VATICANO, finanze vaticane. Usa, l’Internal Revenue Service inserisce lo Stato di Città del Vaticano e la Santa Sede tra le giurisdizioni equivalenti in termini di adeguata verifica

Nel 2015 la Santa Sede e gli Usa firmarono un protocollo per migliorare gli standard di conformità fiscale, accordo che allora venne supervisionato dall’Autorità di informazione finanziaria (AIF)

In attesa della pubblicazione del rapporto Moneyval su Santa Sede e Stato di Città del Vaticano relativo alla trasparenza finanziaria, “Vatican News” ha dato risalto alla notizia che l’Internal Revenue Service, cioè il servizio delle entrate del governo degli Stati Uniti d’America, ha incluso il Vaticano tra le giurisdizioni equivalenti a quella statunitense in materia di adeguata verifica del cliente.

PROTOCOLLO SANTA SEDE – USA

Nel 2015 la Santa Sede e gli Usa firmarono un protocollo per migliorare gli standard di conformità fiscale, accordo che allora venne supervisionato dall’Autorità di informazione finanziaria (AIF).

Nello specifico allegato dedicato a Santa Sede e Stato di Città del Vaticano vengono citate le normative che hanno favorito il riconoscimento, dalla legge n. XVIII dell’8 ottobre 2013, modificata dalla Legge n. CCXLVII del 19 giugno 2018 e dal decreto CCCLNXXII del 9 ottobre 2020 (la cosiddetta Legge sulla trasparenza). Quest’ultima era una messa a punto, un adeguamento a normative vigenti che aveva una sola vera novità nell’istituzione di un registro centrale presso l’AIF.

L’agenzia degli Stati Uniti cita anche l’articolo 421bis del Codice penale, come modificato dall’art. 5 del Decreto CCCXXIX, del 1° ottobre 2019, sul riciclaggio, e il Regolamento n.4 dell’Autorità di vigilanza e informazione finanziaria, regolamento che permise alla Santa Sede di entrare nell’Area SEPA e potersi così dotare di un IBAN vaticano.

IN ATTESA DEL RAPPORTO MONEYVAL

Si attende ora il rapporto sui progressi di Moneyval, che sarà concentrato sull’effectiveness (efficacia) del sistema giudiziario vaticano, vale a dire su come il Tribunale vaticano è in grado di raccogliere e portare avanti indagini sulla base dei rapporti di transazioni sospette presentate dall’AIF.

L’attivismo giudiziario recente potrebbe non influire molto sulla valutazione, che si basa sui numeri degli ultimi cinque anni. Una chiave di lettura fondamentale del rapporto sarà guardare il parametro IO.7, quello che riguarda appunto le indagini e i processi anti-riciclaggio. Ci sono quattro livelli: low, moderate, susbstantial, high. Se la Santa Sede avesse valutazione low o moderate, significherebbe che, al di là dell’impianto giuridico antiriciclaggio, c’è ancora molto da fare nel campo giudiziario.

LA VALUTAZIONE DELL’AIF

Mentre sarà da vedere come il comitato valuterà i recenti cambi all’interno dell’AIF: fino ad ora, la nuova autorità – che ha cambiato nome – ha avuto risultati positivi sulla linea già tracciata in passato. Sarà da vedere quale sarà l’impatto della discontinuità. Avrà parlato anche di questo con il pontefice il presidente dell’ASIF Barbagallo, quando è stato ricevuto in udienza lo scorso 27 maggio. Di certo, avrà discusso anche del rapporto annuale dell’autorità, che in genere era già pubblicato per la fine di maggio e che, probabilmente, è in attesa della valutazione Moneyval.

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