SPETTACOLO, teatro. Scuola, società e impegno civile: una serie di rappresentazioni destinate a studenti e non; l’iniziativa è dell’associazione Il Cenacolo e della compagnia Dea S.I.P.A.R.I.O.

Un ampio spettro di opere educative in cartellone, fruibili dalle giovani come dalle vecchie generazioni attraverso il sostegno delle scuole, cioè di quell’elemento basilare e imprescindibile nella formazione di coloro i quali, già in tenera età, costituiscono l’ossatura della società. Le undici sinossi dei lavori realizzati da drammaturghi e attori

Proseguono le attività in campo teatrale dopo l’ininterrotta serie di rappresentazioni che hanno avuto luogo malgrado la fase di blocco delle attività imposto dalla pandemia di coronavirus. Gli undici spettacoli che verranno prodotti dall’associazione Il Cenacolo e della compagnia Dea S.I.P.A.R.I.O., a beneficio delle scuole primarie, secondarie e superiori, sono stati concepiti allo scopo di sensibilizzare i giovani riguardo a una serie di importanti tematiche di natura sociale.

CONTENUTI A SFONDO SOCIALE

Infatti, sia durante il periodo dell’anno scolastico in corso, che in quello successivo (quindi fino all’estate 2023), verranno rappresentate opere teatrale aventi contenuti a sfondo sociale, quali il diffuso fenomeno del bullismo e le forme di suo contrasto, il dramma della violenza sulle donne e il femminicidio, i valori civici e quelli della libertà «letti» attraverso le lenti della Resistenza, la multietnicità e l’integrazione nella società contemporanea, l’educazione civica e la promozione dei valori civici promossi anche attraverso il ricorso alla mitologia classica, l’amicizia, la solidarietà e la giustizia sociale; ma anche tematiche quali l’affabulazione e il sogno attraverso le fiabe classiche, la riscoperta delle tradizioni attraverso i personaggi della commedia dell’arte, l’ecosostenibilità e il rispetto dell’ambiente; infine le sperimentazioni più varie, in grado di coinvolgere i portatori di handicap in un allegro gioco solidale con i normodotati, come quelle multisensoriali concepite per un pubblico non vedente o bendato.

LE MOLTE OPERE IN CARTELLONE

Dunque, un ampio spettro di opere educative in cartellone. Rappresentazioni teatrali per tutti, fruibili dalle giovani come dalle vecchie generazioni attraverso il sostegno delle scuole, cioè di quell’elemento basilare e imprescindibile nella formazione di coloro i quali, già in tenera età costituiscono l’ossatura della società. Ecco, a seguire, le undici sinossi dei lavori realizzati dai drammaturghi e dagli attori della cooperativa Il Cenacolo e della compagnia Dea S.I.P.A.R.I.O.:

E VOI CHI SIETE?

Tematica: contrasto al fenomeno del bullismo

Testo e regia: Lodovico Bellè

Destinatari: classi primarie, secondarie e superiori (anche adulti)

Sinossi: seppur scritto con un registro leggero e in parte umoristico, lo spettacolo sfrutta al massimo le potenzialità empatiche del teatro per sensibilizzare le nuove generazioni sulla portata e sulle conseguenze di un fenomeno così violento e drammaticamente diffuso come quello del bullismo nelle scuole, e per disinnescarne le dinamiche scatenanti. La trama dello spettacolo si incentra sulla “disavventura” di cinque sconosciuti (o che, almeno, credono di essere tali) che si svegliano, dopo essere stati narcotizzati, in una stanza senza porte né finestre e non ricordano assolutamente nulla di come ci siano finiti. Alla fine, parlando tra loro, si rendono conto di essere stati compagni di scuola alle medie e di aver fatto parte dello stesso branco di bulli che perseguitavano i bambini più piccoli, soprattutto uno,… forse colui che – dopo quasi trent’anni – li ha rapiti per vendicarsi. Il loro destino viene deciso direttamente dai piccoli spettatori solo dopo un dibattito aperto (quindi il finale resta temporaneamente sospeso) e un’attività di pedagogia teatrale specificatamente incentrata sulla tematica del bullismo.

Riconoscimenti: vincitore – con “Il Consiglio dei bamboccioni” – del bando “Spazi aperti” (con il contributo della Regione Lazio)

NEMMENO CON UNA PIUMA

Tematica: lotta alla violenza contro le donne

Testo: Lodovico Bellè, Rachele Spinozzi e Agnese Maccari, con supervisione di Lodovico Bellè

Regia: Lodovico Bellè

Destinatari: classi terze, quarte e quinte primarie, secondarie e superiori (anche adulti)

Sinossi: lo spettacolo si compone di tre atti unici collegati dal tema della lotta alla violenza contro le donne. Il primo atto, “Sono qui perché” (di Lodovico Bellè), si presenta come un monologo (in cui la protagonista interpreta quattro tipologie femminili completamente diverse) incentrato sulle varie dinamiche e i vari fattori scatenanti del femminicidio: dal brutale appagamento dei più bassi istinti ferini, alla gelosia, all’invidia, all’atavico senso di predominio o di possesso che alcuni uomini pretendono di avere sulle donne come vecchio retaggio delle società più maschiliste.

Il secondo atto, “Il velo di Maya” (di Rachele Spinozzi) è incentrato sul dramma di una giovane donna che si illude di aver trovato il grande amore della sua vita, finché quest’ultimo non si trasforma nel suo peggiore incubo, in un vortice di violenza e cieca gelosia. Il terzo atto, “Frammenti di orrore” (di Agnese Maccari) si articola in quattro scene: la prima è dominata dalle parole chiave della violenza di genere, che si scagliano come macigni contro la protagonista di una performance sperimentale; la seconda denuncia la rappresentazione mediatica distorta della violenza contro le donne; la terza prende le mosse da una reale arringa androcentrica di un avvocato in una causa per stupro, volta a colpevolizzare la vittima e la quarta racconta la storia di una donna sfregiata dal suo ex e del suo coraggio di riuscire a riemergere, portando avanti un progetto di contrasto alla violenza di genere.

Riconoscimenti: il monologo “Sono qui perché” si è classificato al secondo posto per miglior regia alla terza edizione della rassegna teatrale “Laccio rosso – stop al femminicidio”

AI CONFINI DELL’UMANITÀ

Tematica: promozione dei valori civici attraverso la lente della Resistenza partigiana

Testo e regia: Lodovico Bellè

Destinatari: classi terze, quarte e quinte primarie, secondarie e superiori (anche adulti)

Sinossi: lo spettacolo è composto da tre atti unici collegati dal filo rosso della Resistenza e della Shoah, intervallati da canti partigiani interpretati dal vivo.

Il primo atto “Vivo per casoè incentrato sulla figura del partigiano ligure Arrigo Diodati, unico sopravvissuto all’eccidio di Cravasco e fondatore dell’Arci. Quindi si tratta di una storia vera, narrata dallo stesso protagonista ad una contadina ebrea (personaggio di fantasia). Nel suo racconto, Arrigo ripercorre le fasi fondamentali della sua vita: dalla scelta di entrare, ancora giovanissimo, nei gruppi di resistenza partigiana, fino all’arresto e alle due scampate morti.

Il secondo atto “Un posto sicuro” ha per protagoniste due giovani ebree, costrette a nascondersi in una cantina durante un rastrellamento per non essere prese dai soldati tedeschi. Pur essendo due personaggi di fantasia, i loro racconti, le loro paure e i loro battibecchi offrono un significativo spaccato del cupo periodo che l’umanità visse durante gli anni della seconda guerra mondiale e della barbarie nazifascista.

Il terzo atto, “Il nido di vespe” ha per protagonista una figura eroica della Resistenza Romana: Don Gioacchino Rey, parroco della chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio, noto per essersi coraggiosamente opposto ai nazisti, soprattutto durante i tragici eventi del rastrellamento al Quadraro, quando i tedeschi prelevarono circa un migliaio di uomini del quartiere per mandarli ai lavori forzati nei campi di sterminio e nelle fabbriche chimiche del terzo reich.

Riconoscimenti: vincitore dei bandi per partecipare alle rassegne culturali: “Festa della memoria” indetta dal Municipio Roma V (17/18 ottobre 2019) e “La libertà è… insieme” indetta dal Municipio Roma II (08 settembre 2019)

PER PICCINA CHE TU SIA

Tematica: valorizzazione dell’integrazione multietnica nella società contemporanea

Testo e regia: Lodovico Bellè

Destinatari: classi primarie, secondarie e superiori (anche adulti)

Sinossi: un agente immobiliare truffaldino, prima di darsi alla fuga in un paradiso fiscale, vende lo stesso appartamento a due ignare coppie molto diverse tra loro: i coniugi Cherubini (borghesi snob in un momento di défaillance economica) e i coniugi Kifle, (una coppia multietnica: lui venditore ambulante eritreo e lei giovane hippy alternativa).

In attesa, o meglio nella speranza, di poter ottenere un risarcimento, le due coppie sono temporaneamente costrette a condividere la stessa casa.

Dai loro diversi stili di vita e di pensiero nascono incomprensioni, liti e divertenti gag, fino a che – però – la convivenza forzata non si trasforma in una bella amicizia, in grado di abbattere ogni tipo di barriera culturale e sociale.

Pur scritto ed interpretato in maniera leggera e divertente, lo spettacolo si propone l’obiettivo di sensibilizzare le nuove generazioni su un tema socialmente molto importante e delicato – quello dell’accoglienza e dell’integrazione multiculturale –  soprattutto in una società sempre più multietnica e globalizzata, in cui però fenomeni di razzismo, intolleranza e xenofobia stanno diventando sempre più frequenti e pericolosi.

LE FAVOLE DI LA FONTAINE

Tematica: promozione dei valori civici attraverso il mondo delle fiabe classiche

Testo e regia: Lodovico Bellè

Destinatari: infanzia e classi prime e seconde delle primarie

Sinossi: Lo spettacolo comprende le favole più note dell’autore francese, rielaborate testualmente per favorirne una trasposizione drammaturgica facilmente comprensibile dai bambini. Lo scopo è infatti quello di avvicinare (in modo divertente) i bambini al mondo del teatro e, contemporaneamente, a quello della letteratura classica per l’infanzia; nella fattispecie agli insegnamenti, saggi e semplici, contenuti nell’universo fiabesco degli “animali parlanti” di La Fontaine (in cui si rispecchiano le vicende e i comportamenti della società umana).  Pur essendo scritte nello stile semplice e leggero, proprio del genere letterario a cui appartengono, quelle di La Fontaine non sono semplici favole per bambini ma profondi insegnamenti per l’intera società umana di ogni tempo e di ogni luogo. Infatti ciascuna di esse contiene una saggia morale che l’autore francese vuole presentare per mettere in luce ed affrontare i limiti, le debolezze e i vizi che – da sempre – contraddistinguono gli esseri umani.

Non a caso, a ciascuno degli “animali parlanti” di cui è costellato l’universo fiabesco di La Fontaine, corrispondono esplicitamente altrettante tipologie antropologiche e sociali che costituiscono il variegato panorama del consorzio umano. Quest’ultimo può infatti riflettersi nella dimensione fantastica delle favole narrate, come in una sorta di specchio magico (che quindi conserva, contemporaneamente, il doppio fascino della fantasia e della realtà) e trarne importanti insegnamenti di vita, validi per le persone comuni come per i regnanti (nel primo caso per poter affrontare saggiamente le insidie e le difficoltà della vita quotidiana; nel secondo per amministrare il potere con equilibrio, giustizia e spirito pratico).

NONNA HA PERSO LA MASCHERA

Tematica: riscoperta delle tradizioni territoriali attraverso i personaggi della commedia dell’arte

Testo e regia: Lodovico Bellè

Destinatari: infanzia, classi primarie e secondarie

Sinossi: vi è mai capitato che vostra nonna abbia buttato, per sbaglio, il vostro bel costume di carnevale da indossare l’indomani alla festa in maschera della scuola? A Clementina, la piccola protagonista della commedia sì. Fortunatamente, durante la notte, le vengono in soccorso le maschere più caratteristiche della nostra tradizione carnevalesca, raccontandole – ciascuna – la propria storia ed invitandola ad indossare una di loro in occasione della festa.

Lo spettacolo diventa così uno strumento – divertente ed efficace – per far conoscere alle nuove generazioni un mondo, quello della commedia dell’arte,  “lontano e allo stesso tempo vicino” perché affonda le sue radici direttamente nelle tradizioni popolari regionali del nostro Paese e quindi nella nostra identità culturale. Sfilano così in scena: l’astuzia e la festosa allegria carnevalesca dei lombardi Arlecchino e Brighella,  l’avida intraprendenza del veneto Pantalone, l’involontaria comicità del dotto emiliano Balanzone, la generosità dei piemontesi Gianduja e Giacometta, il senso civico del toscano Stenterello e la gioiosa irruenza del campano Pulcinella.

LA VASCA DEI VIAGGI ASTRALI

Tematica: spettacolo multisensoriale

per pubblico non vedente o bendato

Testo e regia: Lodovico Bellè

Destinatari: classi terze, quarte e quinte primarie, secondarie e superiori (anche adulti)

Sinossi: su consiglio di un’amica (di cui è segretamente innamorato), il protagonista dello spettacolo “La vasca dei viaggi astrali” entra in una spa per rilassarsi ma, invece di ricevere i soliti trattamenti di benessere, gli viene proposto di immergersi in una specie di tinozza con un liquido extraterrestre che lo mette in contatto con una serie di dimensioni parallele fuori dal tempo e dallo spazio, attraverso cui compie una sorta di viaggio iniziatico, incontrando alcuni personaggi molto importanti per raggiungere la sua catarsi.

Lo spettacolo, scritto e diretto con ironia e leggero umorismo, è destinato ad un pubblico non vedente o bendato che può vivere le situazioni proposte dalla trama attraverso una serie di stimolazioni sensoriali – uditive, olfattive, tattili e degustative – di cui si occupano gli stessi attori; i quali, oltre ad interpretare le voci dei personaggi, si adoprano a turno come assistenti di scena, passando – di volta in volta – tra gli spettatori con profumi, ventilatori, cibi, ecc…

Suoni e rumori sono di fondamentale importanza per dare corpo alla suggestività delle varie atmosfere.

Lo spettacolo nasce dalla constatazione che gran parte della produzione teatrale esclude dalla propria fruizione gli spettatori non vedenti, basandosi principalmente sulla percezione visiva della performance e – di conseguenza – dall’esigenza di sperimentare delle dinamiche che possano, in qualche modo, includerli.

VERDE SPERANZA!

Tematica: ecosostenibilità e rispetto dell’ambiente

Testo: Elisa Iannetti e Agnese Maccari, con supervisione di Lodovico Bellè

Regia: Lodovico Bellè

Destinatari: infanzia, classi primarie, secondarie e superiori

Sinossi: lo spettacolo si articola in due atti unici. Il primo atto “Non si accettano rifiuti!” (di Elisa Iannetti) si incentra sulle simpatiche avventure e disavventure di uno stravagante  gruppo di rifiuti “antropomorfi” che – tra storie d’amore e piccoli battibecchi – lottano per sfuggire al proprio destino di essere buttati nell’immondizia e avere una seconda opportunità di vita, attraverso una nuova funzione sociale.

Ad aiutarli saranno il talento e la sensibilità di un giovane artista, che riuscirà a valorizzarli, trasformandoli in opere d’arte a beneficio della collettività.

Il secondo atto “Effetto F.A.T.A. (Fuoco, Acqua, Terra, Aria)” (di Agnese Maccari) si presenta come un atto di accusa da parte degli elementi della natura nei confronti del consorzio umano, colpevole di aver gravemente compromesso la sopravvivenza del pianeta con inquinamento, disboscamenti incontrollati e spreco di risorse energetiche; e, quindi, come un monito all’umanità a correre ai ripari il prima possibile per invertire la rotta dell’autodistruzione. I quattro elementi “antropomorfi” – Fuoco, Acqua, Terra, Aria – stanchi di subire le vessazioni dell’Essere umano, decidono di rapirlo e metterlo sotto processo, muovendogli una serie di accuse a cui lui – in un interessante scambio dialogico – tenta di ribattere, argomentando le proprie scelte e le proprie esigenze; ma alla fine, rendendosi conto dei suoi errori, decide di cambiare radicalmente registro e prendersi finalmente cura del Pianeta.

Lo spettacolo punta a sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza di rispettare e tutelare l’ambiente, a partire dai piccoli comportamenti quotidiani.

SIAMO FUORI DI GABBIA

Tematica: educazione civica/ promozione dei valori civici

Testo: Chiara Benazzi con supervisione di Lodovico Bellè

Regia: Lodovico Bellè

Destinatari: infanzia, classi primarie, secondarie e superiori

Sinossi: lo spettacolo prende le mosse dalla rocambolesca fuga di un gruppo di animali “antropomorfi” da un circo (in cui venivano maltrattati) per andare a formare una propria società su un’isola deserta. La costituzione di questa nuova civiltà incontra tutte le speranze, entusiasmi e difficoltà che potrebbe trovare la formazione di un qualsiasi consorzio umano e rispecchia i meccanismi di costruzione di una società democratica, fondata sull’attuazione e sulla promozione dei principali valori civici di solidarietà, inclusione, giustizia sociale, legalità, rispetto dei diritti civili e dell’ambiente; in evidente contrapposizione con il regime tirannico e profondamente ingiusto che gli animali subivano all’interno del circo. Lo spettacolo, scritto ed interpretato con un registro scorrevole e divertente per appassionare i bambini, ha – al contempo – il compito di farli avvicinare ai meccanismi virtuosi della democrazia partecipativa, fondata sul principio di comprendere e cercare di soddisfare le esigenze di una pluralità di individui, anteponendo il benessere collettivo agli egoismi di parte. La trama può essere letta a diversi livelli, in base alla fascia d’età del pubblico ma, in ogni caso, si presenta come un valido strumento di riflessione da affrontare sotto forma di dibattito in materia di educazione civica.

CAPPUCCETTO ROSSO E GLI ANIMALI DI LA FONTAINE

Tematica: contrasto al bullismo, rispetto dell’ambiente, solidarietà, amicizia e giustizia sociale

Testo e regia: Lodovico Bellè

Destinatari: infanzia, classi primarie e secondarie

Sinossi: lo spettacolo punta ad avvicinare (in modo coinvolgente  e divertente) i bambini delle scuole al mondo del teatro e, contemporaneamente, a quello della letteratura classica per l’infanzia; nella fattispecie agli insegnamenti, saggi e semplici, contenuti nell’universo fiabesco degli “animali parlanti” di La Fontaine (in cui si rispecchiano le vicende e i comportamenti della società umana); alcuni dei quali, in questo spettacolo, si inseriscono fluidamente all’interno dell’arcinota favola di Cappuccetto Rosso (a sua volta rivisitata in chiave umoristica e contemporanea). Nello sviluppo della trama vengono affrontate attuali ed importanti tematiche sociali – quali bullismo ed ecologia – con l’intento di offrire spunti didattici e di dibattito alla fine dello spettacolo.

Le favole di La Fontaine si prestano bene a questo tipo di riflessione didattica, perché la condanna alla sopraffazione dei forti sui deboli, la virtù della prudenza, la solidarietà, ecc.., sono i principali temi su cui lo scrittore francese incentra la propria raccolta, trattandoli con ironia ed acuto spirito critico. In questa operazione, esplicitamente didascalica, La Fontaine si pone consapevolmente nel solco tracciato dalla classicità latina e greca (di Fedro, Esopo ed altri importanti autori, anche più recenti e di diverse influenze culturali) da cui trae e rielabora molte celebri favole.

IL  PALCO DEI MITI

Tematica: promozione dei valori civici attraverso la mitologia classica

Testo e regia: Lodovico Bellè

Destinatari: infanzia, classi primarie e secondarie

Sinossi: lo spettacolo punta ad avvicinare i minori al mondo del teatro e, contemporaneamente, a quello della mitologia classica, che rappresenta un patrimonio culturale imprescindibile alla base della nostra civiltà ed è importante che le nuove generazioni ne vengano a conoscenza e ne acquisiscano i valori, sapendo ritrovarli, individuarli e metterli in pratica nella vita sociale di tutti i giorni; ed è ancor più importante (perché maggiormente efficace) che lo facciano prendendovi contatto attraverso un approccio divertente e coinvolgente come quello del teatro: cosa sono infondo i miti, se non delle storie avvincenti ed affascinanti – abitate da eroi, dei, figure fantastiche, magiche e strabilianti – perfette per appassionare un pubblico fervido di immaginazione, come appunto quello dei ragazzi? Il vantaggio dell’iniziativa è quello di accrescere le conoscenze dei ragazzi, portandoli a scoprire quanto possano essere attuali – ed attuabili nella quotidianità – i valori di amicizia, solidarietà e spirito di giustizia, racchiusi nei miti dell’antica Grecia.

La scelta di incentrare lo spettacolo sui valori della mitologia classica rientra nelle strategie di coping, in cui il mito sta al modello a cui ispirarsi e la fantasia del minore sta alle sue capacità di adattamento e resilienza: identificandosi – attraverso il suo “io egoico” – nell’eroe del mito, nelle sue valorose gesta e nei suoi principi morali, il soggetto trova la forza, il coraggio e la determinazione per superare le proprie difficoltà. Ecco che  così sul palco passano in rassegna le vicende di Teseo ed Arianna, del titano Prometeo, di Amore e Psiche, Eco e Narciso, Orfeo ed Euridice, Dedalo ed Icaro, Ade e Persefone, ecc…

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