A244 – ECONOMIA, BANCA CENTRALE EUROPEA: LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE TEDESCA sulla legittimità dell’acquisto di titoli del debito pubblico di Paesi membri dell’Unione europea. Situazione e scenari apertisi a seguito della pronuncia dei giudici di Karlsruhe analizzati dal professor MARIO BALDASSARRI nel corso di un’intervista rilasciata a insidertrend.it

audio
CategoriaEconomia
Data

A244 – ECONOMIA, BANCA CENTRALE EUROPEA: LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE TEDESCA sulla legittimità dell’acquisto di titoli del debito pubblico di Paesi membri dell’Unione europea. Situazione e scenari apertisi a seguito della pronuncia dei giudici di Karlsruhe analizzati dal professor MARIO BALDASSARRI nel corso di un’intervista rilasciata a insidertrend.it.

L’economista, già viceministro dell’Economia e delle Finanze nel secondo e terzo governo presieduto da Silvio Berlusconi affronta i temi delle dinamiche economiche europee alla luce dell’importante sentenza di oggi emessa a Karlsruhe, ma lo fa partendo da una contestazione dalle cifre previste nel Documento di economia e finanza (Def) reso pubblico in queste ore dal Governo Conte 2, dove – ad avviso di Baldassarri – il tasso di crescita e il livello di disoccupazione indicati da Via XX Settembre probabilmente non corrisponderanno a quelli reali che verranno registrati il prossimo anno.

Egli si pronuncia anche sui tempi possibili relativi al recupero di questa pesante crisi, che si allungherebbero almeno per un quinquennio, e questo per riportare soltanto ai bassi livelli di crescita registrati nel 2019, cioè prima della crisi provocata dalla pandemia da Covid-19.

È concepibile lo sfruttamento dell’attuale situazione al fine di trasformare in opportunità una crisi economica e dei rapporti politici intraeuropee come questa?

Qualora la vacillante Unione europea di fronte a questa grave crisi di natura economica e sanitaria non dovesse sfaldarsi, magari per inerzia, potrebbe cercare di sfruttare a proprio vantaggio la precaria situazione per compiere il “salto di qualità” trasformandosi in “Federazione degli Stati europei” dotandosi di organi sovranazionali riconosciuti e di un proprio adeguato bilancio.

Lo statuto della Bce prevede per essa esclusive funzioni in materia di contenimento dei prezzi (inflazione), ma non il perseguimento di obiettivi di economia reale come crescita e occupazione.

A suo tempo, in una fase nella quale questo si rese necessario e impellente, Mario Draghi si trovò nelle condizioni di poter immettere liquidità nel sistema economico europeo grazie alle sue capacità (e alla volontà) di sfruttamento delle possibilità offertegli dalla pur stringente cornice normativa, infatti, si insinuò nella forbice aperta dal tasso di inflazione (allora allo 0,5%, quindi ben sotto il limite massimo del 2%) ed emise moneta stampando euro con i quali gli Stati che in quel momento versavano in gravi difficoltà a causa della crisi finanziaria propagatasi dagli Usa, poterono collocare sul mercato quote di propri titoli del debito pubblico.

Draghi alimentò sì, in alcuni settori della politica tedesca, la perniciosa Sindrome di Weimar, però riuscì anche a dare ossigeno alle economie di non pochi Paesi membri dell’Unione.

Egli poté fare questo, cioè agire sostanzialmente sullo statuto della Bce che presiedeva, grazie al sostegno ricevuto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, discepola di Helmut Kohl.

Tutto dipenderà dalle risposte – non soltanto quelle meramente formali – che forniranno le istituzioni europee nei prossimi giorni. In fin dei conti la Germania sarebbe la prima ad avere interesse al mantenimento della coesione europea, magari consentendo una modifica dello statuto della Bce, un potenziale primo passo in avanti verso la costituzione di una Federazione europea.