A211 – XENTE VENETA, TONI JOP: “VENEZIA SIAMO STATI NOI”. Il giornalista e scrittore del sestiere Castello parla della sua città, e lo fa nel giorno in cui essa vive uno dei suoi periodi più drammatici e tristi, poiché ieri in laguna l’acqua alta ha portato morte e sfacelo

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A211 – XENTE VENETA, TONI JOP: “VENEZIA SIAMO STATI NOI”. Il giornalista e scrittore del sestiere Castello parla della sua città, e lo fa nel giorno in cui essa vive uno dei suoi periodi più drammatici e tristi, poiché ieri in laguna l’acqua alta ha portato morte e sfacelo

Partendo dal Mose, l’autore conduce l’ascoltatore in una dimensione anteriore, quella esistenziale della sua giovinezza, ma anche della sua maturità.

Lui, che per anni da cronista girò l’intero Triveneto, adesso fatica a voltare le spalle alla Laguna, seppure soltanto idealmente. Gli chiediamo di guardare oltre Piazza Roma, alla terra ferma che sta al di là del lungo Ponte della Libertà. Lui indugia, infine lo fa.

Parlando con lui, dall’acqua alta che ha sommerso Venezia facendo due morti, emergono tante storie. Diverse. Questa, un tempo era una città popolata da 170.000 persone, oggi è sempre più vecchia e con meno gente.

«Venezia non ha mai campato esclusivamente di turismo, questa è una leggenda messa in giro, o forse un luogo comune spesso ricorrente. La gente lo ripete senza pensarci troppo, in fondo è confortante ritenere che sia davvero così».