Pericoloso incremento della tensione nel Pacifico a seguito dell’assalto effettuato lunedì scorso dai militari delle forze navali della Repubblica popolare cinese a danno di una unità di stazza ridotta appartenente alla marina filippina. Il fatto è avvenuto nel Mar Cinese Meridionale, dove Pechino e Manila si contendono alcune importanti isole e porzioni di mare dai ricchi sottofondali. Le forze armate filippine ha diffuso un video e alcune fotografie dell’incidente, immagini che mostrano l’arrembaggio da parte dei militari cinesi di una imbarcazione filippina, distruggendone il motore fuoribordo e le apparecchiature per la radiocomunicazione; i cinesi hanno poi sottratto i telefoni cellulari ai membri dell’equipaggio attaccato. Secondo la versione ufficiale fornita dalle autorità di Manila, i cinesi avrebbero anche «sequestrato sette fucili che, smontati, si trovavano imballati in casse a bordo dell’imbarcazione e destinati alla consegna ai militari che presidiano un avamposto filippino». I militari cinesi, che brandivano asce e coltelli, hanno minacciato i filippini. «Soltanto i pirati fanno questo – ha dichiarato sdegnato in seguito il generale Romeo Brawner Jr., alto ufficiale delle forze armate filippine -, solo i pirati salgono a bordo delle navi per rubare e distruggere beni e attrezzature e beni». Ovviamente, incidenti di questa gravità sono in grado di provocare effetti dalle conseguenze incontrollabili, quali la morte di un militare o di un civile filippino, innescando quindi una dinamica che condurrebbe a un conflitto aperto, fattore di potenziale coinvolgimento degli Stati Uniti d’America nello scontro, con ripercussioni di più ampia portata, che investirebbero direttamente la credibilità di Washington in relazione al mantenimento degli impegni assunti nella regione nei confronti dei suoi alleati.
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di Redazione Insidertrend