari tattiche e la sua dottrina aggressiva ” creano il rischio che Mosca possa essere la prima a utilizzare un ordigno nucleare per congelare un conflitto convenzionale che eventualmente sta perdendo. Quindi la NATO ha bisogno di progettare una nuova dottrina nucleare che assicuri «rappresaglie» commisurate se Mosca dovesse attuare per prima un attacco nucleare.

Per concludere, atteso che la Russia è la controparte storica della NATO e si deve sempre  ricordare quanto dichiarato da Stoltenberg in una recente intervista al Financial Times: «Quello che possiamo predire è che l’ascesa della Cina Popolare impatterà sulla nostra sicurezza e già lo sta facendo».

Condividi: