AMBIENTE, rifiuti. Utilitalia: con gestione industriale performance migliori e tariffe più basse

Nel 2020 secondo i dati raccolti presso quarantasei aziende associate che servono circa quindici milioni di abitanti, la produzione di rifiuti urbani è diminuita del 10%; si stima un aumento dei rifiuti organici domestici e di quelli di imballaggio in plastica, a fronte di una diminuzione dei rifiuti organici provenienti dai settori turistici e dei RAEE. Brandolini: «Occorre arrivare all’80% di raccolta differenziata per centrare il target europeo del 65% di effettivo riciclo entro il 2035»

«Nei territori in cui la gestione dei rifiuti è impostata su logiche industriali i risultati sono migliori e in linea con gli standard europei, dove invece insistono piccole gestioni frammentate le performance sono peggiori e l’allineamento agli obiettivi Ue  ancora lontano».

Lo ha dchiarato Filippo Brandolini, vicepresidente di Utilitalia, la federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, nel corso del suo intervento alla presentazione del Rapporto rifiuti urbani di Ispra.

Nel 2020 secondo i dati della Federazione, raccolti presso quarantasei aziende associate che servono circa quindici milioni di abitanti, la produzione di rifiuti urbani è diminuita di circa il 10%; si è stimato un aumento dei rifiuti organici domestici e dei rifiuti di imballaggio in plastica, e una diminuzione dei rifiuti organici provenienti dai settori turistici e dei RAEE.

«L’emergenza Coronavirus», ha spiegato Brandolini, «ha fornito indicazioni importanti sulla necessità di migliorare la dotazione impiantistica del Paese. Il sistema ha tenuto anche grazie a provvedimenti straordinari di deroga, ma deve diventare sempre più resiliente e flessibile per affrontare le situazioni emergenziali». Conseguentemente, «di ciò bisognerà tenere conto nel Programma nazionale per la gestione dei rifiuti, che dovrà affrontare il tema delle esigenze impiantistiche e organizzative per raggiungere i target europei».

A proposito degli obiettivi posti dall’Unione europea, secondo Utilitalia «occorrerà arrivare almeno all’80% di raccolta differenziata per centrare il target europeo del 65% di effettivo riciclo entro il 2035. La strada da percorrere è ancora lunga anche perché ci sono realtà territoriali molto diverse dal punto di vista urbanistico nel Paese e, soprattutto nelle grandi città, è difficile raggiungere percentuali così alte di raccolta differenziata».

«Serve un’attenzione particolare al tema dell’impiantistica per i rifiuti organici, perché da qui passa un pezzo importante dell’economia circolare. Secondo le nostre stime, per centrare gli obiettivi Ue al 2035 occorre una dotazione impiantistica aggiuntiva pari ad oltre tre milioni di tonnellate. Auspichiamo che vengano assunte scelte tecnologiche all’avanguardia, ovvero che si realizzino impianti in grado di contribuire anche alla transizione energetica del Paese, producendo dai rifiuti organici energia, in particolare biometano, oltre al compost».

In quest’ottica, ha concluso il vicepresidente di Utilitalia, “contiamo che il Recovery Fund possa fornire un contribuito importante per favorire la realizzazione di impianti industriali in grado di  consentire economie di scala, riducendo i costi a carico dei cittadini. Non a caso nel Nord, dove grazie ad un’organizzazione industriale e ad un’adeguata dotazione impiantistica si registrano elevati tassi di raccolta differenziata e di riciclo e un bassissimo smaltimento in discarica, la qualità del servizio offerto ai cittadini è migliore, a fronte di tariffe significativamente più basse rispetto alle regioni centromeridionali in cui ancora troppo rilevante è il ricorso allo smaltimento in discarica”.

 

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