Khartoum, 14 ottobre 2025 – Sabato scorso almeno sessanta persone hanno perso la vita a seguito di un attacco compiuto mediante velivoli a pilotaggio remoto (droni) nella città di al-Facher, nel Sudan occidentale. La notizia è stata resa nota dal Coordinamento dei Comitati di Resistenza, organizzazione attiva localmente nell’aiuto alla popolazione civile e nella documentazione delle violenze perpetrate durante la guerra. Essa accusa apertamente le Forze di Supporto Rapido (RSF) di aver preso di mira un centro per sfollati situato presso un edificio universitario a Dar al-Arqam. Due sarebbero stati gli attacchi effettuati mediante droni, mentre otto i bombardamenti. El-Facher è l’ultima grande città del Darfur che ancora non è caduta sotto il controllo delle RSF, che dall’aprile 2023 sono in guerra contro l’esercito sudanese. Dopo oltre un anno di assedio la città, dove sono intrappolati 400.000 civili, è in agonia, con gli abitanti che sopravvivono sottoterra in rifugi di fortuna per sfuggire ai quotidiani attacchi dei paramilitari. L’attuale offensiva contro al-Facher è la più violenta dall’inizio del conflitto. Gli operatori umanitari temono massacri su larga scala se la città dovesse venire conquistata dalle RSF, in particolare contro le comunità non arabe quali gli Zaghawa, che attualmente sostengono l’esercito regolare di Khartoum. Venerdì, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha condannato le atrocità commesse da RSF, citando esecuzioni motivate da motivi etnici. Ha invitato i paesi limitrofi ad agire per proteggere i civili e prevenire ulteriori atrocità.
Potrebbero interessarti
Materie prime
di Redazione Insidertrend
MATERIE PRIME, uranio. Lo scontro tra Niger e Francia per le miniere saheliane
Aerospazio
di Redazione Insidertrend

