ISRAELE, terrorismo. Gerusalemme: nuovo attentato a meno di quattordici ore dalla strage di ieri

Nel quartiere di Silwan, abitato da ebrei e arabi, un palestinese di tredici anni, Muhammad Aliyat, ha aperto il fuoco in una strada non distante dal Muro del Pianto su un gruppo di israeliani ferendone due, padre e figlio. L’attentatore ha atteso nascosto fra le auto che un gruppo di persone passasse in strada per poi sparargli contro. In seguito la reazione, uno dei feriti (un militare fuori servizio), assieme ad altri hanno sparato contro l’autore dell’attacco colpendolo. Ora il giovane terrorista è piantonato in ospedale. Il nuovo attentato, in risposta al raid israeliano di Jenin che ha portato all’uccisione di nove palestinesi, la quasi totalità militanti dell’organizzazione armata Jihad islamica, ha ulteriormente inasprito la tensione dopo la strage perpetrata ieri sera da un palestinese, all’inizio di shabbat, che ha assassinato sette ebrei nei pressi di una sinagoga a Neve Yaacov, quartiere ortodosso a nord est di Gerusalemme. Nelle ore seguenti la polizia ha arrestato quarantadue persone residenti nel quartiere di a-Tur, a Gerusalemme est, da dove è provenuto l’attentatore Alkam Khairi, tra le persone fermate vi sono anche dei parenti di quest’ultimo. Le autorità dello Stato ebraico hanno elevato lo stato di allerta in tutto il paese, dislocando ulteriori unità militari in Cisgiordania e rafforzando i presidi della polizia nei luoghi pubblici. Il governo presieduto da Benjamin Netanyahu ha all’esame anche una possibile estensione dei permessi per il porto d’armi oltreché azioni più incisive nei confronti delle famiglie e dei fiancheggiatori dei terroristi. Sul fronte palestinese, al pari di Hamas e della Jihad islamica, anche la dirigenza dell’Anp, presieduta da Mahmoud Abbas (Abu Mazen), ha scaricato su Israele la «piena responsabilità della pericolosa escalation sul campo», rendendo noto che «continuerà ad attuare le decisioni prese», tra le quali figurano la fine del coordinamento della sicurezza con lo Stato ebraico. Quindi, in vista dell’arrivo nella regione del segretario di Stato statunitense Antony Blinken nella regione, previsto per l’inizio della prossima settimana, ha messo in guardia «il governo di occupazione dal continuare questo approccio, che porterà a un ulteriore deterioramento che minaccia la sicurezza dell’intera regione».

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