Roma, 9 ottobre 2025 – La previsione di spesa prevista nel Bilancio dello Stato italiano alla voce «funzione Difesa» ammonterà a 31,3 miliardi di euro (36,2 miliardi di dollari), una cifra che è stata ufficialmente annunciata ieri dal Ministero della Difesa mediante un documento di bilancio, cifra che, qualora raffrontata a quella dello scorso anno, evidenzia un incremento pari al 7,2% (all’incirca 29 miliardi di euro), risorse finanziarie che si rende noto siano destinate a permanere stabili nel prossimo biennio (2026-27).
LA NOTA DI PALAZZO BARACCHINI
La nota del Dicastero di Via XX Settembre è l’ultimo capitolo di una lunga e controversa dinamica politica e mediatica che ha avuto il proprio fulcro nelle pressioni esercitate da vari soggetti affinché il Governo Meloni addivenisse (almeno) a un accostamento alla soglia stabilita in sede NATO del 5% del prodotto interno lordo (Pil) da impiegare entro il 2035 in spese per la Difesa, scostandosi così dalla precedente soglia che era stata fissata al due per cento. In ogni caso si tratterà di un impegno gravoso, per altro in una fase nella quale l’economia non dovrebbe crescere come auspicato (e in ogni caso molto al di sotto delle percentuali ritenute ottimali per il Paese), in quanto nel 2024 la spesa per la funzione Difesa è stata pari all’1,54% del Pil, a fronte di un impegno assunto da Palazzo Chigi di raggiungere comunque il 2% nel 2025.
BILANCIO ORDINARIO E SPESE «RICLASSIFICATE»
Nel nuovo documento diffuso ieri, viene reso noto che, oltre alle voci normalmente incluse nel Bilancio della Difesa, saranno presenti anche quelle relative a «spese riclassificate» come spese per la Difesa, tra le quali quelle attinenti alle erogazioni delle pensioni e a copertura di parte del fabbisogno espresso dall’Arma dei Carabinieri. Un’aggiunta che farà dunque lievitare l’impegno nei suoi termini finanziari complessivi dai 31,3 miliardi di euro a 45,3 miliardi di euro, somma a questo punto sufficiente al raggiungimento del 2% di stanziamento in Bilancio. Nel quadro del complesso delle spese, quest’anno in programma è previsto il finanziamento dell’aggiornamento dei carri armati Ariete (100 milioni di euro) e lo sviluppo dei nuovi carri armati Panther in collaborazione con la tedesca Rheinmetall (50 milioni di euro), inoltre la realizzazione dei nuovi veicoli da combattimento Lynx (130 milioni di euro).
ACQUISIZIONE DI NUOVI SISTEMI D’ARMA E AGGIORNAMENTO DEI VECCHI
Per quanto concerne lo schieramento in linea da parte dell’Aeronautica militare italiana dei velivoli da superiorità aerea di ultima generazione F-35, che si prevede passare dalle novanta macchine iniziali a 115, verranno stanziati 735 milioni di euro, mentre per del programma relativo allo sviluppo del GCAP (caccia di VI generazione), in fase di sviluppo in cooperazione con il Regno Unito e il Giappone, l’impegno finanziario ammonterà a 625 milioni di euro. È stata inoltre fatta filtrare la voce della valutazione di una possibile acquisizione del velivolo da pattugliamento marittimo giapponese Kawasaki P-1, aeromobile che verrebbe impiegato dalla Marina militare italiana nelle attività di contrasto di eventuali sottomarini ostili in transito nel Mediterraneo, tuttavia allo stato attuale non si dispongono certezze riguardo al futuro di tale operazione, che impegnerebbe soltanto nella sua fase iniziale una trentina di milioni di euro.



