ECONOMIA, scenari. Conti delle imprese e dei gruppi di impresa anno 2023

Dall’analisi effettuata dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) emerge la dinamicità dei servizi rispetto alla manifattura, almeno per quanto concerne il numero di aziende e gli investimenti

Roma, 16 ottobre 2025; a cura dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) – Nel 2023 le imprese industriali e dei servizi sono oltre 4,5 milioni (+0,8% rispetto all’anno precedente). La crescita del numero di aziende è più sostenuta nei settori avanzati dei servizi, mentre nell’industria è limitata ad energia e costruzioni. Il valore aggiunto cresce, in termini nominali, del 7,3% (+15,6% nelle costruzioni, +7,2% nei servizi e +5,6% nell’Industria in senso stretto), meno ampio, rispetto al 2022, è l’aumento degli addetti (+2,4%). Gli investimenti per addetto crescono, in termini nominali, di oltre l’11%, passando da 7,6 a 8,4mila euro. L’incremento si concentra nelle costruzioni e nei servizi. Nella manifattura l’intensità di investimento cresce solo per le piccole e medie imprese. Le imprese organizzate in gruppi (poco più di 190.000 imprese) generano il 65,3% del fatturato totale e il 57,9% del valore aggiunto dell’industria e dei servizi, quest’ultimo cresce dell’8,4% rispetto al 2022.

OCCUPAZIONE IN CRESCITA NELLE MEDIE E GRANDI IMPRESE

Nel 2023, sono poco più 4,5 milioni le imprese attive nell’industria e nei servizi di mercato (+0,8% rispetto al 2022) e occupano oltre 18,1 milioni di addetti (+2,4% sul 2022). I dipendenti sono circa 13,4 milioni (+3,3% sul 2022). L’80% delle imprese opera nel settore dei servizi (+1,1% rispetto al 2022) che occupa il 67,5% degli addetti e produce il 55,7% del valore aggiunto totale. Nei servizi la crescita dell’occupazione (+2,6% per gli addetti, +3,6% per i dipendenti) è di poco superiore alla media generale. Nell’industria in senso stretto, nel 2023, sono attive l’8,3% delle imprese e si registra un calo rispetto all’anno precedente (-1,6%) in termini di numerosità. L’incremento occupazionale (+1,8% per gli addetti; +2,2% per i dipendenti) è inferiore alla media generale. Il settore, per il 2023, occupa il 23,5% degli addetti e realizza il 35,3% del valore aggiunto totale.

INDUSTRIA ED EDILIZIA

Nel settore delle costruzioni opera l’11,8% delle imprese attive che occupano il 9,0% degli addetti generando il 9,0% del valore aggiunto totale. L’incremento dell’occupazione rispetto all’anno precedente è superiore alla media: +3,3% per gli addetti e +4,6% per i dipendenti.  Le grandi imprese (0,1% del totale) generano circa il 35% del valore aggiunto del 2023, occupano circa un quarto degli addetti (24,4%), un terzo dei dipendenti totali (33,0%) e mostrano un incremento, per entrambe le variabili, del +4,4% rispetto all’anno precedente. Stessi incrementi si registrano per le medie imprese mentre sono leggermente inferiori (+4,3%) per la classe di addetti da 20 a 49 unità impiegate. Il 4,2% delle imprese è organizzato in strutture di gruppo (190.777 imprese in 124.274 gruppi), con  oltre 6,9 milioni di addetti (+6,1% sul 2022) e generano il 57,9% del valore aggiunto dell’industria e dei servizi.

GRANDI IMPRESE E GRUPPI

La crescita occupazionale riguarda le imprese appartenenti a tutte le tipologie di gruppi: +10,6% per i gruppi domestici, +4,6% per le multinazionali estere e +1,9% per le multinazionali italiane. Le grandi imprese organizzate in gruppi sono soltanto il 2%, ma arrivano a produrre il 57,5% del valore aggiunto dei gruppi. Decresce lievemente la dimensione media delle imprese appartenenti a gruppi (36,3 addetti contro 39,3 del 2022). Per le imprese appartenenti a gruppi multinazionali i valori sono molto più consistenti: la dimensione media varia tra 111,9 addetti per le imprese dei gruppi con governance estera e 135,2 per quelle dei gruppi con governance italiana. Minore la dimensione media delle imprese dei gruppi domestici (18,4 addetti).

VALORE AGGIUNTO IN CRESCITA E CALO DEL FATTURATO

Nel 2023, per il terzo anno consecutivo dopo il calo dovuto alla crisi pandemica (-10,5% nel 2020 rispetto al 2019), prosegue la crescita del valore aggiunto in termini nominali (+7,3%) anche se in misura ridotta rispetto agli anni precedenti e in particolare al 2021. La crescita del valore aggiunto si associa, nel 2023, ad una riduzione del fatturato (-2,2%) e a una maggiore contrazione dei costi per l’acquisto di beni e servizi (-7,4%). In particolare, si registra una significativa diminuzione dei costi per beni (-12,1%) non compensata dall’incremento dei costi per servizi (+6,1%). L’aumento del valore aggiunto è più elevato per le imprese nella classe di addetti 10-19 e per le medie imprese (+8,5%). Per le grandi imprese l’incremento è del 7,8% mentre risultati inferiori alla media riguardano le microimprese (+5,9%) e quelle nella classe dai 20 ai 49 addetti (+6,9%). Il confronto rispetto al periodo precedente mostra una crescita del valore aggiunto maggiore per le imprese indipendenti (+13,5%) rispetto a quelle delle imprese appartenenti a gruppi (+8,4%).

GRUPPI DOMESTICI

Nel 2023 sono le imprese dei gruppi domestici a crescere maggiormente come valore aggiunto (+12,2%) mentre per quelle appartenenti a gruppi multinazionali la crescita è del 6,7 per cento. Il calo del fatturato riguarda le imprese con oltre 20 addetti: -1,2% per quelle nella classe dai 20 ai 49 addetti, -6,7% per le medie e -3,4% per le grandi. Medesimo andamento per le imprese appartenenti a gruppi (-4,4%), con un calo ancora più evidente per le medie (-8,8%) e pari a -3,3% per le piccole della classe dai 20 ai 49 adetti e -3,9% per le grandi. I costi per acquisti di beni sono in calo per tutte le classi dimensionali (-17,7% per le medie imprese e -14,9% per le grandi). Allo stesso tempo, crescono i costi di acquisto per servizi in particolare per le imprese più grandi (+8,1%) e per quelle piccole nella classe 10-19 addetti (+6,9%). Altre voci importanti per l’analisi dei risultati economici delle imprese sono il costo del lavoro e il margine operativo lordo che crescono, rispettivamente, del 5,5% e del 9,2%.

INCREMENTO DEL COSTO DEL LAVORO E INVESTIMENTI PER ADDETTO

L’incremento del costo del lavoro fa registrare valori crescenti a partire dal +1,2% delle microimprese, proseguendo nelle classi dimensionali centrali con valori rispettivamente del +4,6% e del +5,2% per le classi dai 10 ai 19 e dai 20 ai 49 addetti e superando i valori medi generali per le medie (+6,6%) e per le grandi (+7,2%). Il margine operativo lordo aumenta del 14,0% per la classe dai 10 ettiai 19 ad e dell’8,6% per le grandi. Incrementi di rilievo riguardano anche le medie imprese (+11,2%). Gli investimenti per addetto crescono, in termini nominali, di oltre l’11%, passando da 7,6 a 8,4mila euro. Sono in crescita per tutte le classi dimensionali ad eccezione delle grandi imprese (-1,7%).

CRESCITA DEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI

Nel 2023, il valore aggiunto delle Costruzioni cresce, rispetto all’anno precedente, del 15,6% (+28,5% per le imprese appartenenti a gruppi) continuando a beneficiare, pur se in misura ridotta rispetto al passato, dei benefici fiscali sulle spese sostenute per interventi edilizi. Il fatturato è in crescita (+14,5%) così come i costi per l’acquisto di beni e servizi che crescono, rispettivamente, del +3,2% e del +20,9 per cento. L’incremento del costo del lavoro, rispetto al 2022, è del 7,9%, il margine operativo lordo cresce del 23,2% e gli investimenti per addetto crescono del 45,8 per cento. Nel settore, il 4,2% delle imprese è organizzato in strutture di gruppo, occupa il 20,1% degli addetti e il 28,8% dei dipendenti e realizza il 32,1% del valore aggiunto del comparto.

TERZIARIO E INDUSTRIA

Nei servizi la crescita generale del valore aggiunto sul 2022 è del 7,2% e dell’8,2% per le imprese appartenenti a gruppi. Il fatturato cresce del 5,3% con costi per beni e servizi in aumento rispettivamente del +2,1% e del +6,4%. Anche per costo del lavoro e margine operativo lordo si registrano incrementi rispetto all’anno precedente (rispettivamente +5,9% e +8,5%). L’incremento degli investimenti per addetto è superiore alla media e pari al +15,4 per cento. Nei Servizi, il 3,7% delle imprese fa parte di un gruppo, occupa il 34,6% degli addetti del settore e il 49,1% dei dipendenti e realizza il 52,3% del valore aggiunto del settore. Nell’Industria in senso stretto la crescita del valore aggiunto rispetto al 2022 è del 5,6% con risultati migliori per le imprese appartenenti a gruppi (+6,7%), ma sempre inferiori alla media generale. Il fatturato è in calo (-13,2%) ma, allo stesso tempo, cala fortemente la spesa per l’acquisto di beni (-25,8%) e si rileva una crescita contenuta dei costi per servizi (+1,4%).

MARGINE OPERATIVO LORDO E PRODUTTIVITÀ

L’incremento del costo del lavoro è del 4,5% mentre il margine operativo lordo è in aumento del 6,8% sul 2022. Nella manifattura gli investimenti per addetto crescono del 2,1% con valori particolarmente rilevanti per le medie (+26,3%) e le piccole imprese (rispettivamente +12,7 e +7,1% per le piccole delle classi dai 10 ai 19 e dai 20 ai 49) addetti. Il 9,3% delle imprese nel settore è organizzato in strutture di gruppo che impiegano il 55,6% degli addetti e il 61,2% dei dipendenti. Tali imprese realizzano il 73,3% del valore aggiunto dell’industria in senso stretto. La produttività nominale del lavoro cresce dell’11,9% per le costruzioni, del 3,8% per l’Industria in senso stretto e del 4,5% nei servizi. La produttività, in generale, è maggiore per le imprese appartenenti a gruppi (quasi 90.000 euro per addetto contro i 40.000 e 400 delle imprese indipendenti) anche considerando la suddivisione in classi di addetti. Lo scarto maggiore, anche se si riduce, continua a essere rilevato per le micro-imprese dove l’indicatore di produttività passa da oltre 112.000 euro per le imprese in gruppi a 35.000 e 500 per le imprese indipendenti, anche in considerazione delle diverse funzioni esercitate da queste imprese nell’ambito dei gruppi aziendali.

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