ENERGIA, nucleare e politica. Un piattaforma sostenibile per edificare la fiducia nella società

Informazione, trasparenza, investimenti e innovazione al centro del dibattito promosso da WEC Italia alla Camera dei Deputati. Presentati i risultati della ricerca Project Tempo sull’evoluzione dell’opinione pubblica e sull’accettabilità sociale del nucleare in Italia. I dati della ricerca Project Tempo registrano un sostanziale equilibrio tra il 40% degli italiani favorevoli e il 40% contrari allo sviluppo del nucleare nel Paese. Ma, quale sicurezza e quali benefici tangibili sui territori saranno davvero decisivi per il giudizio? Ad avviso di Margheri (WEC Italia): «Nel paese vi sono competenze e capacità industriali per sostenere una piattaforma nucleare sostenibile, ma sono fondamentali la fiducia e un quadro regolatorio. Per la politica (Squeri) «è essenziale avviare il tema della fiducia nel nucleare, il percorso passerà inevitabilmente da un referendum e dovrà superare l’effetto Ninmby»

Roma, 16 ottobre 2025 – Con il recente schema di disegno di legge sul nucleare approvato in Consiglio dei ministri, il tema del nucleare sostenibile torna al centro del dibattito energetico italiano. Ma oltre alla politica e all’industria, la vera sfida si gioca sulla fiducia dei cittadini e sull’accettabilità sociale: è questo il filo conduttore dell’evento “Piattaforma nucleare sostenibile: costruire la fiducia sociale”, organizzato dal World Energy Council Italia che ha avuto luogo presso la Camera dei Deputati il 13 ottobre, con la partecipazione di istituzioni, imprese e associazioni.

VERSO UN NUCLEARE SOSTENIBILE

L’Italia, in linea con le più recenti tendenze internazionali, è oggi chiamata ad abilitare una piattaforma di competenze, ricerca e filiera industriale dedicata al nucleare sostenibile, che includa sia le tecnologie di nuova generazione per la fissione, più sicure e modulari, sia la sfida di lungo periodo della fusione, frontiera scientifica in cui il Paese vanta eccellenze riconosciute. Fissione e fusione rappresentano due traiettorie complementari di una stessa strategia: decarbonizzare il sistema energetico nazionale, rafforzare la sicurezza energetica e creare nuove opportunità di sviluppo industriale. La partecipazione di molti associati WEC Italia all’incontro ha evidenziato il ruolo delle eccellenze italiane in quest’ottica. “Il convegno di oggi conferma che l’Italia ha competenze e capacità industriali pronte a sostenere l’attuazione della piattaforma nazionale del nucleare sostenibile, sia sulle nuove tecnologie da fissione nucleare, sia sulla frontiera dell’energia da fusione.

NECESSARIO UN QUADRO REGOLATORIO

«È importante che le Istituzioni siano da subito pronte a sviluppare quadri regolatori che aiutino gli investimenti e che già oggi siano così attente a costruire fiducia nelle comunità e sui territori. L’Italia è la seconda economia manifatturiera in Europa e ha bisogno di un’energia sicura e competitiva, coerente con il percorso di sviluppo sostenibile che ha intrapreso. L’innovazione europea e transatlantica nel campo dell’energia nucleare e della fusione offre opportunità che il nostro Paese può e deve cogliere», ha commentato al riguardo il presidente di WEC Italia, Marco Margheri. In parallelo alla crescita di una filiera tecnologica e industriale nazionale, diventa essenziale rafforzare la consapevolezza pubblica e coinvolgere attivamente cittadini e territori, affinché innovazione e sviluppo procedano in un quadro di fiducia, trasparenza e partecipazione condivisa.

IL DISEGNO DI LEGGE

«Nei prossimi giorni arriverà in Parlamento il disegno di legge per il ritorno del nucleare in Italia. È quindi essenziale avviare il tema della fiducia nel nucleare, perché il percorso passerà inevitabilmente da un referendum e dovrà superare l’effetto NIMBY – ha dichiarato Luca Squeri, segretario della Commissione Attività produttive alla Camera dei deputati -, negli anni Sessanta il nucleare era visto positivamente anche dagli ambientalisti, per il minore impatto sul suolo rispetto ad altre fonti. Poi gli interessi petroliferi lo ostacolarono. Come ricordava Berlusconi dopo il referendum, bisogna attendere che l’opinione pubblica torni consapevole del ruolo fondamentale del nucleare. Oggi stiamo riprendendo quel cammino».

RISULTATI DELLA RICERCA PROJECT TEMPO

Nel corso dell’incontro sono stati presentati i risultati della ricerca condotta da Project Tempo, organizzazione indipendente di analisi sociale e politica attiva a livello europeo. L’indagine, svolta su un campione di oltre 48.000 cittadini italiani ed europei a settembre 2025, evidenzia come il 40% degli italiani si dichiari favorevole allo sviluppo del nucleare ed il 40% siano contrari, un dato significativo e stabile in un paese che da decenni non utilizza questa fonte nel proprio mix energetico. «La nostra ricerca mostra un’Italia divisa: il 40% degli italiani sostiene lo sviluppo del nucleare, mentre un altro 40% vi si oppone. Il consenso è più forte tra gli elettori di centrodestra, dove raggiunge fino al 60%, e cala sensibilmente al 37% nel centrosinistra. Nonostante l’assenza di un consenso nazionale, l’Italia si colloca in linea con la media europea e mostra un sostegno alla tecnologia nucleare persino superiore a quello di Paesi come la Spagna. È una partita ancora aperta, che determinerà come il Paese intende affrontare una delle sfide energetiche del futuro», ha illustrato Maximo Miccinilli, consulente di Project Tempo.

ITALIA DIVISA SUL TEMA

Secondo l’indagine, gli italiani tendono ad accettare l’energia nucleare quando ne percepiscono i benefici diretti a livello locale: aria più pulita, bollette energetiche più basse, creazione di posti di lavoro e nuovi investimenti in infrastrutture. La resistenza dell’opinione pubblica non appare dunque di natura strettamente ideologica ma anche legata a garanzie concrete e benefici tangibili per le comunità locali. Il 64% degli italiani si dichiara favorevole ai reattori modulari di piccola taglia (SMR), un livello di consenso nettamente superiore rispetto ai reattori tradizionali (47%); mentre il 56% degli intervistati immagina per il futuro un sistema energetico ibrido, fondato sulla complementarità tra rinnovabili e nucleare, come via più equilibrata verso la neutralità climatica. La ricerca sottolinea che sicurezza, sostenibilità e coerenza con gli obiettivi climatici rappresentano prerequisiti fondamentali per l’accettazione pubblica, mentre la percezione di rischi per la salute, l’ambiente e la qualità della vita permangano la barriera più forte alla piena accettazione.

IL DIBATTITO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Il dibattito, presentato su iniziativa e introdotto dall’Onorevole Luca Squeri e moderato dal segretario generale di WEC Italia, Michele Vitiello, ha visto la partecipazione di Lucy Harris e Maximo Miccinilli, che hanno presentato la ricerca Project Tempo, Francesca Salvemini (MASe), Francesca Ferrazza (ENI), Daniela Gentile (Ansaldo Nucleare), Fabrizio Iaccarino (ENEL), Valeria Olivieri (Edison), Luigi Di Gregorio (Università della Tuscia), Stefano Monti (Associazione Italiana Nucleare), Andrea Pillon (Avventura Urbana), Aurora Pinto (GiovaniBlu) e Monica Tommasi (Amici della Terra), Fiorella Corrado (MASe) e Marco Margheri (WEC Italia).

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