ECONOMIA, analisi e opinioni. Decrescita felice o futuro radioso?

In questo articolo del “Khaleej Times” viene descritto il futuro radioso e il percorso di crescita su cui stanno puntando gli Emirati Arabi Uniti. Vi si marca la differenza di pensiero tra chi desidera un futuro caratterizzato dalla cosiddetta «decrescita felice» e chi invece crede e vuole investire nel futuro, senza osservare il mondo con gli schemi del passato, ma ipotizzando un futuro di benessere e di sviluppo diffusi. Il fondamentale ruolo che verrà svolto dai nativi digitali

Dubai, 16 ottobre 2025; a cura di Ciro Maddaloni, corrispondente di insidertrend.it dagli Emirati Arabi Uniti – Oggi si stanno tracciando le linee guida affinché il prossimo decennio degli Emirati Arabi Uniti (EAU) sia guidato dai nativi digitali. Questo cambio di paradigma condurrà a una maggiore produttività e a maggiore benessere per tutti.

LIMITI ED ERRORI DELL’OCCIDENTE

Nei paesi occidentali, e in particolare in Europa, il mondo è concentrato sui limiti e sugli errori commessi nel passato invece di pensare e guardare con ottimismo agli sviluppi tecnologici e alle nuove conoscenze che aprono a immense possibilità future. Queste sono le linee guida prevalenti in Asia e in particolare negli Emirati Arabi Uniti che rifiutano in modo categorico i modelli di sviluppo basati sulle esperienze (spesso negative) del passato. Negli EAU si prevede che i prossimi dieci anni saranno completamente plasmati da «una nuova generazione di individui nativi digitali che sfrutteranno la tecnologia per risolvere le sfide più grandi del mondo, dal cambiamento climatico alla disuguaglianza sociale». Omar Sultan Al Olama, ministro degli EAU per l’Intelligenza artificiale, l’Economia digitale e le Applicazioni di lavoro a distanza, intervenendo alla sessione plenaria di apertura delle riunioni annuali del World Economic Forum sui Global Future Councils, ha lanciato un potente messaggio di ottimismo, esortando i leader mondiali ad adottare visioni audaci per il futuro.

L’AUSPICIO DI SULTAN AL-OLAMA

«I prossimi dieci anni – ha egli affermato verranno plasmati completamente dalle persone native digitali. Penso che avranno una produttività molto maggiore rispetto alle generazioni precedenti che devono essere formate per poter utilizzare le nuove tecnologie. Le nuove generazioni saranno molto più informate e molto più capaci e saranno anche in grado di discernere quali siano le cose giuste da fare». Oggigiorno il mondo è spesso concentrato sui «limiti e le difficoltà del passato» invece che sulle opportunità e le possibilità future, una mentalità che gli EAU rifiutano sin dalla loro fondazione nel 1971. Molto spesso si guarda al futuro attraverso lo specchietto retrovisore, invece si deve andare avanti, individuando il percorso migliore da seguire per poter creare benessere per tutti, salvare il clima, creare opportunità e plasmare il mondo in modo più sostenibile e equo. Questa è la filosofia che prevale nella leadership degli EAU.

CIÒ CHE È GIÀ POSSIBILE

Riflettendo su quanto percorso, il ministro emiratino ha quindi ricordato come l’attuale leadership degli EAU nel settore dell’intelligenza artificiale nel 1991 poteva rappresentare soltanto un sogno. Tuttavia, questa trasformazione ha sostenuto, ed è la prova che le visioni audaci, se perseguite con convinzione, possono divenire realtà. «La paura che abbiamo per il futuro è quella di non avere visioni audaci su ciò che possiamo fare per risolvere determinati problemi», ha aggiunto al-Olama. Solo una visione positiva, per la vita e il futuro in generale, consente di affrontare le sfide odierne come il cambiamento climatico, la disponibilità di energia e le innovazioni nel settore della salute. Infine, il ministro emiratino ha posto due quesiti: “Qual è l’incentivo per salvare il clima? Possiamo salvarlo in dieci anni? La risposta a essi è «assolutamente sì». È un’idea grande e un obiettivo tanto ambizioso quanto audace, però assolutamente possibile ricorrendo alle tecnologie e alle conoscenze scientifiche disponibili già oggi.

CHI HA PAURA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE?

Affrontando poi il tema relativo ai timori ingenerati dall’intelligenza artificiale, il ministro ha espresso una dose di ottimismo basato sui dati, citando un recente rapporto di Axios che mostra come i contenuti generati dall’intelligenza artificiale abbiano raggiunto un plateau intorno al 52% online, smentendo le previsioni di una completa sostituzione dell’AI rispetto alla creazione di contenuti da parte delle persone. «Le nostre previsioni per lo scenario catastrofico non sono necessariamente fondate al cento per cento», ha osservato, suggerendo altresì che le forze di mercato e le preferenze degli utenti stanno creando naturalmente un equilibrio. «In definitiva – ha concluso Al Olama -, il percorso degli Emirati Arabi Uniti è una testimonianza del potere di un piccolo stato con una grande visione. L’identità di Dubai si è evoluta da centro commerciale a centro globale per l’innovazione nell’intelligenza artificiale quale è ora, definendone i confini inesplorati». Egli ha infine condiviso una grande lezione impartita dallo sceicco Mohammed bin Rashid al-Maktoum, vicepresidente e primo ministro degli EAU e governatore di Dubai: «Se non hai una visione, farai parte della visione di qualcun altro e se non hai un sogno, farai parte del sogno di qualcun altro».

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