A269 – ECONOMIA, MANOVRA DI BILANCIO: IL GOVERNO CONTE 2 RENDE NOTO L’AMMONTARE. Il commento del professor MARIO BALDASSARRI riguardo all’annuncio sull’operazione e sull’effetto di maggior deficit per lo Stato italiano, che nei prossimi tre anni porterà il debito pubblico alla gigantesca cifra di 2.900 miliardi di euro.
A oggi la manovra ammonta a 40 miliardi di euro e implica un’ulteriore aumento del deficit, quindi di debito pubblico, pari a circa 23 miliardi, questo al netto delle indiscrezioni che stanno circolando nei corridoi dei ministeri e dei palazzi della politica.
L’economista già viceministro della Repubblica e attualmente presidente del Centro Studi Economia Reale, ha sottolineato la «modestia dell’entità della manovra, sia sotto l’aspetto quantitativo che sotto quello qualitativo, con riferimento all’entità della crisi che sta interessando il Paese, soprattutto alla luce della seconda ondata dell’epidemia di coronavirus».
Dunque, secondo l’economista marchigiano andrebbe varata una manovra più ampia, inoltre, il documento recentemente presentato dall’esecutivo «non dice nulla circa l’utilizzo dei finanziamenti europei, né in termini di Mes che di Recovery Fund».
Riguardo alla non convenienza del Mes dati gli attuali tassi di interesse di mercato, Baldassarri ha affermato che «il problema non è semplicisticamente quello del risparmio sui tassi, ma quello della condizione di rischio, poiché esporsi sui mercati finanziari con emissioni dirette di Titoli di Stato, anche se in questo momento sono collocabili, non è detto che si incontri una situazione favorevole anche nei prossimi mesi, quindi non è detto che i mercati vorranno ancora acquistarli».
Nella Nadef il Governo si afferma che il debito pubblico italiano nei prossimi tre anni crescerà a 2.900 miliardi, ciò vorrà dire che verranno emessi trecento miliardi in più di Titoli di Stato. Ora, è evidente – ha aggiunto Baldassarri –, che se questi miliardi deriveranno dal Mes e dai finanziamenti europei per la loro gran parte sarà una cosa, se invece si dovrà fare ricorso per la gran parte a collocazioni dirette sul mercato, l’esposizione ai severi condizionamenti e ai rischi saranno maggiori, poiché i mercati finanziari a quel punto potrebbero negare la fiducia allo Stato italiano».
Osservazioni, critiche e altre considerazioni su imprese, lavoro, blocco dei licenziamenti e altro, sono state svolte nel corso della trasmissione “Capire per conoscere” andata in onda su Radio Radicale il 19 ottobre 2020, durante la quale l’ex viceministro dell’Economia ha interloquito con il conduttore, il giornalista Claudio Landi.