VENEZIA, acqua alta. Gravi danni alla basilica di San Marco, allagata la cripta

Due vittime a Pellestrina, danni e disagi registrati anche sulle altre isole della Laguna. La città sotto due metri di acqua, ma intanto il Mose langue nella ruggine: mutamenti climatici e malcostume italiano alla base del disastro

L’acqua alta record della notte scorsa ha messo in ginocchio Venezia. Il maltempo ha provocato anche la morte di due persone, cagionando seri danni alla basilica di San Marco, che ha avuto la cripta completamente allagata.

In mattinata il patriarca della città lagunare, monsignor Francesco Moraglia, ha fatto un giro di ricognizione nei vari sestieri allo scopo di prendere visione della situazione e dei danni, in seguito ha accompagnato nella basilica il sindaco Luigi Brugnaro.

Danni e disagi registrati anche sulle altre isole della Laguna che hanno riportato all’attenzione dell’opinione pubblica problematico sistema di paratie del Mose, opera la cui realizzazione prese avvio nel 2003 ma che non è stata portata a termine, poiché il colossale sistema di barriere mobili concepito negli anni Ottanta, e che avrebbe dovuto essere ultimato tre anni fa, a sedici anni di distanza giace con le sue opere che arrugginiscono.

Il 4 novembre scorso, quindi esattamente cinquantatré anni dopo l’alluvione del 1966 che causò un’acqua alta di ben 194 centimetri, avrebbe dovuto avere luogo un test sul suo funzionamento mediante l’alzata delle diciannove paratoie della bocca di porto di Malamocco, tuttavia non si è proceduto.

La ragione di questo rinvio furono le vibrazioni riscontrate in alcuni tratti delle tubazioni delle linee di scarico nel corso dei sollevamenti parziali delle dighe mobili, fatto che aveva indusse i tecnici del Consorzio Venezia Nuova a fermare tutto.

Un progetto del valore di sette miliardi bloccato anche dallo scandalo che coinvolse, tra gli altri, anche l’ideatore dell’opera, l’ingegnere Giovanni Mazzacurati.

Intanto la struttura del Mose va logorandosi: le paratie sono state inceppate dalla sabbia depositatasi sui fondali, mentre le cerniere d’acciaio arrugginiscono.

Allo specifico riguardo, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro nel chiedere lo stato di crisi per la città ha altresì affermato che «il Mose va terminato presto», ma per il momento si attende la nomina del commissario ad acta che dovrà occuparsene.

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