Presidenziali USA. Breve guida ai confronti televisivi tra i candidati alla Casa Bianca. Il primo duello Trump-Biden martedì 29 settembre

Nel 2016, due dei tre duelli tra Donald Trump e Hillary Clinton, secondo dati Nielsen, vennero seguiti da 84 milioni di americani, il record assoluto dall’esordio delle sfide presidenziali televisive con John Kennedy e Richard Nixon nel 1960.
Quella che segue è una breve guida ai dibattiti televisivi delle presidenziali 2020, che cominceranno nella notte di martedì prossimo presso l’Università di Notre Dame in Indiana.
UN DIBATTITO VALE IL 2-3% DEGLI ELETTORI
I dibattiti televisivi sono particolarmente attesi anche in queste presidenziali che, nonostante la polarizzazione, vedono ancora tanti elettori indecisi. Alcuni sondagisti ed esperti di comunicazione hanno definito nel 2-3%, il valore che una buona performance televisiva può spostare in termini elettorali.
L’OBIETTIVO SONO GLI INDECISI
L’obiettivo dei contendenti è dunque quello di girare a proprio favore almeno una parte di quel 5-6% di indecisi, per farlo i due ticket presidenziali hanno a disposizione quattro incontri: tre per i candidati presidenti (29 settembre, 15 e 22 ottobre), uno per i loro vice (7 ottobre). Vincere i dibattiti significa conquistare tutti gli indecisi e ipotecare la Casa Bianca.
TRUMP MANCA DI IRONIA
Trump nei suoi comizi può parlare per più di un’ora, con o senza teleprompter, sa alternare momenti di serietà a momenti brillanti, mentre si connette con il suo pubblico, al quale prende e restituisce entusiasmo. Diversamente dai giornalisti che gli riservano un trattamento ostile ampiamente ricambiato. Un minimo di autoironia e un poco di modestia contribuirebbe a svelenire gli attacchi e a minimizzare le critiche.
BIDEN E IL RISCHIO “BOLLA”
Biden è un politico serio, ma finora ha mancato di empatia con l’elettorato. Per preservarlo dai rischi del Covid-19 è stato rinchiuso in una “bolla” nella quale ha fatto ricorso al teleprompter, non solo per i rari comizi, ma anche per rispondere alle domande prestabilite dei giornalisti, quasi tutti attenti ad evitargli domande imbarazzanti. In un dibattito televisivo senza rete ciò potrebbe nuocergli rendendo.
LA TRAPPOLA DAVIDE E GOLIA
Trump si è rifiutato di preparare i dibattiti preferendo investire il proprio tempo a mandare a memoria una serie di battute destinate a “bucare” il teleschermo. Un repertorio che dovrà dosare, poiché comporta il rischio di farlo apparire un bullo. La trappola da evitare è quella nota: tra Davide e Golia è facile immaginare a chi andrebbe la simpatia degli indecisi.
“SLEPPY” JOE DEVE SVEGLIARSI
Biden nei dibattiti alle primarie democratiche è andato bene. Chiunque lo ricordi opposto al vicepresidente di Mitt Romney, Paul Ryan nel 2012, lo sa. Da candidato presidenziale, a forza di sentirsi chiamare “sleppy” Joe, è sembrato assecondare il suo avversario. Tornerà a non avere copioni prestabiliti, ma dovrà riuscire ad abbreviare e affinare le sue risposte.
GLI ARGOMENTI FORTI DEI CANDIDATI
Trump ha dalla sua l’argomento dell’economia, con i fondamentali che prima dell’epidemia di Covid-19 sembravano dare ragione ai suoi interventi. Poi c’è la politica estera nella quale può vantare alcuni importanti successi. Dovrà ricordare la massima di Carville per Bill Clinton: “It’s the economy, stupid”.
Biden cercherà di portare il dibattito sui temi meno congeniali al suo avversario: la “leggerezza” mostrata dal governo nella crisi della pandemia e il razzismo sistemico. Ma su quest’ultimo tema dovrà evitare di farsi schiacciare sulle posizioni più violente del movimento Black Lives Matter.
SUL RING TELEVISIVO SERVE EQUILIBRIO
Muovendosi sul filo del rasoio, Trump e Biden saliranno sul ring televisivo, provando a ribaltare, almeno parzialmente, i rispettivi comportamenti che fino a qui hanno tenuto. Come sosteneva McLuhan: “Il media è il messaggio”.
In palio c’è un 2-3% che può fare la differenza, ma senza perdere di vista il consenso già ottenuto tra gli elettori dei loro rispettivi partiti. L’obiettivo di entrambi è sommare la ragione dei incerti alla passione dei propri tifosi.

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