La rielezione di Ahmed Islam Mohamed «Madobe» a presidente dello Stato regionale ha rialimentato le tensioni con il governo federale, che non riconosce la legittimità del voto. Conseguentemente, Mogadiscio ha mobilitato le proprie truppe allo scopo di assumere il controllo della regione manu militari, dopo che l’amministrazione locale aveva indetto e fatto svolgere le elezioni presidenziali mantenendo il sistema di voto indiretto, in aperto contrasto con la riforma costituzionale promossa dal presidente Hassan Sheikh Mohamud approvata dal parlamento di Mogadiscio. In base al testo votato ad aprile scorso, la riforma promuove un accentramento dei poteri e conferisce al presidente federale l’autorità di nominare e licenziare i primi ministri, oltre che un maggiore controllo sulle nomine in seno alla commissione elettorale, sottraendo autonomia agli stati regionali. In segno di protesta contro questa linea, a marzo scorso le autorità dello Stato semi-autonomo del Puntland hanno interrotto le loro relazioni con Mogadiscio, rivendicando il proprio sistema elettorale indiretto, medesima linea adottata dall’Oltregiuba. Il governo federale ha conseguentemente inviato nella città di Ras Kamboni (nota anche come Capo Chiambone) sette velivoli carichi di truppe della 18ª Divisione dell’Esercito, tra cui le unità speciali di polizia e i militari addestrate dalla Turchia, Haram’ad e Gorgor. Ahmed Islam Mohamed è stato rieletto per un secondo mandato con 55 voti sui 75 totali espressi dal parlamento regionale. Altri due candidati, Abubakar Abdi Hassan e Faisal Abdi Matan, hanno ricevuto rispettivamente quattro e 16 voti e hanno riconosciuto la sconfitta. Madobe ha pronunciato un discorso di insediamento dai toni molto duri, sottolineando che dal 2013 la sua amministrazione ha dovuto affrontare una seria opposizione che ha incluso la violenza armata, ed accusando Mogadiscio di interferenza. Oltre che per la riforma costituzionale, Madobe è ai ferri corti con il governo del presidente Mohamud per le tensioni dovute alla presenza delle truppe etiopi nella regione di Ghedo (parte del territorio dell’Oltregiuba): da una parte il governo federale ne chiede il ritiro, vista la disputa con Addis Abeba sul controverso memorandum d’intesa siglato con il Somaliland, dall’altro Madobe ne chiede la permanenza in quanto ritenute cruciali nel contrasto al terrorismo.