21 maggio 2025 – Lunedì scorso la Corte internazionale di giustizia si è pronunciata in favore della Guinea Equatoriale nella controversia di confine che la vede contrapposta al Gabon fin dagli anni Settanta relativamente ai tre isolotti al largo della costa ritenuti ricchi di idrocarburi. I territori interessati (Mbanié, Cocotiers e Conga) sono disabitati, situati a circa dieci chilometri dalla costa della Guinea Equatoriale e a circa venti da quella del Gabon. Il Gabon rivendicava questi isolotti sulla base della Convenzione di Bata, stipulata nel 1974, tuttavia, la Corte internazionale di giustizia ha ritenuto che tale testo non costituisca un trattato internazionale valido e non possa pertanto stabilire un diritto di sovranità su di essi. Ad avviso della Corte, l’unico titolo giuridico valido deriverebbe da un accordo tra le ex potenze coloniali, Francia e Spagna, stipulato nel 1900 e trasferito alla Guinea Equatoriale a seguito della sua indipendenza, ottenuta nel 1968. I due Stati africani avevano deferito congiuntamente la questione alla Corte internazionale di giustizia affinché decidesse sulla validità dei testi giuridici esistenti, senza richiedere esplicitamente la designazione di un sovrano legittimo. Dopo il verdetto, il rappresentante del Gabon, Guy Rossatanga-Rignault, ha riconosciuto la necessità di negoziati bilaterali al fine di risolvere le attuali controversie. La Guinea Equatoriale ha definito «illegittima» la Convenzione di Bata, mentre il viceministro degli Idrocarburi di Malabo ha accusato Libreville di occupare illegalmente gli isolotti dal 1972.
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