Il generale Mohamed Hamdane Daglo, soprannominato «Hemedti», elemento di vertice delle Rapid Support Forces (FSR, forza paramilitare composta in gran parte da ex miliziani) e già leader della milizia del Darfur, divenuto in seguito il numero due nel Paese africano, è stato sanzionato martedì dagli Stati Uniti d’America a causa delle sue responsabilità nelle atrocità commesse nel corso del conflitto. Il Dipartimento di Stato di Washington ha reso nota l’imposizione di sanzioni a Daglo e ai suoi parenti stretti, inoltre ha posto loro il divieto di ingresso nel territorio degli Stati Uniti d’America. Divenuto comandante delle RSF nel 2013, Hamedti ha in seguito consolidato la propria influenza anche grazie al controllo delle miniere d’oro e all’invio di contingenti delle sue truppe a combattere conflitti all’estero, in particolare in Libia e Yemen.
Sulla RSF pende l’accusa di aver represso violentemente le proteste popolari nel 2019, quando vennero assassinati numerosi manifestanti pro-democrazia. A seguito del colpo di stato militare del 2021, egli ha cercato di presentarsi nelle vesti di difensore dello stato civile, assumendo al tempo stesso la posizione di oppositore dell’Islam politico e della dittatura militare. Le sue forze sono attualmente impegnate in una guerra devastante contro le unità militari di Burhan (giunta golpista di Khartoum), un conflitto che finora ha provocato decine di migliaia di morti e milioni di sfollati.