BALCANI, Montenegro. Vecchi «ras» e pratiche sempre attuali: i Đukanović e i soldi nei paradisi fiscali

La recente inchiesta denominata «Pandora papers» vede coinvolti anche la famiglia che per trenta anni ha detenuto il potere a Podgorica. Lo si apprende dalle inchieste dei giornalisti di “Mans” (parte del Consorzio internazionale di giornalisti investigativi ICIJ), che hanno rivelato l’esistenza di società offshore non dichiarate. Željko Pantelić lo scorso 5 ottobre ha pubblicato su “Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa” un approfondito resoconto della vicenda

I trust in quelli che vendono comunemente definiti come «paradisi fiscali» servono a nascondere i veri proprietari di beni mobili e immobili. Infatti, il fondatore del trust trasferisce la proprietà a un’altra persona, sia essa fisica oppure giuridica, mantenendo però il diritto di disporre della proprietà medesima; nell’atto di fondazione del trust (che rimane segreto) viene precisato chi realmente potrà usufruire di quei beni, trarne i profitti ed eventualmente venderli.

VECCHIE CONOSCENZE «NOTE ALL’UFFICIO»

Quando anni fa il presidente del Montenegro Milo Đukanović si rese conto che doveva affrontare i magistrati di Bari, guidati dal giudice Giuseppe Scelsi, nel noto processo per contrabbando di sigarette, accelerò il cammino verso l’indipendenza della più piccola delle Repubblica ex jugoslave. In questo modo, nel momento chiave delle indagini, su consiglio del suo avvocato difensore Enrico Tuccillo egli riuscì a presentarsi nel capoluogo pugliese appellandosi all’immunità internazionale garantita ai capi di stato e di governo dei paesi sovrani e membri delle Nazioni Unite.

In seguito, il primo ministro montenegrino tornò trionfalmente nella capitale Podgorica dove rilasciò pubblicamente dichiarazioni nelle quali affermava che «era stato scagionato da tutte le accuse e che aveva sventato il complotto ordito dalla Serbia», orchestrato, a suo avviso, allo scopo di impedire che il Montenegro divenisse indipendente.

LA CADUTA DEI ĐUKANOVIĆ

Inoltre, quando Nikola Marković, direttore del quotidiano montenegrino “Dan”, insieme ai giornalisti investigativi di MANS, ha scoperto che Đukanović aveva una società offshore a Cipro di cui non c’era traccia nelle sue dichiarazioni dei redditi, Đukanović ha intrapreso la strada dello scontro frontale contro la Metropolia del Montenegro e del Litorale e contro il metropolita Amfilohije. Cercando di affossare lo scandalo delle società offshore, ha riacceso le questioni identitarie, ovvero la divisione tra montenegrini e serbo-montenegrini, coinvolgendo anche la Chiesa ortodossa serba, di cui la Metropolia fa parte. Il risultato è stata la sconfitta alle elezioni parlamentari dell’anno scorso e la conseguente caduta del regime trentennale di Đukanović.

LA «BOMBA» PANDORA PAPERS

Ora, dopo l’uscita dei cosiddetti “Pandora papers”, in molti si chiedono cosa farà il presidente del Montenegro? A giudicare dalle reazioni dei suoi fedelissimi e dai media sotto il suo controllo, proveranno ancora una volta a giocare la carta del nazionalismo e delle divisioni nella società montenegrina.

Leggi l’integrale dell’articolo pubblicato da Željko Pantelić il 5 ottobre 2021 su “Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa” https://www.balcanicaucaso.org/aree/Montenegro/Pandora-papers-in-Montenegro-213230

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