TAIWAN, tensione nello Stretto di Formosa. Pechino lancia i missili e Taipei attiva i sistemi di difesa; missili cinesi anche nella ZEE del Giappone

La Cina Popolare ha posto in essere quella che definisce essere la propria «risposta legittima» contro la ribelle Taiwan lanciando una serie di missili balistici e muovendo aerei da combattimento e navi da guerra nelle più grandi esercitazioni di sempre intorno all’isola di Formosa. Una dimostrazione di forza in risposta alla «provocatoria» visita a Taipei della portavoce della Camera dei rappresentanti Usa Nancy Pelosi. L’azione militare delle forze armate comuniste ha preso avvio a mezzogiorno di ieri nelle acque a est di Taiwan. Dal canto suo, il governo di Taipei ha ribadito di non volere l’escalation e di sostenere il principio della «preparazione alla guerra senza cercare la guerra». In serata, il quadro è apparso più chiaro in un crescendo di tensione. Il Giappone ha riferito che cinque missili cinesi sui nove che erano stati rilevati dai suoi sistemi radar erano finiti nella sua zona economica esclusiva, spingendo il ministro degli esteri Yoshimasa Hayashi a chiedere lo stop «immediato» delle operazioni. Si è trattato del primo caso del suo genere, ha chiarito il ministro della Difesa Nobuo Kishi: «Questa – ha affermato in un briefing – è una questione grave che riguarda la sicurezza nazionale del nostro Paese e delle persone».

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