CRIMINALITÀ, droga. Cocaina occultata sotto forma di caffè: la Guardia di Finanza smantella un sodalizio criminale nel messinese

Il traffico dello stupefacente originava in Colombia e rinveniva i suoi terminali in Italia. Nel quadro dell’operazione «cafè blanco» le Fiamme gialle hanno arrestato undici persone, sia cittadini italiani che sudamericani

L’inchiesta aveva preso avvio a seguito del rinvenimento di un’ingente quantitativo di cocaina all’aeroporto romano di Ciampino. Mediante mirate attività di polizia giudiziaria erano stati poi individuati i destinatari del carico ed era stato inoltre accertato che il traffico illecito scoperto non aveva carattere di episodicità, ma al contrario si inseriva in un più ampio e strutturato quadro delinquenziale che interessava la Sicilia orientale, con ramificazioni anche in Germania, Olanda, Malta e Sud America.

Grazie al lavoro degli investigatori è emerso come il quantitativo di caffè spedito dal cittadino colombiano Carlos Manuel Ramirez de La Rosa – che in Italia rinveniva un sostegno nel traffico dalla propria compagna, la cittadina cubana Sanchez Hechevarria Magalys – avrebbe dovuto essere ritirato a Messina.

Destinatari una coppia di italiani, Antonino Di Bella e Tindara Bonsignore, che agivano per conto del narcotrafficante catanese Salvatore Alfio Zappalà, ritenuto contiguo al clan mafioso Laudani della città etnea per il tramite del suo factotum Carmelo Antonio Sangricoli.

Nel corso delle attività di polizia al Sangricoli è stato sequestrato anche un chilogrammo di ecstasy sotto forma di cristalli, pronto per essere spacciato in alcuni locali da ballo e discoteche.

La droga introdotta in Italia era destinata a rifornire la domanda espressa dal lucroso mercato della movida messinese, catanese e siracusana.

In mattinata, dalle prime luci dell’alba i militari della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Messina hanno eseguito una serie di ordinanze di custodia cautelare a carico di undici persone, nove delle quali attualmente già astrette a detenzione e due agli arresti domiciliari.

Una organizzazione che trafficava cocaina tra il Sud America e la Sicilia contando su un nutrito gruppo di spacciatori al dettaglio.

Un’organizzazione collaudata sia sul piano della logistica e della custodia della droga, che della movimentazione del denaro necessario al pagamento dei carichi, effettuato mediante trasferimenti con money transfer.

Tuttavia non sarebbero state riscontrate contiguità con organizzazione mafiose né siciliane né calabresi, poiché il sodalizio criminale si sarebbe formato e cementato in carcere, quando Zappalà, Di Bella e Ramirez erano detenuti assieme.

Le attività investigative – condotte sotto la direzione della Procura distrettuale antimafia di Messina dagli specialisti del GICO del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Messina e con la collaborazione della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e delle competenti autorità di polizia spagnole – hanno tratto origine dagli approfondimenti avviati nell’agosto 2017 a seguito del sequestro di circa un chilogrammo di cocaina occultata sotto forma di chicchi di caffè che era stato spedito all’interno di un pacco proveniente dalla Colombia.

Nel corso delle perquisizioni eseguite questa mattina presso l’abitazione di Salvatore Alfio Zappalà sono stati rinvenuti e sequestrati anche 170 di grammi di ketamina e 835 pastiglie di ecstasy recante il marchio “Rolex”.

Il colombiano Carlos Manuel Ramirez De La Rosa non è nuovo alle cronache giudiziarie nazionali, infatti è già stato coinvolto in una complessa indagine condotta a suo tempo dalla Guardia di Finanza di Milano, che aveva portato al sequestro di un ingente quantitativo di cocaina.

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