DIFESA, industria e occupazione. Iveco Defence Vehicle: i timori dei sindacati sul passaggio a Leonardo Spa

Dalla Uilm si sottolinea come la cessione debba garantire tutti i lavoratori e salvaguardare i trattamenti di miglior favore del contratto specifico di lavoro (Ccsl); i sindacalisti chiedono un analogo incontro con Tata per i Iveco veicoli commerciali. Fim Cisl ribadisce la necessità di stabilizzare tutti i lavoratori attualmente in contratto di somministrazione e di confermare all’interno della società i dipendenti oggi impiegati nel servizio di sorveglianza, oltre al problema dell’armonizzazione degli aspetti normativi e contrattuali, affinché si proceda ad un’analisi approfondita finalizzata a valorizzare le condizioni di miglior favore attualmente garantite dal Ccsl

Roma, 10 ottobre 2025 – «Il passaggio di Iveco Defence a Leonardo deve garantire tutti i 1.900 lavoratori coinvolti, senza distinzione fra gli addetti al militare al civile e alla vigilanza interna, o fra i dipendenti diretti e i somministrati. Inoltre dovremo salvaguardare, nel passaggio alla contrattazione di Leonardo, quei trattamenti di miglior favore del Contratto specifico di Lavoro comunemente conosciuto come Contratto Fiat: ci riferiamo ad esempio al sesto scatto di anzianità e all’incentivo di produttività collegato alla presenza». Lo chiedono Gianluca Ficco (segretario nazionale Uilm, responsabile del settore auto) e Bruno Cantonetti (segretario nazionale Uilm, responsabile del settore difesa), intervenuti al termine dell’incontro avuto con Iveco Defence e Leonardo Spa, alla presenza del ministro dell’Industria e dela made in Itali, Adolfo Urso.

FIDUCIA, SEPPURE OSCURATA DA VELATI TIMORI

«Siamo fiduciosi – proseguono i due dirigenti sindacali – che il passaggio di Iveco Defence in Leonardo, che dovrebbe perfezionarsi entro marzo, possa costituire un’ulteriore occasione di rafforzamento della industria della difesa in Italia. Confidiamo quindi che anche per i lavoratori possa rappresentare un’occasione di crescita professionale e ci sentiamo confortati dalle prime positive dichiarazioni espresse oggi da Leonardo che non mettono in discussione il perimetro occupazionale, ma anzi parlano di consolidamento e di sviluppo». Tuttavia, il campo non è sgombro dalle preoccupazioni, poiché, ad avviso di Ficco «la situazione di Iveco veicoli commerciali, ragion per cui abbiamo chiesto che un incontro analogo a quello odierno si tenga con l’acquirente Tata non appena possibile. Il nostro obiettivo è garantire la piena salvaguardia di tutte le fabbriche di camion, di furgoni e di meccanica, per offrire piena tutela ai circa 12.500 lavoratori coinvolti. Bisogna ricordare infine che sui veicoli commerciali, ancor più che per l’auto, pesa la minaccia gravissima delle multe europee, di cui chiediamo una revisione urgente in base ai principi di neutralità tecnologia e di libertà di scelta dei consumatori».

IN ATTESA DELL’OPERAZIONE DI CLOSING

Ad avviso del segretario nazionale della Fim Cisl, Fabio Bernardini, e del coordinatore nazionale del sindacato Stefano Boschini, «deve proseguire il confronto con Iveco e Leonardo sulla cessione». Oggi ha avuto luogo l’incontro al Mimit con il ministro Urso e le due società, al quale hanno preso parte le organizzazioni sindacali Fim Cisl, Uilm, Fiom Cgil, Fismic, Uglm e Aqcfr, che sisono confrontati sul tema relativo alla cessione della Divisione Defence di Iveco. «Il Gruppo Leonardo – dichiarano al riguardo Bernardini e Boschini della Fim Cisl -durante l’incontro ha assicurato che verranno  garantiti i livelli occupazionale e gli organici attualmente in essere nonché tutte le attività degli stabilimenti di Bolzano, Piacenza e Vittorio Veneto e confermato che il perfezionamento dell’operazione di closing avverrà entro il primo trimestre del 2026. Come Fim abbiamo ribadito la necessità di stabilizzare tutti i circa 250 lavoratori attualmente in contratto di somministrazione e di confermare all’interno della società i dipendenti oggi impiegati nel servizio di sorveglianza».

STABILIZZARE I LAVORATORI DI IVECO DEFENCE VEHICLE

«La Fim – proseguono i sindacalisti – ha inoltre posto il problema dell’armonizzazione degli aspetti normativi e contrattuali, affinché si proceda ad un’analisi approfondita finalizzata a valorizzare le condizioni di miglior favore attualmente garantite dal contratto specifico di lavoro e dall’integrativo del Gruppo Leonardo, permettendo un’integrazione che consenta a tutti i lavoratori i migliori trattamenti possibili. A questo proposito, abbiamo chiesto la calendarizzazione di una serie di incontri tra le parti, funzionali ad assicurare tutte le condizioni normative e salariali oggi presenti nei tre siti. Il ministro Adolfo Urso ci ha inoltre comunicato che il 28 ottobre incontrerà i rappresentanti di Tata Motors. A questo proposito abbiamo ribadito l’urgenza che nei giorni immediatamente successivi sia convocato al Mimit un incontro con le organizzazioni sindacali e Tata».

LA RICHIESTA DI CHIARIMENTI

«Infatti – essi concludono -, successivamente all’annuncio del 31 luglio, non abbiamo ricevuto alcun ulteriore chiarimento rispetto alla cessione della parte civile di Iveco. Il clima di incertezza causato dalla mancanza di interlocuzione con la società indiana sta creando notevole disagio tra i lavoratori del Gruppo. Vogliamo capire qual è il piano industriale che riguarda gli oltre 13.000 lavoratori oggi dipendenti di un’eccellenza dell’industria nazionale. Oltre a ciò, vogliamo capire quali garanzie saranno messe in campo, nella fase di acquisizione e soprattutto in prospettiva, a salvaguardia dell’attuale occupazione. Apprezziamo l’impegno del Ministero nell’aver accompagnato questa delicata fase di passaggio della proprietà di Iveco, tuttavia, la grande transizione che sta caratterizzando il settore e che riguarda tutto il mercato europeo richiede un’attenzione particolare e strutturata nel tempo da parte del Governo, a garanzia del lavoro delle produzioni nazionali».

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