Rimini, 10 ottobre 2025 – «La nostra società scientifica – afferma il presidente della Società italiana di medicina interna, professor Nicola Montano – sta dedicando oramai da alcuni anni corsi di formazione sulle cosiddette soft skill, cioè su quelle abilità non cliniche, che tutavia giocano un ruolo fondamentale nella relazione tra medico e paziente, come l’empatia, la comunicazione, le problematiche etiche della relazione di cura. Queste tematiche non sono solo importanti all’interno del rapporto tra medico e paziente ma anche per il benessere proprio del medico e degli operatori sanitari in genere, che ha bisogno di gestire spesso situazioni di grande complessità emozionale». E proprio il binomio tra l’emotività dei pazienti e la capacità dei medici di preservare il proprio slancio professionale è stato al centro della prima giornata del CXXVI Congresso nazionale della SIMI, nel corso della sessione Meet the experts GIS, intitolata “Inside out: prendersi cura dell’emotività dei pazienti e dell’entusiasmo dei medici”.
IL FONDAMENTALE RAPPORTO TRA MEDICI E PAZIENTI
Fra i relatori che hanno partecipato al dibattito, il dottor Davide Tizzani, Dirigente medico presso il Dipartimento di Emergenza dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino, specialista in Medicina Interna, e la dottoressa Rosa Curcio, U.O. Medicina Interna, Polo Ospedaliero Centrale SS. Annunziata di Taranto. «In una medicina che cambia e diventa sempre più complessa e cronica, bisogna anche cambiare la modalità di cura – sostiene il dottor Davide Tizzani -, infatti, oltre alle medicine somministrate in modo tradizionale, bisogna considerare farmaci somministrati in modo alternativo: cutanea, timpanica, retinica». Ossia frasi, musica, abbracci, gesti, tempo. E bisogna sviluppare nuovi strumenti diagnostici: il tempo e le orecchie per ascoltare non solo le loro patologia, ma soprattutto le loro paure, i loro desideri, le loro preoccupazioni, le loro speranze e i loro desideri. E per raccogliere la loro fiducia. Per poter percorrere un sentiero più o meno lungo insieme al paziente ed ai loro familiari il percorso di cure di patologie il più delle volte non guaribili ma sempre curabili.
MUTARE LE MODALITÀ DI CURA
«In un mondo che cambia – prosegue Tizzani -, in una medicina che cambia, in tempi in cui l’intelligenza artificiale sembra poter sostituire sempre più spesso e sempre meglio il dottore, in medici spesso esausti e sconfortati dal clima e dal contesto di cura, la custodia, l’attenzione e la dedizione al mondo emotivo dei pazienti rappresenta la vera sfida della medicina moderna: per curare i pazienti ma anche per curare l’entusiasmo di medici che si dimenticano sempre troppo spesso di dover essere meno tecnici e più artisti». Al riguardo, aggiunge la dottoressa Rosa Curcio che «nel percorso di cura, soprattutto nelle malattie croniche o complesse, la componente emotiva del paziente non è un aspetto secondario, ma un elemento strutturale della relazione terapeutica e spesso un determinante degli esiti clinici. Ansia e paura, se non riconosciute e accompagnate, possono ostacolare la comunicazione, ridurre l’aderenza alle terapie e compromettere le decisioni condivise. Il primo vero strumento è l’ascolto, esercitato nel tempo della visita, del ricovero o del colloquio: saper cogliere non solo i sintomi, ma anche il tono della voce, le esitazioni, le domande non dette».
MENO TECNICI E PIÙ ARTISTI: LA COMPONENTE EMOTIVA DEL PAZIENTE
«È lì – prosegue la Curcio – che spesso si nasconde la paura, la rabbia, la fatica emotiva del vivere la malattia. Spesso bastano anche pochi minuti di ascolto autentico per cambiare il clima della cura, restituendo dignità al paziente e significato all’agire del medico. La letteratura scientifica è chiara: il supporto psicosociale migliora la sopravvivenza e la soddisfazione dei pazienti cronici, mentre una comunicazione efficace favorisce l’aderenza e l’autogestione delle terapie. Ascoltare e accompagnare l’emotività dei pazienti è un atto clinico, non solo umano. Non è un’aggiunta alla cura, ma uno dei suoi strumenti più potenti». Il Congresso SIMI 2025, in corso a Rimini fino al 12 ottobre, proseguirà con sessioni dedicate alle nuove frontiere della medicina interna, tra innovazione, multidisciplinarietà e centralità della persona.



