POLITICA, caso Roccella. Bolognetti (Radicali Lucani): «Nessuna ragione per invocare le dimissioni della ministra della Famiglia»

Latronico (PZ), 14 ottobre 2025 – «È pretestuoso e maldestro il tentativo di impiccarla focalizzandosi su una sola parola», dichiara Maurizio Bolognetti riguardo alla polemica divampata in questi ultimi giorni sulle parole pronunziate dal ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità del Governo Meloni. Bolognetti,  che è segretario di Radicali Lucani, già membro del Consiglio nazionale dei Club Pannella e giornalista), ha intrapreso un’azione non violenta il 7 ottobre scorso al fine di «chiedere verità sulla vicenda israelo-palestinese, il rispetto dell’art.21 della Costituzione e del diritto umano alla conoscenza».

Egli, riferendosi al caso Roccella afferma: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra, è scritto nei Vangeli. In Italia queste parole probabilmente le abbiamo interpretate male. E infatti le pietre piovono come noccioline, anche quando il “peccato” non c’è e a lanciarle, spesso, sono gli ipocriti e i farisei di sempre». Quindi, egli precisa: «Dopo aver letto e riletto per cercare di capire se mi fosse sfuggito qualcosa, direi che le parole pronunciate dal ministro Eugenia Roccella sull’antisemitismo erano chiarissime, anche in assenza della successiva precisazione giunta da parte della stessa e rivolta alla senatrice Segre. In tutta franchezza, io ritengo che abbia ragione Nora Bussigny quando afferma che l’antisemitismo dell’estrema sinistra e dell’estrema destra non è mai scomparso e che esso “ha solo cambiato veste” e va diffondendosi a macchia d’olio in una “sinistra radicale imbevuta di vocabolario decoloniale”. Bisogna esser ciechi per non aver visto che in Italia c’è stato chi ha marciato dietro striscioni in cui veniva riportato uno slogan che invocava, di fatto, la scomparsa dello Stato di Israele, cioè “Palestina libera dal fiume al mare”, slogan caro a certi ambienti politici e terroristici».

Bolognetti si sofferma poi sul termine usato dalla Roccella, che le è stato in seguito contestato: «Occorre esser sordi quando non si ascoltano evidenti segnali che giungono da tutto il mondo, Italia inclusa. Visitare i campi di sterminio, appunto, significa conservare memoria di un orrore che non dovrà più ripetersi. Cos’è il tentativo di far vivere la memoria? Vivere, appunto. Rendere le cose sempre presenti e attuali e non riporle in un cassetto. Forse, e dico forse, sarà stato infelice il termine “gita” usato dall’incauta ministra, ma è evidente che ci sia chi, appigliandosi a quella parola per me chiara nell’economia del ragionamento della Roccella, abbia fatto scattare il tentativo di impiccarla. No, io non credo affatto che la ministra Roccella debba dimettersi per affermazioni che sono veritiere nella sostanza».

Condividi: