URBANISTICA, Torino. Quartiere Aurora, il confronto pubblico su un possibile laboratorio di rigenerazione urbana

In/Arch Piemonte promuove l’incontro tra amministrazione comunale, cittadini e progettisti. Obiettivo la definizione di linee di progetto

Intervenire sulla città per “rigenerarla”, a essere interessato da progetti del genere è il popolare quartiere Aurora di Torino, posto tra il centro storico cittadino e l’altro – anch’esso popolare ma di realizzazione più recente – quartiere Barriera.

Si tratta di un’iniziativa promossa da In/Arch Piemonte, che ha organizzato per il prossimo martedì 21 gennaio un incontro con gli amministratori municipali, i cittadini e i progettisti.

Esso avrà luogo dalle ore 16:00 presso la VII Circoscrizione del Comune di
Torino in Corso Vercelli 15, e vedrà la partecipazione di Luca Deri (Presidente della VII Circoscrizione) e Antonino Iaria, (assessore all’Urbanistica della Città di Torino).

Il quartiere Aurora si estende su entrambe le rive del fiume Dora ed è formato da cinque distinti nuclei: il Borgo Dora, il rione più antico che si sviluppa in prossimità del Balon, il più popolare mercato delle pulci di Torino, e ospita altresì la Piccola casa della Divina Provvidenza (noto come ospedale Cottolengo); il rione valdocco, situato nella parte occidentale del quartiere, noto per il santuario di Maria Ausiliatrice; Porta Palazzo, a ridosso del centro storico, sede del più grande mercato scoperto cittadino (in piazza della Repubblica) e l’adiacente Porta Milano, attorno alla storica stazione della ferrovia Ciriè-Lanzo, oggi sede del Museo ferroviario piemontese.

Esso venne interessato da un intenso fenomeno di inurbazione a partire dalla fine del XVIII Secolo, un intenso sviluppo proseguito poi negli anni della grande industrializzazione torinese.

Nel 1850 Borgo Dora contava più di 20.000 abitanti, in massima parte operai, una vocazione, questa, perpetuata anche nel secondo dopoguerra, quando accolse la massiccia immigrazione dal Meridione indotta dalle attività delle numerose fabbriche torinesi, alcune delle quali trasferirono proprio ad Aurora le proprie officine, mentre contestualmente si andarono sviluppando molte piccole imprese artigiane, commerciali e di servizi.

Negli anni Ottanta iniziò l’immigrazione extracomunitaria, una fase storica coincidente con la perdita della sua precedente marcata impronta industriale, che vide contestualmente l’inizio della riduzione dei residenti, questo anche a causa della concomitante chiusura di non poche fabbriche, tra le quali la Fiat Grandi Motori di via Cuneo.

Sul destino del quartiere incisero poi sensibilmente anche le dismissioni di impianti industriali situati nei quartieri adiacenti, principalmente quelli della Borgata Vittoria e di San Donato.

Nel 1988 viene chiusa la stazione di testa della ferrovia Torino-Ceres cioè la stazione di Torino Porta Milano di corso Giulio Cesare, arrestando il capolinea alla stazione di Torino Dora.

In una Torino che si va gradualmente spopolando, con nuovi insediamenti residenziali attorno ai grandi centri commerciali di nuova costruzione e, malgrado i tentativi di recupero urbanistico incentrato sui due fuochi rappresentati dalle due grandi stazioni (Porta Susa e Porta Nuova), ilworkshop Scandagli dello scorso novembre ha generato idee e progetti per la rigenerazione di un’area strategica come Aurora e per l’intera città di Torino.

I progettisti presenteranno il lavoro fatto e si confronteranno con architetti, ingegneri, cittadini, associazioni e organismi di categoria. L’obiettivo è definire insieme le linee di progetto che, con la circoscrizione e la città, diventino un reale laboratorio di rigenerazione urbana.

Per l’incontro formativo sono stati richiesti 4 CFP per gli architetti.  L’iscrizione al workshop, per coloro i quali necessitano di crediti formativi, ha un costo di 6 euro per le spese di segreteria, mentre per i soci In/Arch la quota di iscrizione è gratuita, tuttavia liscrizione è obbligatoria.

Info: progetto@inarchpiemonte.it  

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