PRESIDENZIALI USA. La convention virtuale del partito democratico perde audience. A mancare sono anche i contenuti politici.

C’era da aspettarselo.  La convention democratica tutta virtuale, senza la folla dei delegati, i palloncini colorati e gli applausi agli interventi, ha fatto meno audience del passato e mediaticamente è stata un mezzo flop.

SETTE MILIONI IN MENO DAVANTI ALLA TV

Un po’ come le partite di calcio, che senza pubblico sembrano finte, la prima serata della convention democratica ha raccolto 18,8 milioni di telespettatori. Il 27% in meno rispetto ai 25,8 milioni dell’analogo evento nel 2016.

Per rimanere al parallelo tra sport e politica, il Super Bowl, la finale del campionato di football americano, evento televisivo per eccellenza, è seguito,  in media, dal triplo dei telespettatori statunitensi.

VIRTUALE ANCHE IL PROGRAMMA POLITICO

Secondo la Nielsen, la rete più seguita è stata la MsNbc , con 5,2 milioni di audience, seguita dalla Cnn con 4,8 milioni. Secondo gli strateghi di Biden a queste cifre andrebbero aggiunti 10 milioni di persone collegate online, un dato record.

La convention democratica è stata virtuale, non solo per le modalità in cui si è svolta, ma anche per i contenuti. Con gran parte degli interventi volti a denigrare le politiche di Trump e quasi nessuno a rivendicare un programma di partito.

SOLO LA SINISTRA DEM MARCA LE DIFFERENZE

Pochi si sono sottratti alla riduttiva retorica di Biden persona buona, Trump persona cattiva. Nei 90 secondi del suo speach, Alexandria Ocasio Cortez, ha rivendicato la forza delle idee di Bernie Sanders, contro la vocazione moderata del partito.

Proprio Sanders, il candidato sconfitto da Biden alle primarie, ha sottolineato il merito di essere riuscito a far abbracciare al candidato presidente, misure di sinistra su questioni dal salario minimo all’istruzione primaria universale.

DEMOCRATICI UNITI, MA SOLO CONTRO  TRUMP

Per il resto, la convention dem ha visto i discorsi di una variegata armata anti Trump e proposto una manciata di repubblicani che hanno pronunciato il loro endorsement per Biden, “in nome dell’unità del Paese”.

In buona sostanza, la richiesta, non sappiamo quanto efficace e produttiva, di un voto “contro” anziché “a favore”. Quasi a sottolineare che non solo Biden, ma chiunque altro sarebbe meglio del Presidente uscente.

Ai democratici basterà ostentare la propria superiorità morale? Oppure, tale strategia salderà Trump al suo elettorato? Quattro anni fa Hillary Clinton, perse le elezioni anche per aver definito “miserabili” gli elettori del suo avversario.

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