MINORANZE, Alto Adige Südtirol. Doppia cittadinanza, Peterlini: «Doppio passaporto sì, ma senza separazione etnica»

Il nuovo numero della rivista

Il nuovo numero della rivista “Europa Ethnica”, presentato oggi in una conferenza stampa presso la sede del “Südtiroler Bildungszentrum” a Bolzano, tratta la questione del doppio passaporto.

L’autorevole rivista pubblicata dall’editrice Facultas di Vienna fornisce un’analisi scientifica dell’argomento, controverso sia dal punto di vista della scienza politica che del diritto internazionale, con contributi di studiosi provenienti da vari Paesi europei e da Taiwan.

Oskar Peterlini, che da quando ha lasciato il Senato si dedica agli studi e insegna Scienza politica e Diritto costituzionale presso la Libera Università di Bolzano, in un suo saggio si occupa del tema del doppio passaporto per i sudtirolesi.[1]

Com’è noto l’ex governo federale austriaco e recentemente anche il Parlamento hanno annunciato l’intenzione di concedere, dopo colloqui con Roma, l’acquisto del passaporto austriaco ai sudtirolesi di madrelingua tedesca e ladina.

Peterlini ricorda come la soluzione presa in considerazione abbia provocato a Roma e a Bolzano una violenta polemica e una corrispondente resistenza del Governo, che si potevano evitare.

La soluzione prevista dal allora programma governativo dell’ÖVP e dell’FPÖ di riservare questa possibilità agli appartenenti dei gruppi di madrelingua tedesca e ladina aveva plasmato la questione in una questione etnica.

I critici temono un fungo di fissione, per altri è una questione di cuore (“Herzensanliegen”), che in questa forma non potrà mai essere approvata da Roma e pertanto rischia solamente di rompere quanto con tanta difficoltà è stato costruito negli ultimi anni, teme Peterlini.

Lui non intende schierarsi a favore o contro il doppio passaporto. Ritiene piuttosto importante trovare soluzioni che possano facilitare la discussione e disinnescare la mina etnica.

Nel suo contributo Peterlini giunge alla conclusione che le paure, le riserve e i rifiuti possano essere risolti se tale misura non si basa sulla etnia ma sulla storia. Non si tratta quindi di un aut aut al passaporto doppio, un pro e contra, bensì della forma in cui l’Austria attua tale misura.

Non dovrebbe essere la legge italiana per l’Istria e la Dalmazia da servire come modello, come sembra sia stato. È un modello sfortunato. Quella legge che permetteva agli italiani di quei territori di acquisire la cittadinanza italiana, oltre quella del loro paese, aveva provocato durissime polemiche e resistenze nei paesi interessati, in Croazia e Slovenia, rischiando di ledere fortemente le relazioni con questi Stati confinanti.

Le autorità straniere si sono persino rifiutate di rilasciare i documenti agli italiani che volevano chiedere il doppio passaporto italiano. La Slovacchia è arrivata persino a ritirare la cittadinanza slovacca a chi delle minoranze ungheresi richiedeva un passaporto ungherese, e questo in un paese dell’Unione europea!

Peterlini pertanto suggerisce come meno controversa la disciplina poco conosciuta per i discendenti degli italiani all’estero. La relativa legge ha oltre cento anni e consente agli interessati all’estero di ottenere la cittadinanza italiana se sono in grado di dimostrare di avere un antenato con passaporto italiano, non importa quanto lontano nella storia.

Con un tale approccio il problema potrebbe essere disinnescato senza dover respingere il desiderio di molti sudtirolesi. La legge italiana risale al 1912, in realtà è ormai da molto tempo abrogata, ma permette ancora oggi ai discendenti di antenati italiani di acquisire la cittadinanza, in una forma semplice e senza tanta burocrazia.

Il timore che potessero fare domanda troppi cittadini degli ex territori austriaci per Peterlini è infondato, perché solo chi si sente legato all’Austria lo farebbe. L’Austria potrebbe inoltre con la propria legge prevenire gli abusi.

L’edizione speciale di Europa Ethnica dedicata al tema del doppio passaporto è stata delegata dal Professor Peter Hilpold e curata dal guest editor dottor Andreas Raffeiner.

 

Pressemitteilung: Doppelpass ja, aber ohne ethnische Trennung. Mit der Frage des Doppelpasses setzt sich die neueste Ausgabe der Zeitschrift „Europa Ethnica“ auseinander, die heute in einer Pressekonferenz am Sitz des Südtiroler Bildungszentrums vorgestellt wurde.

Die renommierte Fach-Zeitschrift (des Facultas Verlages in Wien) liefert eine wissenschaftliche Aufarbeitung des derzeit umstrittenen Themas, aus politikwissenschaftlicher und völkerrechtlicher Sicht, mit Beiträgen von Wissenschaftlern aus verschiedenen Ländern Europas und aus Taiwan.

Oskar Peterlini, der seit seinem Ausscheiden aus der Politik an der Freien Universität Bozen Politikwissenschaften und Verfassungsrecht lehrt, setzt sich mit dem Thema des Doppelpasses für Südtiroler auseinander. [2]

Bekanntlich haben die vormalige österreichische Bundesregierung und kürzlich auch der Nationalrat die Absicht bekundet, den Südtirolern deutscher und latinischer Muttersprache den Erwerb des österreichischen Passes zu ermöglichen.

Die angepeilte Lösung habe – erinnert Peterlini – eine heftige Polemik und einen entsprechenden Widerstand in Rom ausgelöst, die man vermeiden hätte können.

Die im Regierungsprogramm von ÖVP und FPÖ verankerte Lösung, diese Möglichkeit den Angehörigen deutscher und ladinischen Muttersprache vorzubehalten, habe das Thema zu einer ethnischen Frage hochstilisiert. Kritiker sprechen von Spaltpilz, für andere ist es ein Herzensanliegen, das aber daran zu zerbrechen droht, befürchtet Peterlini.

Es gehe ihm nicht darum, für die eine oder andere Meinung Partei zu ergreifen. Es sollte vielmehr ergründet werden, ob es Lösungen gibt, mit denen die Diskussion entkrampft werden könnte.

Peterlini kommt in seinem Beitrag zum Schluss, dass die Befürchtungen, Vorbehalte und Ablehnungen entkrampft werden, wenn man eine solche Maßnahme nicht ethnisch begründet, sondern historisch. Es gehe also nicht um ein Entweder Oder, Doppelpass Ja oder Nein, sondern um die Form, mit der Österreich eine solche Maßnahme umsetzt.

Als mögliches Modell sollte nicht, wie es scheint, das italienische Gesetz für Istrien und Dalmatien dienen. Das war ein unglückliches Vorbild. Dieses Gesetz, das den Italiener in diesen Gebieten die italienische Staatsbürgerschaft gewährte,  hat in den betroffenen Ländern, Kroatien und Slowenien  eine äußerst harte Polemik und Widerstand geerntet und hat die Beziehungen Italiens schwer angeschlagen. Die ausländischen Behörden weigerten sich sogar, die entsprechenden Dokumente auszustellen.

Die Slowakei ging sogar soweit, den ungarischen Minderheiten, die den ungarischen Pass beantragten, die slowakische Staatsbürgerschaft zu entziehen, und das in einem EU-Land!

Problemloser erscheint Peterlini die kaum bekannte Regelung für die Nachkommen von Italienern im Ausland. Das Gesetz ist hundert Jahre alt und ermöglicht Interessierten im Ausland, die italienische Staatsbürgerschaft zu erhalten, wenn sie einen auch noch so weit zurückliegenden Vorfahren mit italienischem Pass nachweisen können.

Mit einem solchen Ansatz könnte das Problem entschärft werden, ohne den Wunsch von vielen Südtirolern am Widerstand Roms zerschellen zu lassen. Das italienische Gesetz stammt aus dem Jahre 1912, sei eigentlich längst außer Kraft, ermögliche aber immer noch den Nachkommen von ehemaligen italienischen Vorfahren den Erwerb der Staatsbürgerschaft, in einfacher und problemloser Form.

Die Befürchtung, zu viele Bürger aus ehemaligen österreichischen Gebieten würden ansuchen, erachtet er als unbegründet, weil nur jene ansuchen würden, die sich mit Österreich verbunden fühlen würden. Auch könne Österreich mit dem Gesetz einem Missbrauch vorbeugen.

Die Sonderausgabe von Europa Ethnica zum Doppelpass wurde im Auftrag von Prof. Peter Hilpold, vom Gast-Herausgeber Mag. Andreas Raffeiner gestaltet.

15.11.2019

 

[1] Peterlini, Oskar (2019): Doppio passaporto austriaco? Si –ma non così, in  Academia.edu, https://www.academia.edu/40414877/Doppio_passaporto_austriaco_Si_-ma_non_così_Invece_della_separazione_etnica_una_soluzione_storica_basata_sullesempio_degli_italiani_allestero_2019e_, ultimo accesso 14.11.2019.

[2] Peterlini, O. (2019c): Ein Pass für Nachfahren österreichischer Staatsbürger – Statt ethnischer Trennung eine historische Lösung nach dem Muster der Italiener im Ausland, in Europa Ethnica, Nr 1/2-2019, Facultas Verlags- und Buchhandels AG, Wien, ISSN 0014-2492, S. 23-43.

 

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