INDUSTRIA, siderurgia. Acciaierie di Piombino: capitali pubblici nella società indiana

Il viceministro allo Sviluppo Buffagni risponde in Parlamento sul piano di rilancio degli impianti toscani. Verrà realizzato un nuovo forno elettrico, mentre RFI propone a Jindal la manutenzione delle rotaie. La bozza definitiva del piano industriale che verrà presentato a breve prevede, tra l’altro, anche lo sviluppo del porto, sia per attività attinenti e integrate all’acciaio, sia come sbocco per il ricollocamento di eventuali esuberi

All’interrogazione parlamentare nr.3-1985 presentata dall’onorevole Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia), concernente iniziative di competenza a sostegno di un piano industriale volto al rilancio delle acciaierie di Piombino, ha risposto il viceministro per lo sviluppo economico Stefano Buffagni.

L’atto in esame si riferiva alle vicende del gruppo industriale JSW Steel Italy (alla cui vicepresidenza venne posto il renziano Marco Carrai), che in precedenza aveva rilevato la proprietà delle acciaierie ex Lucchini, il gruppo bresciano che dal 1992 era divenuto proprietario dell’impianto toscano.

Il nuovo piano industriale di JSW Steel

«A partire dallo scorso 15 settembre – ha riferito in Aula Buffagni – si sono susseguite numerose riunione tra la società e le Istituzioni coinvolte, nel corso delle quali la società stessa ha illustrato l’ipotesi di un nuovo piano industriale della durata di cinque anni, che prevedrebbe il supporto di Invitalia e l’utilizzo di nuovi strumenti per la messa in sicurezza e il rilancio dell’impresa attraverso l’adozione di impianti di laminazione maggiormente efficienti e l’ampiamento della gamma dei prodotti».

Obiettivo del piano, secondo quanto ha riferito il rappresentante del Governo, è quello del ripristino della produzione attraverso l’investimento in un forno elettrico per la costruzione di un complesso centrale multicentrico con attività complementari legate alla logistica e al manufactoring.

«È stata altresì ribadita  da parte della società – ha aggiunto Buffagni – la volontà di diversificare la propria attività, così da diminuire i rischi legati a una produzione monotematica ed offrire contemporaneamente maggiori possibilità di crescita allo stabilimento oggetto dell’accordo».

Nell’attesa della ricezione nella sua forma definitiva del business plan il Mise e Invitalia sono rimasti costantemente con Jsw Steel Italy «per monitorare più da vicino il corso degli eventi».

Nuovo forno elettrico e laminatoi; l’offerta di RFI per le rotaie

Restano tuttavia ancora aperte alcune fondamentali questioni. RFI (Rete ferroviaria italiana) ha invitato JSW ha formulare una manifestazione d’interesse per un contratto della durata di dieci anni a decorrere dal 2021 per la manutenzione di rotaie.

È stato inoltre convenuto che il piano industriale verrà riformulato prevedendo che gli impegni della proprietà vengano attuati in due tempi, bensì prevedendo che i laminatoi siano realizzati in modo contestuale al forno elettrico.

«Mister Jindal – ha proseguito il viceministro – si è impegnato a presentare il progetto del forno elettrico entro il 31 gennaio 2021. In particolare, tale progetto risulterebbe essenziale per il rilascio dei “certificati bianchi”, che, se riconosciuti, possono essere utilizzati come garanzia per ottenere il finanziamento bancario necessario alla realizzazione del forno elettrico».

Il Mise ha colto lo spunto offerto dal sindaco di Piombino per evidenziare l’opportunità in tale contesto di programmare le necessarie bonifiche nel territorio comunale.

Secondo Buffagni «tali interventi di recupero ambientale potrebbero essere sostenuti mediante il ricorso a diversi fondi pubblici a disposizione, oltreché grazie all’impegno finanziario dell’azienda. A tal fine verrà convocato nel corrente mese un tavolo di lavoro e di confronto con il Ministero dell’Ambiente al fine di pianificare i possibili interventi».

Capitali pubblici nella holding

Il viceministro ha quindi sottolineato l’importanza strategica dell’impianto siderurgico di Piombino e ha confermato che è in valutazione da parte del Governo italiano la possibilità di un proprio ingresso nel capitale della società holding.

A tale scopo il Mise affiderà aa un soggetto terzo la quantificazione del valore della società allo scopo di dare seguito al progetto volto alla costituzione di quote della società mediante un aumento di capitale a condizioni di mercato.

la bozza definitiva del piano industriale che verrà presentato a breve prevede, tra l’altro, anche lo sviluppo del porto, sia per attività attinenti e integrate all’acciaio, sia come sbocco per il ricollocamento di eventuali esuberi che potrebbero verificarsi al momento dell’attivazione del forno elettrico.

«Il ministro Patuanelli – ha sottolineato Buffagni – ha garantito che a Piombino sarà fatto quanto è necessario sulla scia dell’impegno assunto per l’acciaieria di Taranto, perché il sito produttivo toscano specializzato nella produzione di rotaie ha una potenzialità enorme nell’ambito degli interventi di infrastrutturazione volti alla manutenzione e all’implementazione di nuovi rami ferroviari in diverse aree del Paese».

Smantellamento e bonifiche

Un asset, ad avviso del viceministro, che costituisce un elemento strategico anche nel quadro del Recovery Plan, in cui sono previsti i finanziamenti per il completamento dei corridoi ferroviari.

«Evidenzio poi, che sono state attivate le misure di cassa integrazione straordinaria previste per le imprese localizzate in aree di crisi industriale complessa con durata fino al 31 marzo 2021».

L’onorevole interrogante ha tuttavia eccepito in replica che «si continua solo a parlare di idee», perché «in teoria, rispetto a quello che era stato stabilito già nel gennaio 2020 avrebbe dovuto esserci già un piano di sviluppo per le acciaierie di Piombino. Invece abbiamo ancora business plan temporanei ed è passato un anno rispetto agli impegni dell’azienda ad arrivare a proporre tempi certi».

Donzelli ha concluso il suo intervento chiedendo con veemenza: «Come, quando e quanto», affermando che sono necessari tempi certi per lo smantellamento e per le bonifiche, «perché finché non riparte il piano industriale l’unica possibilità che abbiamo di dare una serenità occupazionale a tutto il territorio è quella di investire seriamente nello smantellamento e nelle bonifiche, attività che in una fase transitoria come questa sono importanti dal punto divista ambientale ma anche occupazionale. Oltre a tempi certi riguardo alla ripresa dell’attività produttiva».

Piombino in crisi

Nella zona di Piombino la situazione è critica, prima della chiusura degli impianti il settore siderurgico occupava, incluso l’indotto, più di duemila persone. L’incertezza caratterizza il clima del territorio da sette anni, cioè da quando venne effettuata l’ultima colata di acciaio il 24 aprile 2014, giorno nel quale l’altoforno venne spento.

Da allora si insinuò il dilemma se produrre come sempre si era fatto in passato in quel luogo, oppure soltanto trasformarlo e laminarlo, come nel caso della manutenzione delle rotaie di RFI è stato proposto.

Nel 2018 l’impianto è stato acquistato dal colosso della siderurgia mondiale Jindal Steel, che l’anno precedente, in cordata con altre imprese non era riuscito ad aggiudicarsi la gara con Mittal per l’Ilva di Taranto.

La vicenda del nuovo forno elettrico ritorna sempre, poiché il gruppo indiano finora non ha mai fatto chiarezza sulla sua intenzione di costruirlo, fatto che per la città costiera toscana significherebbe ricominciare la produzione.

Come si verificò nel caso di Taranto, recentemente si era fatta strada la possibilità di una iniezione di capitali pubblici attraverso l’intervento nella società di Invitalia, l’agenzia diretta da Domenico Arcuri.

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