Ieri, su delega della locale Procura Distrettuale, i militari del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito un decreto di perquisizione e sequestro emesso dal Giudice per le indagini preliminari (Gip) per l’ipotesi delittuosa di bancarotta della società a responsabilità limitata Meridi.
La Meridi fa parte del Gruppo Finaria, che vede quale azionista di maggioranza della società capogruppo (Finaria s.p.a.) Antonino Pulvirenti.
La società Meridi risulta titolare di una catena di supermercati a marchio Forte, con punti vendita in tutto il territorio siciliano, fino a ieri ha costituito la principale attività d’impresa in grado di garantire al gruppo flussi costanti di liquidità.
La sua allarmante esposizione debitoria – secondo lo stesso management della società ammontante a oltre 90 milioni di euro di debiti erariali e previdenziali – ha determinato la dichiarazione del Tribunale fallimentare di Catania dello stato di insolvenza, con la conseguente nomina di commissari giudiziali.
I militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria del capoluogo etneo, in forza del citato decreto, sono stati chiamati ad acquisire ogni documento in grado di permettere una completa ricostruzione dei rapporti commerciali intercorsi tra la società insolvente e le altre imprese del gruppo.
Sempre nella giornata di ieri, ma stavolta nel centro della capitale, i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno tratto in arresto due persone trovate in possesso di oltre sei chili di stupefacenti tra cocaina, hashish e marjuana.
L’andirivieni di clienti in un circolo ricreativo nella zona di Porta Pia, il cui accesso era controllato mediante un videocitofono, ha attirato l’attenzione delle Fiamme gialle del III Nucleo operativo metropolitano della capitale, che hanno quindi iniziato a monitorare i frequenti movimenti di due uomini che erano soliti fare ingresso frequentemente in un palazzo limitrofo, nel quale i due avevano la disponibilità di un appartamento.
Dopo alcuni giorni di appostamenti, i militari ne hanno eseguito la perquisizione, rinvenendovi oltre sei chilogrammi di droghe, confezionati in panetti di cocaina, ovuli di hashish e buste di marijuana.
Rinvenuti inoltre diversi bilancini di precisione e altro materiale per il confezionamento delle dosi, e anche 5.000 euro in contanti, presumibilmente provento dell’attività illecita.
I due soggetti sono stati arrestati per spaccio di sostanze stupefacenti e associati alla casa circondariale di Regina Coeli, dove sono stati posti a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
Infine, gli uomini del Gruppo di Frosinone hanno individuato una rete di riciclaggio per oltre 19 milioni di euro e un’evasione fiscale internazionale per oltre 14 milioni di euro.
Tredici le persone denunciate a vario titolo, dai reati di associazione per delinquere, bancarotta, riciclaggio, all’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi.
In una prima fase le investigazioni sono state concentrate su due pluripregiudicati per reati contro il patrimonio, un ciociaro e un romano, attivi nel frusinate e frequentatori di casinò.
Su di essi pende l’accusa di riciclaggio: poiché gli si contesta l’effettuazione di numerose operazioni di cambio assegni e versamento in contanti presso le casse di un casinò per un ammontare di oltre 500.000 euro, frutto di riciclaggio proveniente dal fallimento di alcune società.
Lo sviluppo delle indagini ha successivamente consentito l’individuazione di altre dieci persone originarie della Campania e della Puglia, tutti pregiudicati e nullatenenti, risultati presenti all’interno del casinò negli stessi giorni e orari nei quali c’erano i due soggetti originariamente investigati, i quali avevano effettuato operazioni di cambio assegni e di versamento in contanti per oltre 18 milioni di euro, con importi frazionati sempre al di sotto della soglia consentita dalla normativa antiriciclaggio.
L’analisi della documentazione acquisita e delle movimentazioni bancarie riconducibili ai soggetti investigati ha consentito agli investigatori di risalire alla reale provenienza degli assegni utilizzati presso il casinò, di individuare somme di denaro depositate all’estero per circa venti milioni di euro e quantificare le giocate effettuate attraverso l’agenzia di porteur investigata presso il casinò in complessivi 81 milioni di euro negli anni dal 2012 al 2017.