ECONOMIA, ripresa. Il limiti del «rimbalzo» al 4% in Italia

Opportunità, problematiche e sfide che il Paese incontrerà nell’immediato futuro analizzate dal professor Mario Baldassarri

Nel prossimo futuro ci sarà il tanto auspicato e atteso «rimbalzo» dell’economia dopo questa terribile parentesi di crisi e impoverimento provocata dalla pandemia, tuttavia con alcuni limiti, poiché nei prossimi due anni le stime indicano soltanto un ritorno ai livelli preesistenti.

UN BIENNIO AL 4%

Secondo il professor Mario Baldassarri «non assisteremo a un boom, ma ci sarà una forte ripresa, appunto un “rimbalzo”, e se verranno utilizzati bene i fondi europei quest’anno la crescita potrà attestarsi attorno al 4%, grossomodo così come l’anno prossimo. Il che vuol dire che in questo biennio 2021-22 il Paese recupererà la caduta del 2020, che, non va dimenticato è stata del -9% del prodotto interno lordo».

Baldassarri, già viceministro dell’Economia e attualmente presidente del Centro studi economia reale, come di consueto è intervenuto alla trasmissione di approfondimento “Capire per conoscere”, andata in onda sulle frequenze di Radio Radicale e condotta dal giornalista Claudio Landi.

RITORNO AL PASSATO

Insomma, alla fine del 2022 l’economia italiana ritornerà ai livelli in cui si trovava nel 2019, recuperando quello che era stato perso a causa del coronavirus. Baldassarri concorda sostanzialmente con le conclusioni espresse recentemente dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, che riflettono le ultime previsioni del Fondo monetario internazionale e della Commissione europea. «Però attenzione – ha egli messo in guardia -, perché il problema sarà quello di come sarà la ripresa negli anni successivi, cioè se sarà solida, strutturale e consistente».

Una preoccupazione fondata, poiché se dopo questi due anni al 4% il Paese tornerà a crescere in maniera asfittica a tassi da prefisso telefonico, sotto l’1%, la situazione diverrebbe seriamente preoccupante.

NULLA SARÀ COME PRIMA

«Ecco perché – ha poi aggiunto – nella sua relazione del 31 maggio il Governatore Visco ha posto l’enfasi sulle riforme strutturali, in assenza delle quali le prospettive di crescita permanenti e strutturali all’anno 2030 rischiano di sgonfiarsi».

Ricordiamo che le riforme strutturali dovranno interessare i fondamentali settori della Giustizia, della Pubblica amministrazione, della concorrenza e del Fisco.

Inoltre, va anche tenuto in considerazione un secondo elemento importante, anch’esso ricordato da Visco nella sua relazione: nulla sarà come prima, poiché è in mutazione la struttura produttiva dell’intero sistema economico. Quindi si renderà necessario che sia le imprese che le linee di indirizzo della politica economica «guidino una selezione positiva delle imprese».

VERSO UNA SELEZIONE «SCHUMPETERIANA» DELLE IMPRESE

«Dopo l’aspetto macroeconomico neokeynesiano di Visco c’è un aspetto schumpeteriano, con un dinamica che condurrà a una selezione delle imprese attive nel Paese», ha quindi chiosato il giornalista Landi, che ha poi sottolineato come un tale processo di selezione «non può però venire lasciato alle, pur indispensabili, forze di mercato, perché altrimenti i costi sociali potrebbero essere elevatissimi».

La replica di Baldassarri è stata che: «Ci devono essere dei binari lungo i quali condurre quella che Schumpeter definiva la “selezione di razza”, cioè la distruzione creativa. Questo perché molte attività produttive non avranno la possibilità di riprendersi, mentre molte altre non solo si riprenderanno, ma altre nasceranno e si affacceranno sul sistema economico-produttivo, soprattutto nel settore terziario».

PREDOMINANZA DEL TERZIARIO

L’Italia è un grande paese manifatturiero, ma questo settore produttivo rappresenta ormai solo ⅓ del prodotto interno lordo (Pil), mentre quasi i ⅔ sono terziario, quindi fornitura di servizi, settore che include la Pubblica amministrazione, «che – ha commentato Baldassarri – dovrà diventare efficiente», ma che include anche il privato, che dovrà rendersi protagonista di questo slancio importante.

A questo scopo, è stato sottolineato nel corso della trasmissione radiofonica, «la prima e più importante, per la quale è stato preso giustamente tempo attraverso il blocco dei licenziamenti, è quella del mercato del lavoro, degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro; perché se le imprese dovranno “cambiare pelle”, altrettanto dovranno fare molti lavoratori, nei termini della professionalità e attraverso l’aggiornamento, soprattutto i più giovani spesso privi di competenze adeguate».

RIFORME DELLA CONCORRENZA E FISCALE

Riguardo alla riforma della concorrenza è stato sottolineato come essa si fondamentale sotto numerosi punti di vista, in particolare grazie alla realizzazione di meccanismi che rendano la concorrenza «più sana» in Italia.

Infine, ad avviso del professor Baldassarri, la «madre» di tutte le riforme, richiamata anche nel discorso di Visco: la riforma fiscale, che «deve avere come base la ricomposizione del bilancio pubblico. Ancora una volta, non illudiamoci che con i fondi europei e con il rimbalzo della crescita del 2021-22 si risolvano i problemi e si possano quindi trascurare il moloch di novecento miliardi di spesa pubblica all’anno, prevalentemente corrente. Lì dentro c’è la grande sfida, dal lato della composizione delle entrate e da quello della spesa».

A336 – ECONOMIA, RIPRESA: I LIMITI DEL «RIMBALZO» AL 4% IN ITALIA. Nel prossimo futuro ci sarà il tanto auspicato e atteso «rimbalzo» dell’economia dopo questa terribile parentesi di crisi e impoverimento provocata dalla pandemia, tuttavia con alcuni limiti, poiché nei prossimi due anni le stime indicano soltanto un ritorno ai livelli preesistenti.
Secondo il professor MARIO BALDASSARRI «non assisteremo a un boom, ma ci sarà una forte ripresa, appunto un “rimbalzo”, e se verranno utilizzati bene i fondi europei quest’anno la crescita potrà attestarsi attorno al 4%, grossomodo così come l’anno prossimo. Il che vuol dire che in questo biennio 2021-22 il Paese recupererà la caduta del 2020, che, non va dimenticato è stata del -9% del prodotto interno lordo».
L’economista, già viceministro della Repubblica e attualmente presidente del Centro studi economia reale, è intervenuto a “Capire per conoscere”, trasmissione di approfondimento condotta dal giornalista CLAUDIO LANDI, andata in onda sulle frequenze di Radio Radicale lunedì 7 giugno 2021, nel corso della quale sono state analizzate opportunità, problematiche e sfide che il Paese incontrerà nell’immediato futuro.
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