PALESTINESI, guerra o pace. Piano Trump: i termini dell’accordo nei suoi venti punti

I termini dell’Accordo prevedono che la Striscia di Gaza venga governata da un comitato palestinese «tecnocratico e apolitico», responsabile della gestione quotidiana dei servizi pubblici e dei comuni per la popolazione locale, sotto la guida di un governo transitorio temporaneo. Sarà avviato un processo di smilitarizzazione di Gaza sotto la supervisione di osservatori indipendenti, che includerà la messa fuori uso permanente delle armi attraverso un processo concordato di dismissione, supportato da un programma di riacquisto e reintegrazione finanziato a livello internazionale. I partner regionali forniranno una garanzia per assicurare che Hamas e le fazioni rispettino i propri obblighi e che la nuova Gaza non rappresenti una minaccia per i suoi vicini o per la sua popolazione

Washington, 4 ottobre 2025 – Ieri l’organizzazione islamista radicale Hamas ha reso noto di essere pronta ad avviare colloqui immediati al fine di liberare gli ostaggi israeliani che mantiene segregati nella striscia di Gaza e porre così termine alla guerra che da quasi due anni sta martoriando il Territorio palestinese. La decisione è stata assunta a seguito della predisposizione di un piano di pace articolato in venti punti da parte del presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump.

IL PIANO TRUMP PER LA PACE IN MEDIO ORIENTE

Esso, annunciato lunedì scorso alla Casa Bianca alla presenza del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (che ne sostiene con cautela il testo) è stato accettato da gran parte degli Stati arabi, incluso il Qatar, fondamentale alleato e finanziatore di Hamas e dei Fratelli musulmani. Di seguito i suoi venti punti:

  1. Gaza sarà una zona de-radicalizzata e libera dal terrorismo che non rappresenterà più una minaccia per i suoi vicini.
  2. Gaza verrà riqualificata a beneficio della popolazione locale, che ha sofferto più che abbastanza.
  3. Se entrambe le parti acconsentono a questa proposta, la guerra avrà immediatamente fine. Le forze israeliane si ritireranno sulla linea concordata per preparare il rilascio degli ostaggi. Durante questo periodo, tutte le operazioni militari, inclusi i bombardamenti aerei e di artiglieria, saranno sospese e le linee di battaglia rimarranno congelate fino a quando non saranno soddisfatte le condizioni per un ritiro graduale completo.
  4. Entro settantadue ore dall’accettazione pubblica di questo accordo da parte dello Stato di Israele, tutti gli ostaggi vivi verranno liberati e i corpi di quelli deceduti consegnati.
  5. Una volta rilasciati tutti gli ostaggi, Israele rilascerà 250 detenuti nelle proprie carceri in quanto condannati alla pena dell’ergastolo e 1.700 cittadini di Gaza catturati dopo il 7 ottobre 2023, incluse tutte le donne e i bambini arrestati in tale contesto. Per ogni ostaggio israeliano i cui resti mortali saranno resi, Israele rilascerà i resti di 15 cittadini di Gaza deceduti.
  6. Una volta liberati tutti gli ostaggi, i membri di Hamas che si impegneranno a una coesistenza pacifica e a deporre le armi otterranno l’amnistia. Ai membri di Hamas che desiderano lasciare la Striscia di Gaza verrà garantito un passaggio sicuro verso i paesi di accoglienza.
  7. Una volta accettato il presente accordo, tutti gli aiuti verranno immediatamente inviati nella Striscia di Gaza. Come minimo, le quantità di aiuti saranno coerenti con quanto previsto dall’accordo del 19 gennaio 2025 in materia di aiuti umanitari, rientrano tra essi la riabilitazione delle infrastrutture (acqua, elettricità, fognature), la ristrutturazione di ospedali e panifici e l’invio delle attrezzature necessarie per la rimozione delle macerie e la riapertura delle strade.
  8. L’ingresso di distribuzione e aiuti nella Striscia di Gaza avverrà senza interferenze da parte delle due parti, attraverso le Nazioni Unite e le sue agenzie, la Mezzaluna Rossa e altre istituzioni internazionali non associate in alcun modo a nessuna delle due parti. L’apertura del valico di Rafah in entrambe le direzioni sarà soggetta allo stesso meccanismo implementato nell’accordo del 19 gennaio 2025.
  9. Gaza verrà governata da un comitato palestinese tecnocratico e apolitico, responsabile della gestione quotidiana dei servizi pubblici e dei comuni per la popolazione di Gaza, sotto la guida di un governo transitorio temporaneo. Questo comitato sarà composto da palestinesi qualificati ed esperti internazionali, con la supervisione di un nuovo organismo internazionale di transizione, il «Board of Peace», che verrà presieduto dal presidente Donald J. Trump, assistito da altri membri e capi di Stato saranno annunciati, tra i quali l’ex primo ministro britannico Tony Blair. Tale organismo definirà il quadro e gestirà i finanziamenti per la riqualificazione di Gaza fino a quando l’Autorità nazionale palestinese non avrà completato il suo programma di riforme, come delineato in diverse proposte, tra cui il Piano di pace del Presidente Trump del 2020 e la proposta franco-saudita, potendo quindi riassumere il controllo di Gaza in modo sicuro ed efficace. Questo organismo si avvarrà dei migliori standard internazionali per creare una governance moderna ed efficiente al servizio della popolazione di Gaza e che favorisca l’attrazione di investimenti.
  10. mediante un piano di sviluppo economico definito da Donald Trump avverrà la ricostruzione e la rivitalizzazione di Gaza, esso verrà elaborato convocando un gruppo di esperti che hanno contribuito alla nascita di alcune delle fiorenti città moderne del Medio Oriente. Numerose proposte di investimento ponderate e idee di sviluppo entusiasmanti sono state elaborate da gruppi internazionali intenzionati allo scopo e verranno prese in considerazione al fine di sintetizzare i quadri di sicurezza e governance per attrarre e facilitare questi investimenti che creeranno posti di lavoro, opportunità e speranza per il futuro di Gaza.
  11. Verrà istituita una zona economica speciale con tariffe e tassi di accesso preferenziali da negoziare con i paesi partecipanti.
  12. Nessuno sarà costretto a lasciare la Striscia di Gaza e coloro che lo desiderano saranno liberi di farlo e di tornare. Incoraggeremo le persone a rimanere e offriremo loro l’opportunità di costruire una Gaza migliore.
  13. Hamas e le altre fazioni concordano di non avere alcun ruolo nella governance di Gaza, direttamente, indirettamente o in qualsiasi forma. Tutte le infrastrutture militari, terroristiche e offensive, compresi i tunnel e gli impianti di produzione di armi, saranno distrutte e non ricostruite. Sarà avviato un processo di smilitarizzazione di Gaza sotto la supervisione di osservatori indipendenti, che includerà la messa fuori uso permanente delle armi attraverso un processo concordato di dismissione, supportato da un programma di riacquisto e reintegrazione finanziato a livello internazionale, il tutto verificato dagli osservatori indipendenti. La Nuova Gaza sarà pienamente impegnata a costruire un’economia prospera e a coesistere pacificamente assieme ai propri vicini.
  14. I partner regionali forniranno una garanzia per assicurare che Hamas e le fazioni rispettino i propri obblighi e che la Nuova Gaza non rappresenti una minaccia per i suoi vicini o per la sua popolazione.
  15. Gli Stati Uniti collaboreranno con i partner arabi e internazionali per sviluppare una Forza di stabilizzazione internazionale (ISF) temporanea da dispiegare immediatamente a Gaza. Essa addestrerà e fornirà supporto alle forze di polizia palestinesi di Gaza, opportunamente selezionate, inoltre si consulterà con Giordania ed Egitto, che vantano una vasta esperienza in questo campo. Questa forza rappresenterà la soluzione di sicurezza interna a lungo termine. L’ISF collaborerà con Israele ed Egitto per contribuire alla sicurezza delle aree di confine, insieme alle forze di polizia palestinesi di recente addestramento. È fondamentale impedire l’ingresso di munizioni a Gaza e facilitare il flusso rapido e sicuro di beni per ricostruire e rivitalizzare la Striscia. Le parti concorderanno un meccanismo di de-conflittualità.
  16. Israele non occuperà né annetterà Gaza. Man mano che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) ristabiliranno il controllo e la stabilità si ritireranno in base a standard, tappe e tempistiche connesse alla smilitarizzazione, che verranno concordate tra le IDF, le ISF, i garanti e gli Stati Uniti d’America, con l’obiettivo di una Gaza sicura che non costituisca più una minaccia per Israele, l’Egitto o i suoi cittadini. In pratica, le IDF consegneranno progressivamente il territorio di Gaza che occupano alle ISF, in base a un accordo che stipuleranno con l’autorità di transizione, fino al loro completo ritiro da Gaza, fatta eccezione per una presenza di perimetro di sicurezza che permarrà finché la Striscia non sarà adeguatamente protetta da qualsiasi minaccia terroristica risorgente.
  17. Nel caso in cui Hamas ritardi o respinga questa proposta, quanto sopra, compresa l’operazione di aiuti intensificata, verrà portato avanti nelle aree libere dal terrorismo consegnate dalle IDF alle ISF.
  18. Sarà avviato un processo di dialogo interreligioso basato sui valori della tolleranza e della coesistenza pacifica per cercare di cambiare la mentalità e le narrazioni di palestinesi e israeliani, sottolineando i benefici che possono derivare dalla pace.
  19. Mentre procede lo sviluppo di Gaza e quando il programma di riforma dell’Autorità nazionale palestinese verrà puntualmente portato a termine, potranno finalmente crearsi le condizioni per un percorso credibile verso l’autodeterminazione dello Stato palestinese, che riconosciamo come aspirazione del popolo palestinese.
  20. Gli Stati Uniti avvieranno un dialogo tra Israele e i palestinesi per concordare un orizzonte politico ai fini di una coesistenza pacifica e prospera.
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