ESTERI, Mediterraneo. Rome Med 2019, prima giornata di lavori

UfM, Hotel Parco dei Principi Roma, Mediterraneo, MENA (Medio Oriente e Nord Africa), Rome Med 2019, agricoltura, mutamenti climatici, acqua, stress idrico, Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (MAECI), Istituto italiano di studi politici internazionali (ISPI)

Nella giornata di ieri, presso l’Hotel Parco dei Principi, si è svolta la prima giornata di Rome Med 2019, quinta edizione dell’iniziativa annuale ad alto livello co-organizzata dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (MAECI) e dall’Istituto italiano di studi politici internazionali (ISPI).

Si tratta di un evento destinato a trasformare la capitale italiana in un polo globale per dialoghi di alto livello sul Mediterraneo e Medio Oriente, con l’’obiettivo di ripensare gli approcci tradizionali e redigere una nuova agenda positiva.

Nelle sessioni che hanno avuto luogo nella prima giornata di lavori si è discusso, tra l’altro, di sicurezza alimentare e mutamenti climatici, di percorsi finalizzati alla crescita e alla stabilità regionale, di acqua e dello stress idrico nel quale versano non pochi Paesi dell’area.

Il cambiamento climatico colpisce duramente l’agricoltura, la produzione alimentare e la disponibilità di risorse naturali, compromettendo così i sistemi alimentari e i mezzi di sussistenza rurali in numerosi paesi.

Nel forum svoltosi a Roma si è cercato di raggiungere un’intesa comune sul nesso tra sicurezza alimentare e cambiamento climatico nell’intera area del Mediterraneo, considerando le dimensioni sociali, economiche e ambientali della sostenibilità.

Due i principali interrogativi ai quali si è tentato di fornire una risposta: quali sono le relazioni complesse e intrecciate tra ambiente e sistemi alimentari e in che modo gli attori della cooperazione allo sviluppo affrontano la sfida del cambiamento climatico stimolando allo stesso tempo lo sviluppo rurale e agricolo.

Riguardo ai percorsi di crescita e stabilità l’analisi è partita dalla sconfitta militare subita dall’autoproclamato Stato Islamico in Siria e Iraq, che ha dato vita a un fragile equilibrio di potere.

Tuttavia, il deterioramento della condizione di sicurezza e le sfide economiche influenzano ancora negativamente la regione del MENA (Medio Oriente e Nord Africa).

Nuove proteste, polarizzazione politica e crisi perduranti sono le principali cause dell’attuale problematica situazione. Esse rischiano di compromettere gli sforzi tesi al raggiungimento della stabilità politica e della prosperità economica, come dimostrano gli attuali sviluppi in Nord Africa.

Qualsiasi iniziativa politica dovrebbe basarsi su un approccio integrato che affronti le sfide economiche e di sicurezza. Un rinnovato impegno europeo nella regione e una cooperazione euro-mediterranea rafforzata possono contribuire a definire tale approccio.

I gruppi di riflessione di entrambe le sponde del Mediterraneo hanno un ruolo da svolgere, ma nella misura in cui saranno in grado di raggiungere con successo i cittadini e i decisori politici.

Anche in questo caso sono stati posti degli interrogativi: in che modo le proteste in corso, le spaccature e le rivalità influenzano la sicurezza e la stabilità nella regione del MENA?

Quali sono i principali rischi e quali le opportunità per le economie nordafricane?

In che modo l’Europa dovrebbe impegnarsi e rimodellare il proprio ruolo nella regione?

Infine, quali strategie possono adottare i gruppi di riflessione per far sentire la loro voce tra il pubblico e i decisori politici?

Al Rome Med 2019 la prima conferenza annuale dell’UfM sull’investimento e il finanziamento di opere idriche attraverso partenariati di natura pubblico-privata. Garantire la sostenibilità finanziaria del settore idrico risulta di fondamentale importanza ai fini della crescita economica e del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile nella regione mediterranea.

Però i bilanci pubblici da soli non sono sufficienti alla copertura finanziaria dei grandi investimenti che sarebbero necessari per conseguire gli obiettivi idrici prefissati, questo mentre diversi paesi della regione hanno assunto posizioni diverse riguardo alla partecipazione del settore privato alla fornitura di servizi idrici, esprimendo in alcuni casi riserve sull’intervento grandi corporation del settore, banche e investitori finanziari.

Poiché la crescita economica ha aumentato i risparmi nella maggior parte dei paesi della regione, le istituzioni finanziarie commerciali nazionali stanno cercando finanziare progetti che presentino profili di rischio/rendimento adeguati.

Domande: come potrebbero gli operatori privati del settore contribuire fattivamente alla sostenibilità finanziaria dei progetti?

Quale contesto politico è necessario al privato per intervenire?

Quali sono le opportunità in grado di mobilitare le risorse necessarie al finanziamento degli investimenti?

MED 2019: Day 1 in 60 Seconds

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