Roma, 11 ottobre 2025; a cura di Giuseppe Morabito, generale in ausiliaria dell’Esercito italiana e membro del Direttorio della NATO College Defence Foundation – Oggi viviamo in una fase storica nella quale tutta l’attenzione mediatica è rivolta alla regione mediorientale, nella trepidante attesa della pace nella striscia di Gaza. In queste ore le armi hanno cessato il fuoco e, al momento, le operazioni militari dell’esercito dell Stato ebraico contro il gruppo terroristico islamista radicale palestinese Hamas sono sospese. Si spera per sempre. Gli ostaggi israeliani sopravvissuti potranno ora tornare alle loro famiglie, mentre i miliziani palestinesi dovranno deporre le armi e smettere d’utilizzare la popolazione civile come scudo umano.
CESSATE IL FUOCO A GAZA
Il prossimo lunedì (13 ottobre 2025) grazie all’opera di convincimento del presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, le parti in conflitto firmeranno quell’accordo iniziale al quale il Governo italiano ha contribuito diplomaticamente affinché si pervenisse. Tuttavia, non si deve però dimenticare la crescente instabilità in un’altra parte del mondo, non lontana dal Medio Oriente e in parte da esso nelle sue dinamiche influenzata: la regione dei Balcani occidentali, perennemente al centro dell’attenzione della NATO. Infatti, appena al di là dell’altra sponda del Mare Adriatico si assiste alla criticizzazione di scenari di per loro già complicati, con conseguente minaccia alla stabilità dell’intero spazio euroatlantico. Sono note le pulsioni secessioniste in Bosnia Erzegovina, le proteste in Serbia e uno stallo persistente nel Kosovo.
CRITICITÀ BALCANICHE
La Bosnia-Erzegovina vede ridursi criticamente le sue capacità di sopravvivere intatta come stato, poiché le due componenti principali (la Srpska Republika, la più piccola delle parti etnicamente divise della ex Repubblica federata jugoslava, e la parte bosgnacco-musulmana e croato cristiana, dove a sede il governo centrale) si trovano in aspra contrapposizione, mentre oltre i confini, in Serbia le proteste contro il governo di Belgrado non accennano a placarsi. Infine il Kosovo, dove non si registrano significativi miglioramenti sul piano politico. Insomma, è un quadro di crescente tensione aggravato da crisi interne ai vari paesi e rivalità regionali mai risolte. A tutto ciò vanno aggiunte le minacce ibride e transnazionali (criminalità organizzata, corruzione, traffici illeciti, operazioni di influenza) che erodono la tenuta democratica delle istituzioni locali, indebolendo le economie e alimentando la polarizzazione e il sentimento di sfiducia.
MANCATA INTEGRAZIONE E RISCHI DI DERIVE AUTORITARIE
La mancata integrazione euro-atlantica della regione espone oggi questa parte dei Balcani al rischio di derive autoritarie e di ingerenze esterne sempre più pervasive. La NATO e l’Unione europea continuano a considerare i Balcani occidentali una priorità strategica, anche alla luce degli effetti indiretti del conflitto in atto nell’Ucraina. La recente dichiarazione trilaterale di difesa firmata da Croazia, Albania e Kosovo ha riacceso le tensioni con la Serbia, che di fatto è circondata, evidenziando la fragilità degli attuali equilibri regionali e la necessità di un rinnovato specifico impegno di natura politica e strategica. In questo contesto la NATO Defence College Foundation ha organizzato la conferenza “Balkans and Black Sea Perspectives 2025”, sede di confronto su questi temi volta a promuovere un’analisi approfondita delle sfide attuali e delle possibili traiettorie di stabilizzazione.
UNA RIFLESSIONE SUGLI ACCORDI DI DAYTON
L’evento si aprirà con una riflessione sul significato residuale degli Accordi di Dayton a trent’anni dalla loro firma, per poi affrontare il ruolo dell’Alleanza Atlantica nella regione e le forme di interferenza esterna, dalla dezinformacija russa alla penetrazione economica sino popolare. Esso avrà luogo presso l’Hotel Le Méridien Visconti di Roma nel pomeriggio del 13 ottobre, nello spirito dell’incoraggiamento di una riflessione congiunta e del sostegno dell’elaborazione di approcci coordinati, in un’ottica di diplomazia pubblica e cooperazione internazionale. nel corso di una prima sessione verrà preso in esame il ruolo strategico in evoluzione della NATO nei Balcani e delineato il quadro di riferimento per azioni coordinate alla luce delle sfide attuali e dei risultati del recente Vertice NATO dell’Aia.
MINACCE IBRIDE
Nella seconda sessione i partecipanti ai lavori si concentreranno sul tema relativo alle minacce ibride alla regione, in particolare l’influenza russa e quella cinese, tra disinformazione, interferenze politiche e leva economica. A tale scopo verrà fatto ricorso un’analisi delle strategie della NATO elaborate ai fini del contrasto di tali minacce e al rafforzamento della cooperazione tra alleati e loro partner. È possibile partecipare in modalità virtuale iscrivendosi alla conferenza comunicandolo ai seguenti indirizzo indirizzi di posta elettronica:



